Sulle ali Theo di
«MILAN, CORRI CON ME E TORNEREMO IN ALTO HO FAME DI CHAMPIONS PIOLI MI ESALTA ORA SIAMO PIÙ LIBERI»
Cristiano Ronaldo è in arrivo, mancano un paio di settimane. «Sono pronto». Theo Hernandez mima un tackle deciso e ride con la sfrontata leggerezza di un ventenne. Gli sono bastati pochi minuti per conquistare San Siro. Da bad boy a ragazzo modello, a Milanello garantiscono tutti per la sua educazione. Theo si comporta bene, ascolta gli allenatori che parlano in una lingua ancora estranea per lui, esegue in campo sprigionando la sua incredibile fisicità. I tempi del ballo con i nani in maglia Real Madrid sembrano lontanissimi. «A Madrid mi sono preso tanti insulti e tante critiche. Ho fatto qualche tonteria, ma sono maturato tanto come persona. Per me è stata un’esperienza importantissima».
3Poi altre squadre in Spagna, quindi il Milan. Primo incontro a Ibiza con Maldini.
«È un onore essere stato scelto da Paolo. Ha fatto la storia del calcio, non soltanto del Milan, e con me è stato molto convincente. Non ci ho messo molto a decidere di accettare l’offerta».
3Era il suo idolo da bambino?
«È un mito, inarrivabile. Paolo è un difensore che ha fatto la storia del calcio, credo sia un modello per tutti».
3Ha altri modelli fra i contemporanei?
«Marcelo mi piace moltissimo».
3Dicono che si sia tagliato lo stipendio, anche in maniera cospicua, per venire al Milan. Giusto? «Ne ho parlato con il mio agente e siamo stati subito d’accordo. Il Milan è un club con una grande storia, uno dei più titolati del mondo. Valeva la pena di fare una scelta del genere».
3È qui per rilanciarsi o per restare?
«Ho ventidue anni, ho tanto da imparare. Il Milan è un approdo fondamentale. Sono qui per rimanere tanti anni e scrivere la mia storia. Il mio sogno è vincere una Champions con il Milan, ma il primo passo è qualificarsi per la prossima».
3Si aspettava un inizio così difficile?
«Nel calcio capitano tante cose e non so quanto tempo ci vorrà per tornare al top, però la strada è giusta. Abbiamo una buona squadra e penso che già in questa stagione possiamo puntare al quarto posto. È un gruppo giovane, dobbiamo conoscerci, ma ci sono anche tanti giocatori più esperti che aiutano a superare le difficoltà».
3È importante per un ragazzo essere in una squadra con tanti coetanei? In passato i giovani hanno fatto un po’ fatica in un Milan di senatori. «Non saprei, in realtà questa squadra è un mix. Ci sono tanti ragazzi della mia età che vivono le cose come le vivo io, ma come ho detto ci sono anche tanti giocatori di altre età e di grande personalità che sono molto importanti. Ci fanno capire questo ambiente bellissimo».
3Le piace l’Italia?
«Molto. Pasta, pizza, risotti... devo stare attento a non mettere su chili».
3Beh, sembra in forma perfetta. «Lavoriamo molto in campo e questo aiuta, ma la cucina italiana è una favola».
3Aveva la fama del bad boy. (Theo fa una faccia perplessa). Come lo spiega?
«Gliel’ho detto, ho fatto qualche stupidaggine, ma sono giovane. In realtà mi considero una persona molto tranquilla e allegra, alla quale piace scherzare. Mi piace stare a casa con i miei cani e la famiglia, mamma viaggia molto, sta un po’ da me e un po’ da mio fratello».
3Lei dove vive?
«Sto nel Comasco, vicino al lago. Per il mio stile di vita è un posto perfetto».
3Che cosa fa quando non è a Milanello ad allenarsi?
«Cerco di rilassarmi. Mi piace giocare con la PlayStation. E adoro il tennis».
