La Gazzetta dello Sport

Infermeria Roma: 8 fuori La Lazio punta su Milinkovic

Con Pioli in panchina il turco si è rilanciato: coperto da Kessie e libero da incombenze tattiche, ha dimostrato di poter trascinare i rossoneri

- di Cecchini, Cieri

Igiudizi nel calcio cambiano sempre più in fretta e oggi è possibile passare dai fischi (e quando San Siro ci si mette sa farsi sentire fin dentro gli spogliatoi) ad applausi convinti nel giro di nemmeno un paio d’ore. Il tempo che Hakan Calhanoglu ha utilizzato per ritrovare se stesso: contro il Lecce si è distinto per classe (il gol del vantaggio è stato d’autore) e generosità, con l’assist per il raddoppio di Piatek ed è bastato a trasformar­e la contestazi­one iniziale in supporto. La polemica era mirata: alla lettura delle formazioni, quando il giocatore era ancora nello spogliatoi­o, lo stadio aveva coperto il suo nome dei fischi più sonori della serata. Il gol aveva rotto il silenzio in cui San Siro si era rifugiato in polemica subito dopo l’avvio della partita, la svolta è stata passare dal silenzio al più piacevole effetto degli applausi: è successo quando Calhanoglu, diretto alla battuta di un calcio d’angolo ha incitato la curva e la curva ha replicato con un boato. In mezzo è stato sempre lui a rendere la partita il più viva possibile: lo dimostrano le conclusion­i tentate, i dribbling riusciti e i palloni recuperati, una combinazio­ne di giocate e di sacrificio che lo ha distinto come migliore in campo. Soprattutt­o, un possibile punto di svolta personale.

Che crescita

I numeri positivi sono conseguenz­a di diversi aspetti: non può essere un caso che l’exploit sia coinciso con il debutto di Pioli in panchina. Ma non può nemmeno essere una prova definitiva: di ritorno dalla nazionale, Calhanoglu e l’allenatore hanno provato insieme soltanto pochi giorni. Va subito aggiunta almeno una controprov­a. Un fattore che invece sembra risolutivo è il ruolo: finalmente libero dalle incombenze di mezzala e per la prima volta con le spalle coperte da un guardiano severo come Kessie. Negli ultimi mesi Calhanoglu aveva giocato da centrocamp­ista di sinistra e se gli era concesso avanzare doveva ricordarsi di essere protetto da Paquetà, come lui più interessat­o ad attaccare che a difendere. Libero di portarsi dove l’istinto da numero 10 gli suggeriva, con il Lecce ha tirato 6 volte in porta (il doppio della media di quanto fatto nelle prime sette giornate), ha trovato il primo assist stagionale, ha migliorato nettamente il conto dei dribbling riusciti e delle palle recuperate e quintuplic­ato il dato delle occasioni create. E’ successo tutto in una partita in cui Calhangolu sembrava non doverci essere, superato da Rebic: la solita partita ha invece dimostrato che è lui il titolare della cattedra e che se c’è un punto fermo va trovato a sinistra. Un ribaltamen­to anche questo: un anno fa la certezza era Piatek, a inizio stagione le attese avevano incoronato Suso riferiment­o d’attacco lasciando aperto un fronte a sinistra. La zona dove Calhanoglu ha appena ritrovato se stesso, mentre in mezzo mancano certezze e a destra si impone l’hashtag SusoOut.

Vita tranquilla

Anche fuori dal campo l’aria è cambiata in pochi giorni. E’ stato al centro delle polemiche dopo i festeggiam­enti con la nazionale turca e il gesto del saluto militare, un simbolo di appoggio al governo Erdogan impegnato nell’azione contro il popolo curdo. L’ultimo messaggio che ha lanciato via social ha tutt’altre caratteris­tiche: un abbraccio affettuoso alla moglie Sinem (la gioia ritrovata dopo una burrascosa storia matrimonia­le) e i sottotitol­i “felicità”, “sorrisi”, “sensazioni positive”. Un altro aspetto, più privato, che ha influito nella sua risalita. O almeno nel compiere il primo passo, perché la strada è lunga. In passato ha lasciato buone tracce (46 partite e 8 gol stagionali il primo anno; altre 46 con 4 gol l’anno scorso), ora si è finalmente rimesso in marcia: 8 partite, 2 gol. E gli altri numeri che dimostrano lo scatto in avanti: deve sostenere il ritmo e i giudizi con altre prestazion­i all’altezza, che tutto può cambiare nel tempo stesso di una partita.

Serenità Calhanoglu e la sua Sinem sono più uniti che mai: crisi alle spalle

Applausi Con il Lecce ha incitato la curva, trasforman­do i fischi in un boato

 ?? LAPRESSE/ CANONIERO ?? Ritrovato Hakan Calhanoglu, 25 anni, terza stagione al Milan. Arrivato nell’estate 2017 dal Bayer Leverkusen per 25 milioni: contro il Lecce ha toccato quota 99 presenze rossonere
LAPRESSE/ CANONIERO Ritrovato Hakan Calhanoglu, 25 anni, terza stagione al Milan. Arrivato nell’estate 2017 dal Bayer Leverkusen per 25 milioni: contro il Lecce ha toccato quota 99 presenze rossonere

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy