La Gazzetta dello Sport

Lontana dalla McLaren e con il futuro incerto La triste realtà Renault

Qui ha vinto le ultime due edizioni con la Red Bull Ma risultati e dati della Casa creano preoccupaz­ione

- Di Mario Salvini INVIATO A CITTÀ DEL MESSICO

QQuando la Renault è rientrata in corsa, nel 2016, il suo nuovo capo Cyril Abiteboul disse che sarebbe stata in grado di vincere dal 2020. Un eccesso di ottimismo. Evidente ora più che mai, in questa che «è la stagione più dura da quando sono in Formula 1», come ha ammesso lo stesso team principal in una recente intervista. Nella quale ha però aggiunto che attorno alla sua squadra si sono create eccessive aspettativ­e e pressioni. «Ho sempre detto che l’obiettivo 2019 è il quarto posto, e ora siamo quinti».

Danno d’immagine

Il problema è che quando Abiteboul ha rilasciato quelle dichiarazi­oni non era ancora arrivata la squalifica di Suzuka. Dove la Fia ha sanzionato il sistema di gestione della ripartizio­ne della frenata di Renault, giudicando­lo come “aiuto al pilota”. Un danno di immagine, prima di tutto. E un disastro per la classifica, perché coi 9 punti andati persi (Ricciardo era sesto, Hülkenberg decimo) ora la Renault ne ha 43 di ritardo dalla McLaren (68 a 111) nella lotta per il fatidico quarto posto. Dietro a Mercedes, Ferrari e Red Bull, non c’è la Renault, ma la McLaren che di Renault ha il motore. Sembra una beffa, tanto più nell’anno in cui al volante delle gialle c’è Daniel Ricciardo. Uno che le aspettativ­e di cui parla Abiteboul ha contribuit­o a crearle. E che per ora ha migliorato il primato del miglior piazzament­o nella nuova era, col quarto posto di Monza. Ma il podio resta inarrivabi­le. La Renault 2019 dopo 17 GP ha 68 punti, l’anno scorso ne aveva 58, nel 2017 erano 48. Non è a migliorame­nti di 10 punti l’anno che si vincono i campionati. In pista si parla di problemi di aerodinami­ca. Certamente aggravati dalla mostro mentanea indisponib­ilità della galleria del vento di Enstone, chiusa per aggiorname­nti. Da più in alto arrivano dati preoccupan­ti: la trimestral­e del gruppo proprio ieri ha indicato in -1,6% il calo dei ricavi e in -4,4% quello delle vendite.

Piani strategici

La nuova a.d. ad interim, Clotilde Delbos (subentrata da due settimane a Thierry Bollore, a suo volta in carica da dopo l’arresto di Carlos Ghosn) dice che il team di F.1 non è nel mirino, ma non è esclusa dalla revisione dei piani strategici. Il tutto mentre Renault perde anche l’ultimo cliente: McLaren, che dal 2021 passerà a Mercedes. «La cosa non ha effetti sul nobudget – ha detto Abiteboul – perché vendiamo più o meno a prezzo di costo». Intanto però Woking se ne va, dopo la Toro Rosso. E dopo Red Bull che coi motori Renault aveva conquistat­o 4 doppi Mondiali, l’ultimo nel 2013, non un secolo fa. Red Bull che, ancora motorizzat­a da Enstone, proprio qui in Messico con Max Verstappen ha vinto nel 2017 e nel 2018. «Noi andiamo avanti – ha chiuso Abiteboul – il motore per il 2020 è pronto». Sperando che poi il cambio di regolament­i per il 2021 sia una chance.

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LAPRESSE Un team in crisi La Renault durante un pit stop. Sotto Alain Prost, 64 anni, 4 volte campione del mondo, direttore non esecutivo del team
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