Zaniolo accende la Roma L’arbitro la fa infuriare
Regalato nel finale un rigore inesistente al Borussia Sfuma la vittoria, ma non il primo posto nel gruppo
Voglia di Var, anche se toglierà poesia al calcio; anche se interrompe le esultanze. Ma certi errori da brivido, come il rigore dato al Borussia al 93’, verrebbero cancellati. Un colpo di faccia di Smalling, su colpo di testa di Elvedi, diventa un colpo di braccio per lo scozzese Collum. L’errore è visibile in eurovisione, come si diceva un tempo, e anche tutti i media tedeschi lo sottolineano in diretta. Il rigore regalato, segnato da Stindl, blocca la fuga della Roma, che si sarebbe trovata a 7. Niente. I giallorossi anche col pari vanno in testa, ma solo per un punto sul gruppo, vista la sconfitta del Wolfsberg.
I motivi
Paulo Fonseca pensava di dover spiegare l’ennesima formazione rattoppata, la decima diversa su undici, invece si trova a difendere fisicamente l’arbitro sul campo, per evitare cartellini pesanti ai suoi, poi parla di «giocatori devastati» nello spogliatoio. E furibondi, come Pallotta. Certo, se Florenzi avesse segnato il 2-0, minuto 89, non ci sarebbe stata la rabbia seguente; però la vittoria sembrava giusta e gli errori sono stati minimi. Dopo un inizio difficile, la Roma ha tenuto distante i borussiani, ha evitato la reazione, ha potuto andare in profondità nel finale per cercare di chiudere (anche con un colpo di testa di Smalling). Non ci è riuscita, ma le resta una prestazione nettamente migliore rispetto a quella di Genova. E poi Zaniolo, punzecchiato da Capello il giorno prima, ha mostrato orgoglio e voglia di emergere: il suo colpo di testa è il secondo centro europeo in questa stagione.
Emergenza Roma
Va sempre ricordato che gli infortunati sono otto: Pellegrini, Diawara, Under, Mkhitaryan, Cristante, Kalinic, Santon e Zappacosta. E pure Florenzi non è al massimo, così parte in panchina e poi fallisce il colpo del k.o.. Fonseca resta sul 4-23-1, ma sposta Mancini dalla difesa alla guardiola davanti alla retroguardia. Attento e costante. Con lui c’è Veretout che però non gli sta sempre agganciato, ma si muove a tutto campo, soprattutto in verticale nel pressing. Pastore è ombroso, provano invece a «entrare» per avvicinarsi all’area Zaniolo e Kluivert. La Roma suda nel tenere i tedeschi nella prima mezz’ora ma poi passa, pur sfruttando un corner. E nel secondo tempo, nonostante il diluvio e alcuni ingressi non felici (Perotti), si mantiene sempre in sicurezza.
Borussia bagnato
«Non era rigore, chiaro, ma il calcio è così. Sul gol loro c’era un fallo», dice Rose. Più che i gradi da capolista di Bundesliga, pur avendo perso già due partite, del Borussia attirano le idee dell’allenatore. Ma il suo calcio atletico, ossessionante nella pressione, veloce nelle ripartenze e preciso nelle posizioni a triangolo, qui difetta nelle conclusioni e fatica a entrare in area. La traversa di Bensebaini all’8’ è il maggior acuto di una partenza ringhiosa, con 4 conclusioni fuori in neanche un quarto d’ora. Poi molta confusione finché Stindl, arrivato all’ultimo istante causa paternità, firma il rigore. Le varie impronte tattiche di Rose sono interessanti: 2-4-1-3 quando la Roma parte dal portiere; tridente fisso davanti, con Neuhaus più dietro (4-2-1-3), per attaccare. Ma la Roma aveva trovato il sistema per farle scomparire nelle pozzanghere. Fino al fischio sbagliato di Collum.
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