La Gazzetta dello Sport

TUONO MALDINI Avvisa Elliott: «Non aspetto anni per vincere» E a Berlusconi: «Inelegante»

L’avviso a Elliott: «Io e Boban non aspetterem­o 10 anni per tornare ad alti livelli»

- di Bocci, Gozzini3 (Foto: Theo Hernandez, 22 anni e Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan)

Idubbi che Paolo Maldini aveva in estate sono stati quasi tutti risolti. Quasi. Le difficoltà di inizio stagione hanno risollevat­o gli interrogat­ivi che a giugno scorso avevano consigliat­o una settimana di riflession­e prima di accettare l’incarico di direttore tecnico. Paolo (e Boban) hanno poi condiviso il progetto di Elliott, una squadra giovane su cui costruire il futuro, ma avrebbero volentieri combinato i ragazzi con un paio di giocatori esperti in grandi sfide. Le imposizion­i del club, legato alle norme del Fair Play finanziari­o, hanno invece dettato il low-profile. Intervista­to da Sky, Maldini definisce con chiarezza il proprio intento: «La mia storia è pesante, il fatto che io sia qui a lavorare con Zvone testimonia che non vogliamo tornare a quei livelli alti fra 10 o 15 anni. Non ho tutto questo tempo. O meglio, ce l’ho, ma non voglio aspettare. La nostra presenza è una sorta di garanzia di rientro a determinat­i livelli in tempi accettabil­i, anche se quantifica­rli è difficile». Poi specifica: «E se non sarà così, non saremo noi due a condurre la direzione sportiva del Milan. Se l’idea della società – ma non è così – è tornare competitiv­a fra 15 anni e farne 12 anni da squadra di media classifica in Serie A, noi non saremo sicurament­e quelli a capo della direzione tecnica». Una puntualizz­azione che sembra fatta per essere interpreta­ta: i tempi di Elliott non saranno decennali, ma Paolo e Boban hanno lo stesso fretta di accelerare, di muoversi nel rispetto dei vincoli economici ma arrivare almeno al limite del consentito. «Ma non è così», quattro parole con cui Paolo conferma la comunione con Elliott, allo stesso tempo un inciso che segna la distanza tra il Milan di oggi e il Milan che vuole essere in futuro. Un Milan di nuovo in alto, pur consapevol­e di essere ripartito dal basso. C’è stato un difetto di comunicazi­one che per Maldini ha visto tutti colpevoli: «Forse una cosa su cui non siamo stati bravi noi e non è stata brava la proprietà è nel parlare e dire gli obiettivi, e nel dire quello che abbiamo ereditato. Abbiamo ereditato una squadra con un passivo di 125 milioni, abbiamo fatto un mercato a zero l’anno scorso, ci sono tante cose che non sono state dette, siamo stati banditi dall’Europa anche per le gestioni precedenti. Sono convinto di quello che sto facendo, so che lo sto facendo al mio massimo. Poi, come tutti, la mia permanenza o no sarà figlia dei risultati». Paolo è stato con Leonardo autore della campagna acquisti dell’estate 2018 (Caldara-Higuain i colpi) corretta in inverno con Paquetà e Piatek: Champions mancata di un punto. Quest’anno cercava in Giampaolo una guida sicura, ma a metà ottobre ha scelto di cambiare e affidarsi a Pioli. «Se prendi una decisione a metà campionato, la stagione è già andata. Così puoi incidere», ha aggiunto.

Silvio inelegante

«Maldini e Boban dirigenti del Milan? Passiamo alla prossima domanda... Dico solo che da giocatori ho tifato per loro». Non è la replica della proprietà, non quella attuale almeno. E’ quanto a settembre Silvio Berlusconi rispose a chi lo interrogav­a sull’operato della nuova dirigenza. Maldini ora può replicare: «E’ stato il migliore presidente che potessi avere e l’affetto per lui resta immutato ma la sua tendenza a fare battute lo rende spesso inelegante». Silvio aveva anche suggerito a Gazidis, l’a.d. rossonero di oggi, «di parlare di fallimento e Serie D per il Milan solo al cesso» e consigliat­o la strada per una rapidissim­a risalita: «Ridare il Milan a Berlusconi». Maldini e Elliott, stavolta, hanno difeso insieme il proprio lavoro.

È stato il miglior presidente che potessi avere, ma certe battute...

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LIVERANI Al vertice Paolo Maldini, 51 anni, entrato nell’organigram­ma societario del Milan il 5 agosto 2018
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Paolo Maldini Su Silvio Berlusconi

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