La Gazzetta dello Sport

Juve, Dybala top Il “tridente da bar” ora stuzzica Sarri

La lezione di Manchester: sempre calcio offensivo, meno sviste difensive

- di Bianchin, Conticello

Se ce n’era bisogno, la partita di martedì a Manchester ha confermato esattament­e quanto aveva già detto quella di sabato scorso a Roma: l’Atalanta è così, una macchina da calcio pensato solo in avanti, una produttric­e seriale di gioco senza compromess­i, e non è intenziona­ta a cambiare. Ma Gian Piero Gasperini, dopo il 5-1 con il City, non ha detto solo «preferisco perdere così che facendo le barricate». Non ha nascosto, anche, di essere «arrabbiato per come abbiamo preso certi gol»: in particolar­e per come i suoi sono arrivati a causare il rigore del 2-0. Il secondo schiaffo nel giro di cinque minuti. Andare all’università (ovvero giocare la Champions: sintesi del presidente Antonio Percassi) significa imparare, e assistere a lezioni come quelle tenute dai professori di calcio moderno del City è un privilegio. Ma imparare non significa per forza “uscire bastonati” (sintesi di Gasp): a volte serve, ma i segni delle ferite da errori improvvisi, quelle che la Dea si era procurata già sabato a Roma, allora nel giro di un minuto scarso, erano ancora abbastanza freschi. E in Champions il rischio di pagarli ancora più cari, quegli sbagli, è molto alto. Quasi non quotato.

Il rispetto di Pep

La storia è nota: il calcio dell’Atalanta dà tanto, ma a volte presenta un conto da pagare. Consente il lusso di mettere in difficoltà il City per mezzora, di guardarlo comunque in faccia per un tempo. Di avere la forza mentale e fisica di andare a cercare un altro gol anche sotto di quattro, di sentir dire a Guardiola, con rispetto esasperato ma comunque convinto, «ho visto l’Atalanta che mi aspettavo, e per tutti i 90’». Però quella filosofia della Dea, si è capito anche questo, a certi livelli è ad alto rischio: basta un errore, un ingranaggi­o che si inceppa, e salta tutto il meccanismo. Può succedere in assoluto, e figuriamoc­i - per fare due esempi - se Aguero è libero di sgusciare alle spalle di Djimsiti o se Toloi si trova spesso faccia a faccia con Sterling, che quando affronta un difensore “scoperto” non può fare a meno di sbranarlo.

Gli errori dell’Ethiad

Per questo Gasperini si è arrabbiato per certi errori, prima che per il 5-1 finale. In particolar­e, appunto, quelli che hanno portato ai primi due gol (il quinto, fra l’altro, è quasi identico all’1-0). I gol che hanno cambiato tutto: l’Atalanta, il City che ha acceso la playstatio­n e ha iniziato a smanettare molto più liberament­e, e ovviamente la partita. Sull’1-0 si distrae Djimsiti e non c’è copertura su Aguero perché lì vicino Masiello, a guardia dell’uomo e non dello spazio, sta guardando altrove. Sul 2-0 è lo stesso Masiello che cade in peccato, con un intervento in scivolata come minimo avventato: più o meno la stessa ingenuità di Palomino su Immobile, sabato contro la Lazio.

Quelle crepe nei muri

Ma nell’elenco stagionale non mancano altri precedenti: le incertezze di Masiello con la Spal, quelle di Toloi con il Torino e di De Roon con lo Shakhtar; i black out collettivi su tutti i quattro gol subiti a Zagabria; il regalo di Palomino a Chiesa per l’assist a Ribery contro la Fiorentina. Capita, ma sta capitando a giocatori, soprattutt­o difensori, che l’anno scorso non si ritrovavan­o in situazioni meno critiche, e però erano muri talmente solidi da assorbire molto meglio i momenti critici: non c’è motivo per non tornare ad esserlo. Certo, l’Atalanta in Champions non ha ancora mai utilizzato Kjaer e, pur se non c’è controprov­a, poter contare su uno della sua esperienza in una partita come quella di Manchester sarebbe stato importante. Ma a Gasperini non piace trovarsi alibi: preferisce trovare per i suoi il modo per non buttarsi più via, dopo aver impression­ato. Non meno calcio offensivo, meno errori difensivi: la protezione che preferisce.

Il rischio In Champions si pagano ancora più cari certi sbagli

L’assenza Gasp in Europa non ha ancora mai avuto la carta in più Kjaer

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AFP Mister Gian Piero Gasperini, 61 anni, quarta stagione all’Atalanta

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