La Gazzetta dello Sport

Il Verona sbatte sui pali Djuricic, Sassuolo respira

La spinta gialloblù si ferma sui legni di Faraoni e Verre Dopo tre k.o., decide una perla del serbo nella ripresa

- Di Pierfrance­sco Archetti INVIATO A VERONA

Il sunto è che il Sassuolo vince perché riesce a darsi una regolata: arrivava da tre sconfitte consecutiv­e, due sempre con quattro gol a carico; stavolta non ne concede nemmeno uno, attenuando la sua prosperosa produzione offensiva. Ma basta un gol di Djuricic. Però la lettura di questa partita coinvolge di nuovo i problemi del Verona, sempre pauroso e agitato davanti alla porta. Anche non troppo fortunato, con due pali. Ma le ansie dei gialloblù in area non permettono di arrivare a un pareggio che non sarebbe stato ingiusto.

I motivi

Descritta come una battaglia di stili, Verona-Sassuolo non si ferma alle etichette e gli allenatori vanno più in profondità per mettere paura ai rivali: all’aggressivi­tà di Juric per cercare la riconquist­a alta, De Zerbi risponde proponendo più verticaliz­zazioni, meno possesso e iscrivendo­si pure lui al gioco delle coppie. Del tipo: loro marcano a uomo ovunque e io sistemo tre punte sui tre difensori, quindi 4-2-1-3 con Djuricic trequartis­ta e Berardi, Defrel e Boga avanti per tentare di vincere gli sprint sui veronesi senza copertura. Talvolta l’idea si attua, ma il portiere è l’unico che non si fa superare. Negli abbinament­i fissi anche quello fra Pessina e Djuricic. Pessina, sì, passato da sostegno alla punta a mediano, perché il primo Hellas senza Miguel Veloso. «Un altro come lui non c’è in rosa» ha detto Juric. Il comandante voluto dal tecnico, maestro nel far scorrere l’azione secondo i ritmi del momento, è colui che più correva (11 km circa) e fra l’altro anche il capocannon­iere di una squadra avarissima sotto porta (6 gol, terzultimo attacco di A). Pessina non dà i tempi come il portoghese, la sua opera in opposizion­e serve finché è “a pelle”. Appena lascia spazio, a inizio secondo tempo, il serbo può caricare il destro per la splendida rete dell’1-0. Da quel punto entra l’anarchia: il Sassuolo finisce a 5-4-1, il Verona a 4-3-3.

Pali e gol

Juric propone anche una modifica in avanti per tentare di risolvere il problema del gol. Verre viene piazzato da trequartis­ta unico, mentre Zaccagni sale. Da 2+1 in avanti a 1+2. L’allenatore cambia anche il centravant­i: dopo un mese torna titolare Di Carmine. Stepinski è a secco da 19 partite, si accomoda in panchina. Entra alla fine, con Salcedo: ancora niente. Il nuovo assetto porta subito due occasioni al Verona, con Consigli che respinge su Faraoni e poi Di Carmine che non trova la girata. Ma la partenza promettent­e non ha seguito: ci sarebbe anche spazio sui lati, però quando i cross arrivano in area, manca non solo il colpo giusto ma pure la posizione adatta per far male. Spesso chi deve concludere, soprattutt­o Di Carmine, non arriva faccia alla porta ma deve tentare con delle contorsion­i. Appuntamen­ti mancati per un attimo, ma è sempre questione di tempi diversi. Quando ci prova Amrabat, a fine primo tempo, non cerca più l’uomo ma tira direttamen­te entrando da destra; Consigli è sveglio come lo è stato Silvestri nelle tre opportunit­à per il Sassuolo, sia sulla puntata di Boga, sia sui sinistri di Berardi, su punizione o dopo un’accelerazi­one. E’ dopo che la partita si apre, con i due pali del Verona fra la rete di Djuricic. Tutto nei primi 7 minuti della ripresa. Più vicino al gol vanno coloro che si inseriscon­o: Faraoni inizia la serie dei pali subito dopo l’intervallo, ma ancora sullo 0-0; Verre la prosegue girando il possibile 1-1 sul legno. Amrabat e Pessina sbagliano pure loro. Il Verona non si sblocca. Il Sassuolo fa festa.

 ?? LAPRESSE ?? Bolide L’esultanza di Filip Djuricic, 27 anni, dopo il bolide che ha regalato i 3 punti al Sassuolo al Bentegodi
LAPRESSE Bolide L’esultanza di Filip Djuricic, 27 anni, dopo il bolide che ha regalato i 3 punti al Sassuolo al Bentegodi

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