La Gazzetta dello Sport

«Adesso siamo vivi Non c’era alternativ­a serviva solo vincere»

«Il Borussia ha cambiato modulo, noi bravi ad adeguarci. A Dortmund possiamo giocarcela»

- Di Valerio Clari MILANO

Schiaffi non ne ha presi, anzi ne ha rifilati due belli forti. Una botta mica da ridere però gli è arrivata, quando Candreva, dopo il gol, è andato ad esultare da lui petto contro petto, alla “Lukaku style”. Se diventa un’abitudine, il dottor Volpi dovrà curare anche contusioni dell’allenatore. Ma ieri sera, a quel punto, Antonio Conte non sentiva nulla: troppo importante questo 2-0 per stare a guardare tali sottigliez­ze. «Tre punti che pesano – dice a caldo -. Ma pesa di più il tipo di rapporto nato con i calciatori: quando sei onesto e parli in faccia, alla fine ti apprezzano. Sai che non preferisci una bella bugia a una brutta verità».

I suoi uomini

Alla vigilia aveva detto che questa non era una “finale” (ma ci assomiglia­va parecchio) e che la sua squadra non «voleva prendere schiaffi, ma darli». Per farlo bisogna essere preparati a schivare i colpi, ma anche saper stupire con mosse inattese: missione compiuta. Conte blocca gli sbocchi offensivi del Borussia («Se gli avessimo dato spazio, quei tre davanti ci facevano male»), che controlla il pallone, ma sembra il Portogallo prima dell’avvento di Cristiano Ronaldo: bel palleggio, ma mai al tiro. Lo fa con tre difensori sontuosi, ma anche con Candreva, ripescato dalla ricicleria,

Gagliardin­i (scelta obbligata, out anche Vicino) e un ragazzo alla terza gara in Champions, Barella. In quanto alla mossa sorprenden­te, come definire altrimenti il lancio per 30’ di Esposito, anni 17, per scelta, non per emergenza?

Cambi in corsa

«In realtà avevamo preparato un’altra partita, contro un 4-23-1, ma il Dortmund ha cambiato modulo. Favre alla vigilia diceva che ci difendiamo bene, ma poi viene qua e si mette a cinque dietro. Vuol dire che attacchiam­o bene, allora». Conte attacca, Favre incassa: il tecnico dei gialloneri peraltro non è più saldissimo e in Germania di parla di un Mourinho che studia tedesco, possibile sostituto. Quando gli schiaffi fanno male.

Poi il tecnico continua: «Siamo stati bravi a interpreta­re la partita in corsa: abbiamo dovuto cambiare le uscite e alcune situazioni di gioco. E abbiamo dimostrato di poter dire la nostra nel girone. Lavoriamo su tutti i dettagli e per questo arriviamo stanchi a fine partita, cercando di lasciare zero all’improvvisa­zione».

Obiettivi

Conte ribadisce che gli obiettivi non sono a breve termine: «In questi anni per varie ragioni qui si è fatto e poi disfatto. In questa stagione ripartiamo da zero sperando che sia la volta buona, ma non ci si deve aspettare lo scudetto e la Champions. Questa vittoria in Europa ci allunga la vita le speranze di andar avanti». E la vittoria è arrivata in mezza emergenza: «Oggi per via di tante cose eravamo in difficoltà come uomini: si è aggiunta anche l’assenza di Vecino, durante la partita c’è stato un problema di De Vrij, che ha stretto i denti. Ma il gruppo si è compattato ed è andato oltre. E per otto undicesimi questa squadra era composta da giocatori che c’erano già lo scorso anno». Ora sguardo al futuro: «Sabato sarà ancora più difficile di stasera, speriamo di recuperare qualcuno». Non sarà Stefano Sensi a rientrare: gli esami sono stati rinviati ad oggi, ma salterà Parma e probabilme­nte anche Brescia. Conte sta già studiando nuove soluzioni.

In questi anni qui si è fatto e disfatto Speriamo che sia la volta buona

Non aspettatev­i scudetto e Coppa, ma questa vittoria ci spinge avanti

Antonio Conte

Allenatore Inter

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LIVERANI Cambio Antonio Conte con Romelu Lukaku al momento del cambio

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