Il Verona sbatte sui pali Djuricic, Sassuolo respira
La spinta gialloblù si ferma sui legni di Faraoni e Verre Dopo tre k.o., decide una perla del serbo nella ripresa
Il sunto è che il Sassuolo vince perché riesce a darsi una regolata: arrivava da tre sconfitte consecutive, due sempre con quattro gol a carico; stavolta non ne concede nemmeno uno, attenuando la sua prosperosa produzione offensiva. Ma basta un gol di Djuricic. Però la lettura di questa partita coinvolge di nuovo i problemi del Verona, sempre pauroso e agitato davanti alla porta. Anche non troppo fortunato, con due pali. Ma le ansie dei gialloblù in area non permettono di arrivare a un pareggio che non sarebbe stato ingiusto.
I motivi
Descritta come una battaglia di stili, Verona-Sassuolo non si ferma alle etichette e gli allenatori vanno più in profondità per mettere paura ai rivali: all’aggressività di Juric per cercare la riconquista alta, De Zerbi risponde proponendo più verticalizzazioni, meno possesso e iscrivendosi pure lui al gioco delle coppie. Del tipo: loro marcano a uomo ovunque e io sistemo tre punte sui tre difensori, quindi 4-2-1-3 con Djuricic trequartista e Berardi, Defrel e Boga avanti per tentare di vincere gli sprint sui veronesi senza copertura. Talvolta l’idea si attua, ma il portiere è l’unico che non si fa superare. Negli abbinamenti fissi anche quello fra Pessina e Djuricic. Pessina, sì, passato da sostegno alla punta a mediano, perché il primo Hellas senza Miguel Veloso. «Un altro come lui non c’è in rosa» ha detto Juric. Il comandante voluto dal tecnico, maestro nel far scorrere l’azione secondo i ritmi del momento, è colui che più correva (11 km circa) e fra l’altro anche il capocannoniere di una squadra avarissima sotto porta (6 gol, terzultimo attacco di A). Pessina non dà i tempi come il portoghese, la sua opera in opposizione serve finché è “a pelle”. Appena lascia spazio, a inizio secondo tempo, il serbo può caricare il destro per la splendida rete dell’1-0. Da quel punto entra l’anarchia: il Sassuolo finisce a 5-4-1, il Verona a 4-3-3.
Pali e gol
Juric propone anche una modifica in avanti per tentare di risolvere il problema del gol. Verre viene piazzato da trequartista unico, mentre Zaccagni sale. Da 2+1 in avanti a 1+2. L’allenatore cambia anche il centravanti: dopo un mese torna titolare Di Carmine. Stepinski è a secco da 19 partite, si accomoda in panchina. Entra alla fine, con Salcedo: ancora niente. Il nuovo assetto porta subito due occasioni al Verona, con Consigli che respinge su Faraoni e poi Di Carmine che non trova la girata. Ma la partenza promettente non ha seguito: ci sarebbe anche spazio sui lati, però quando i cross arrivano in area, manca non solo il colpo giusto ma pure la posizione adatta per far male. Spesso chi deve concludere, soprattutto Di Carmine, non arriva faccia alla porta ma deve tentare con delle contorsioni. Appuntamenti mancati per un attimo, ma è sempre questione di tempi diversi. Quando ci prova Amrabat, a fine primo tempo, non cerca più l’uomo ma tira direttamente entrando da destra; Consigli è sveglio come lo è stato Silvestri nelle tre opportunità per il Sassuolo, sia sulla puntata di Boga, sia sui sinistri di Berardi, su punizione o dopo un’accelerazione. E’ dopo che la partita si apre, con i due pali del Verona fra la rete di Djuricic. Tutto nei primi 7 minuti della ripresa. Più vicino al gol vanno coloro che si inseriscono: Faraoni inizia la serie dei pali subito dopo l’intervallo, ma ancora sullo 0-0; Verre la prosegue girando il possibile 1-1 sul legno. Amrabat e Pessina sbagliano pure loro. Il Verona non si sblocca. Il Sassuolo fa festa.