Dries ancora decisivo supera Maradona E Insigne chiede scusa
Mertens show: una doppietta e l’assist per Lorenzo che ritrova gol e umiltà: «Ho sbagliato col tecnico»
Il caso Insigne, certo, ha la sua importanza e poi leggere il perché tra qualche riga. Ma la notte di Champions League non può prescindere dalla celebrazione di Dries Mertens. Con la doppietta rifilata al Salisburgo, l’attaccante della nazionale belga ha raggiunto e poi superato Diego Maradona al secondo posto nella classifica dei marcatori di tutti i tempi del club. Un primo obbiettivo, dunque, l’ha raggiunto, ma quello più importante, sul piano personale, lo riscontrerà il giorno in cui avrà aggiunto altre 6 reti a quelle attuali. Allora, la rincorsa sarà finita e Marek Hamsik dovrà cedergli il primo posto, che occupa con 121 reti all’attivo. È stata pesantissima la sua doppietta ed ancor di più lo è stato la prodezza di Lorenzo Insigne che ha permesso al Napoli di confermarsi al primo posto nella classifica del girone e, soprattutto, di ritornare alla vittoria in trasferta nell’Europa che conta. L’ultimo successo, infatti, risaliva a dicembre 2016, a Lisbona, contro il Benfica.
Scuse Insigne
L’esclusione del capitano apre a scenari critici. Si pensa ad un nuovo litigio con l’allenatore, ad un atto d’insubordinazione. Insomma, le indiscrezioni non mancano. Poi, al 20’ della ripresa, Ancelotti richiama in panchina Lozano e inserisce Insigne. L’attaccante non perde tempo e comincia a pressare la difesa austriaca, fino a quando, otto minuti più tardi non trova il modo per mandare in rete il suggerimento di Mertens. È il gol vittoria e il capitano lo va a festeggiare correndo verso l’abbraccio di Carlo Ancelotti.
Un modo per dire alla critica di non affannarsi per cercare il motivo dell’esclusione, tanto lui è dalla parte dell’allenatore. «Gli avevo detto che avrebbe giocato, che non sapevo quanto avrebbe giocato, ma che sapevo che avrebbe deciso la partita», ha spiegato Ancelotti a fine gara. Lo stesso Insigne ha poi voluto spiegare il suo comportamento nei confronti del tecnico. «Ho avuto degli screzi col mister, ma è acqua passata. Lo stimo tanto, è un grande allenatore e ci tenevo a correre verso di lui. Anche quando mi ha escluso mi ha fatto sentire importante. Ho sbagliato io qualche atteggiamento, ho chiesto scusa ed è tutto alle spalle».
Missione compiuta
A Salisburgo, dopo tre anni, è stato abbattuto anche il tabù vittoria in trasferta. «Sono molto contento di questa partita. Ci mette in vantaggio nella qualificazione del gruppo che è il nostro obbiettivo. Sapevamo e lo sappiamo anche ora quanto è forte il Salisburgo. Ora dobbiamo affrontarlo al San Paolo, abbiamo preso un piccolo», ha osservato l’allenatore napoletano. Chissà che questa di Salisburgo non possa essere considerata la partita della svolta, dopo un mese di polemiche e discontinuità nei risultati. «È chiaro che questo tipo di partite danno la consapevolezza di quello che si può fare. È la vittoria di quei giocatori che hanno giocato meno nell’ultimo periodo. Uno su tutti: Luperto. Uno che gioca così poco si fa trovare pronto è un messaggio per tutti»,