Sorpasso di Lautaro Conte cavalca il Toro «Esposito certezza, io non guardo l’età»
Martinez ha più gol di Lukaku: insieme col Parma, ma schierare il baby intriga
Step by step, passo dopo passo. È un mantra di Antonio Conte, quello della crescita continua e progressiva. Poi, però, il tecnico davanti si affida a gente che tende a saltarlo, qualche gradino. Che brucia tappe, che procede per «grandi balzi in avanti», che effettua sorpassi e controsorpassi. Lukaku esordì a 16 anni in una finale scudetto, a 17 aveva già 19 gol nella prima stagione completa. Sebastiano Esposito un anno fa, di questi tempi, non aveva ancora messo piede in Primavera, ora si gioca una maglia da titolare coi grandi. Lautaro Martinez allo stesso punto della scorsa stagione aveva segnato un gol, oggi è a 6, con annesso sorpasso a Lukaku (5): partiva dietro alla coppia designata Romelu-Sanchez, adesso guida lui. Altro che passo dopo passo, qui si salta, anche per superare ostacoli inattesi: «L’infortunio di Alexis è stata una perdita importante - dice Conte in conferenza -. Partivamo con le idee chiare davanti, eravamo tranquilli: ora abbiamo sdoganato Sebastiano, che aveva fatto bene in estate. È una certezza e se uno è forte io non ho nessuna preclusione sull’età: Pogba arrivò a 18 anni e lo feci giocare dopo due mesi». Poi certo, il reparto non è lunghissimo: «Speriamo che torni Sanchez, eventuali valutazioni di mercato le faremo con la società».
Scelte in attacco
Gennaio è lontano, e chissà quanti gol avrà segnato allora Martinez. Per arrivare a 6 un anno fa dovette aspettare marzo, oggi ha sfruttato i minuti quasi quadruplicati nelle prime 11 (erano 200, sono 726). Il suo momento top, che lo stesso Toro riconosce come risultato di un impiego più costante, dovrebbe garantirgli un posto da titolare, probabilmente con Lukaku, invece reduce da un “basso” in Champions, dopo l’“alto” di Reggio Emilia. Quanto Conte stimi il belga è noto, quanto sia importante per la stagione dell’Inter pure. Giocare lo aiuta a crescere, sempre considerando che in campionato ha comunque segnato 5 gol, più di altri centravanti delle big. La tentazione Esposito comunque resiste, e con il “classe 2002” gli italiani in squadra potrebbero essere sei, un dato clamoroso (5 il top stagionale, contro il Sassuolo) per la storia recente interista: «Noi vogliamo giocatori affidabili, al di là della nazionalità. Però gli italiani danno garanzie immediate e sono abituati ai nostri metodi di lavoro: siamo più tattici, più pignoli, usiamo di più i video. E poi aiutano a integrare chi arriva da fuori».
Costruzione di gioco
Contro il Parma ci saranno Candreva, Gagliardini (Vecino ancora out), Barella, Biraghi (un turno di riposo per Asamoah) e Bastoni. De Vrij ha stretto i denti col Dortmund, quando peraltro ha piazzato il secondo personale assist delle ultime due gare: «Prima era successo a Godin, i tre centrali sono i miei primi costruttori di gioco. Per questioni tattiche gli avversari devono lasciare spazio a Stefan. Lui deve prendersi delle incombenze, come succedeva a Bonucci: le proviamo in allenamento, quelli non sono lanci lunghi». Il tecnico poi indica le «verticalizzazioni a difesa schierata» come la situazione di gioco in cui deve migliorare Brozovic: «Io sono esigente, ma lui è stato una scoperta positiva. Non è paragonabile a Pirlo, ma Andrea è un genio». I riferimenti alla Juve finiscono qui, il tecnico non vuole farsi coinvolgere in polemiche a distanza con Agnelli e così dribbla la domanda sulle dichiarazioni del suo ex presidente, che aveva ricordato i tempi della squalifica per Calcioscommesse: «Noi dobbiamo essere bravi a guardare a noi stessi e a non guardare gli altri. Siamo sulla strada giusta» Ora non resta che percorrerla fino in fondo. Non necessariamente passo passo: si può anche saltare qualche tappa.