Agnelli e il futuro «Grande salto con 300 milioni» E punge Conte
Il presidente spiega i motivi dell’aumento di capitale. Poi punge Conte sul calcioscommesse: «Nel 2012, noi sei mesi senza tecnico»
Una visione a 360 gradi. Una visione della Juventus del futuro. E una visione dell’industria calcistica che sarà. Andrea Agnelli, davanti all’assemblea degli azionisti che approva il bilancio 2018-19 (-40 milioni) e l’aumento di capitale da 300 milioni, fissa una nuova sfida. Un approccio molto ambizioso dopo nove anni di presidenza con otto scudetti di fila, due finali di Champions e un risanamento aziendale che ha portato il fatturato da 156 a 494 milioni e il valore di Borsa da 160 milioni a quasi 1,5 miliardi. «Questo è un nuovo anno zero dice -, c’è la voglia di pensare in grande». Significa portare la Juve ancora su un livello superiore. Come? Con il piano di sviluppo 2019-24. Agnelli conferma, come anticipato dalla Gazzetta, che l’iniezione di denaro andrà in investimenti: «I 300 milioni saranno indirizzati interamente alla crescita, nell’ambito di un progetto che ha come principali obiettivi il mantenimento della competitività sportiva, l’incremento dei ricavi operativi e il consolidamento economico-finanziario. L’aumento di capitale non sarebbe stato necessario, ma è una scelta strategica. In Italia ha destato stupore ma il nostro termine di paragone sono le grandi realtà europee: lo United negli ultimi anni ha chiesto 450 milioni di sterline agli azionisti, a marzo il Real ha chiesto risorse per 600 milioni di euro».
Sfida e Superlega
I top club europei viaggiano verso il miliardo di fatturato e chi ha ambizioni di vittoria in Europa e nel mondo non si può fermare. Ecco perché si punta a un nuovo Ronaldo, più giovane, come grimaldello per nuove linee di ricavi. Agnelli non ne parla ma il tema è in cima all’agenda, in simbiosi con l’ampliamento delle attività di marketing nelle aree strategiche, dall’Asia («l’ufficio a Hong Kong è il nostro avamposto», le parole del responsabile commerciale Giorgio Ricci) agli Stati Uniti. «Il nuovo piano - dice Agnelli - deve far prosperare Juventus come brand globale, riconosciuto come moderno, innovativo e iconico. I principali obiettivi sono: una continua partecipazione alla Champions; rimanere tra le prime 12 in Europa come livello di fatturato; avere un’incidenza degli stipendi dei tesserati tra il 55 e il 60% dei ricavi operativi rispettando il fair play; aiutare a riposizionare la Serie A nel mercato globale». Il contesto è quello di un’industria in cui l’audience tv «sta invecchiando» e incombono nuovi concorrenti come gli e-sports. Agnelli non per caso mette i giovani al centro dei suoi piani: «Abbiamo iniziato degli studi che ci permettono di conoscere meglio i Millennials e la Generazione Z. Viviamo in un proliferare di piattaforme Ott e questo ci deve vedere coinvolti, nell’attesa di compiere un grande salto nei ricavi attraverso le applicazioni digitali». E quando un azionista evoca la Superlega, Agnelli risponde così: «Non esiste. Tutte le squadre vogliono giocare più partite a livello internazionale. I principi restano quelli della meritocrazia sportiva; le competizioni devono essere aperte a tutti, con una forte simbiosi con le leghe domestiche».
In campo
Agnelli sottolinea che la squadra è l’attività principale, auspica che Ronaldo possa vincere il Pallone d’oro («lo merita») e sceglie Chiellini, Barzagli e Allegri come uomini simbolo del ciclo di successi. «Non c’è stato alcun punto di rottura con Allegri – dice Fabio Paratici, capo dell’area sportiva -. Abbiamo cambiato per dare nuovi stimoli». Un riferimento di Agnelli ad Antonio Conte, mai nominato direttamente, è stato invece interpretato da qualcuno come una frecciata al rivale: «Abbiamo vissuto situazioni complesse. Pensiamo alla gestione della prima squadra, senza l’allenatore in panchina per sei mesi, durante il calcioscommesse 2012». I più attenti, però, hanno colto anche i riferimenti a un nuovo stadio («è giusto che Women, Under 23 e 19 trovino strutture adatte»). A una domanda su Demiral e il suo sostegno al presidente turco Erdogan, invece, Pavel Nedved ha risposto da vice presidente: «Dobbiamo aspettare le valutazioni degli organismi competenti, ma riteniamo che non ci sia stata violazione del codice etico». Marco Re, capo area servizi, ha infine svelato a budget l’obiettivo minimo: «Ottavi di Champions». Ma precisa subito: «Siamo sempre conservativi».
Mi auguro che Cristiano Ronaldo possa vincere il Pallone d’oro, se lo merita Abbiamo gestito situazioni molto complesse, come il calcio scommesse nel 2012 Un pensiero va anche a Max Allegri, decisivo per la crescita della Juve