3Giocatore preferito? Qualche giovane, Next Gen come lei? Magari Tsitsipas, o Shapovalov? «Nooo. Nadal. Nadal è il migliore, il più grande di sempre». 3Più di Federer? «Per me sì. È un lottatore, non molla mai. Combatte fino alla fine e lo trovo esaltante. Le sue partite trasmettono emozione. Ma il tennis non amo soltanto guardarlo in tv: mi piace giocare d’estate con mio fratello».
3Che gioca in Germania, nel Bayern Monaco. È già stato a trovarlo?
«Ancora no. Mamma deve dividersi fra noi due, siamo molto legati. Nostra madre Laurence è stata ed è una persona importante».
3Anche suo padre era un calciatore. Fra colleghi, relazioni difficili?
«Non saprei. In realtà i miei genitori si sono separati quando ero piccolo e non ho più alcun rapporto con mio padre, da molto tempo. Ma sto bene così».
3Lei si sente più francese o più spagnolo?
«Sono francese, ma parlo meglio lo spagnolo».
3L’impatto con l’Italia come è stato? Forse si aspettava un inizio migliore della squadra.
«Abbiamo tempo per riprenderci. Pioli ci insegna tante cose, stiamo imparando molto. È una persona preparata e piano piano riusciremo a risalire».
3Il precedente tecnico, Giampaolo, la definiva come giocatore talentuoso, ma indisciplinato da un punto di visto tattico.
«Io sto imparando, sono venuto in Italia con l’idea di migliorare da un punto di vista tattico. Mi piace molto spingere e attaccare, però so anche che devo imparare a fare altro. In fase difensiva posso crescere».
3La paragonano spesso a Serginho, un giocatore che per il Milan è stato molto importante.
«Siamo difensori diversi, ma in effetti anche a me piace molto spingermi avanti. Però il campionato italiano è il luogo ideale per maturare da un punto di vista tattico».
3Tattica, sempre tattica. Con Pioli siete più liberi?
«Forse sì, e mi piace molto il suo nuovo sistema di gioco. Però l’importante è aiutare la squadra e so che non posso evitare il lavoro in copertura. In fondo sono un difensore, il mio mestiere è quello. Pioli ci lascia libertà ma non troppo: in Italia è importante avere una organizzazione di gioco definita».
3In Spagna la tattica conta meno...
«È vero, ma io sono venuto qui per completarmi».
3Più bella la Premier League
o la Liga? «Non ho giocato in Inghilterra, quindi il mio giudizio è limitato a quello che ho vissuto. E per me la Liga è il campionato più divertente».
3Quali sono i giocatori del Milan con i quali ha legato di più?
«Logicamente gli spagnoli. Pepe Reina, Castillejo, Suso. È anche una questione di lingua. Ma mi trovo bene con tutti».
3Qualche compagno che l’ha stupita per la bravura tecnica?
«Sono tutti fortissimi».
3Diplomatico. Quando imparerà l’italiano?
«Poco a poco. Sto studiando, già lo capisco un po’».
3Con Pioli in che lingua parla? Spagnolo?
«No. Lui non parla spagnolo e io per il momento non parlo italiano. Ma capisco tutto quello che mi dice, soprattutto quello che devo fare in campo. Ed è la cosa più importante».
3Beh, a giudicare dai risultati non ci sono stati elementi persi nella traduzione.
«Sto molto attento e la lingua del calcio è facile».
3I tifosi la adorano già. Se ne rende conto?
«Sono fantastici, l’ambiente a San Siro è molto bello. I tifosi mi hanno accolto con simpatia da quando sono arrivato e io mi sono subito sentito a casa».
3Theo, lei ha una quantità di tatuaggi incredibile, dal polso alla schiena. C’è perfino una pagoda.
«Sì, adoro i tatuaggi e ciascuno ha un significato ben preciso».
3La pagoda che cosa vuol dire?
«Non è un argomento da discutere in pubblico. Ma ogni cosa che ho scritto sulla pelle ha un senso». Da bad boy a idolo di un Milan in cerca di autore, con solo qualche piccolo mistero. Theo ha fatto strada, non soltanto sulla fascia.
I tifosi sono fantastici, mi sono sentito subito a casa. Abito sul lago di Como, l’ideale per il mio stile di vita THEO HERNANDEZ