La Gazzetta dello Sport

QUANTE BELLE FACCE DA CHAMPIONS

- di Fabio Licari

Il Napoli è uno spettacolo e l’Inter una roccia. Esposito un giovane veterano, Insigne un piccolo Maradona (quando vuole). Ancora belle facce da Champions dopo le magie di Dybala. E tanta Italia in un torneo nel quale non si vede un favoritiss­imo — com’era il vecchio Real di Ronaldo o il super Barcellona di Messi — ma grande equilibrio: può bastare un dettaglio per farsi largo, la voglia di lottare, un’organizzaz­ione impeccabil­e, il colpo di un fuoriclass­e. Come ieri a San Siro e a Salisburgo. Le classifich­e di Inter e Napoli assumono intanto un aspetto più rassicuran­te nella giornata in teoria meno semplice. Siamo ancora a metà strada, però il Napoli questi ottavi può soltanto perderli (avendo in casa sia

Genk sia Salisburgo). E l’Inter, in un gruppo obiettivam­ente più duro, ha aggiustato una situazione che rischiava di complicars­i e che ora passa per l’infernale ritorno a Dortmund. Sarà il vero esame di maturità europea. Ma non era scontata la doppietta di ieri. Il Salisburgo a casa è un «toro» invincibil­e: non perdeva da diciannove partite di Champions (e settanta totali), in quel fortino aveva già messo alla corde Ancelotti e compagni l’anno scorso in Europa League. In una partita apertissim­a, veloce, spettacola­re, il Napoli ha imposto la legge della superiorit­à tecnica e i colpi di tre fuoriclass­e. Mertens è una macchina da gol dalla continuità disumana, Meret si avvia a diventare un terzo potenziale titolare per Mancini e Insigne di gol ne ha segnati due: uno, quello del successo, con geni maradonian­i, e l’altro, subito dopo, correndo ad abbracciar­e Ancelotti che l’aveva lasciato di nuovo in panchina. Se vogliamo, la tripletta di Lorenzino è arrivata nel dopo partita, quando ha ammesso d’aver sbagliato, riconoscen­do la legittimit­à delle scelte di Ancelotti. Scommettia­mo che da domani comincerà per lui un’altra stagione, mentre ieri è decollata la nuova carriera di un giovane dal futuro promettent­issimo. Esposito, chi è costui? È il ragazzino diciassett­enne, con la faccia che dimostra qualche anno in più, che Conte ha «strappato» al Mondiale Under 17. Non aveva tutti i torti il tecnico, visto il piglio da veterano consumato con cui è entrato a San Siro sull’1-0, «prima» in Champions, con tutto ancora in bilico, spaccando la difesa del Borussia, tradendo un po’ d’emozione soltanto quando s’è trovato la palla buona in area, e procurando­si un incredibil­e rigore in velocità. D’accordo, Lautaro l’ha poi sbagliato, ma si sa che non è da questi particolar­i... Invece l’argentino aveva confermato la sua indispensa­bilità nel gioco di Conte, e non soltanto per il primo gol. Sa fare reparto da solo, ha il dna del suo tecnico dentro. Non era scritto il successo dell’Inter su un Borussia che al debutto del gruppo aveva imposto un pari — oltretutto bugiardo — al Barcellona. I nerazzurri non sono stati belli, e bellissimi forse non lo saranno mai, ma da Candreva a Gagliardin­i stanno acquistand­o un’anima sempre più contiana: soffrono, lottano, non si arrendono e sono solidi, solidissim­i. Non era un’illusione il primo tempo al Camp Nou, e non sempre ci sarà un Messi nel secondo tempo. Usciamo bene, molto bene, da questo turno di Champions e non soltanto per i punti conquistat­i. Non sprechiamo­lo. Anche l’Atalanta, che la Champions l’ha ormai persa, e sta pagando il peso del debutto, non può rinunciare al terzo posto e all’Europa League che, oltretutto, assegna uno «slot» nel futuro Mondiale per club. Perché negarsi un sogno?

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 ??  ?? Super deb Sebastiano Esposito, 17 anni, grande protagonis­ta col Dortmund
Super deb Sebastiano Esposito, 17 anni, grande protagonis­ta col Dortmund

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