La Gazzetta dello Sport

«VOGLIO L’INTER AL TOP NOI VINCENTI IN CAMPO E COL FUTURO SPLENDIDO»

Steven compie un anno di presidenza: «Con Suning raddoppiat­i i ricavi, saremo più innovativi e globali»

- di Carlo Angioni

La rivoluzion­e cinese ha solo un anno. Ma l’Inter di oggi è sempre di più a immagine e somiglianz­a di Steven Zhang. Dodici mesi fa, il 26 ottobre 2018, il rampollo dell’universo Suning si presentava da 21° presidente nerazzurro (al posto di Erick Thohir) con un proclama non da poco: «Inizia una nuova era: voglio l’Inter sul tetto del mondo e farò tutto ciò che serve per crescere». Adesso, passato un anno, la strada per il paradiso resta ancora lunghissim­a, ma la trasformaz­ione che Steven ha messo in piedi è di quelle che difficilme­nte si dimentican­o. «Vorrei ringraziar­e tutti i nostri fan, che ci seguono sempre con meraviglio­sa passione – dice oggi il presidente, che compirà 28 anni il 21 dicembre –. Vorrei anche ringraziar­e i nostri allenatori, i giocatori, tutto lo staff: i grandi passi in avanti di questi anni vengono dall’impegno di tutti loro». Il «noi» prima di ogni cosa, proprio come piace ad Antonio Conte, una delle mosse più dirompenti della presidenza Zhang. Che per puntare dritto al tetto del mondo ha scelto di ribaltare l’Inter.

Via i simboli

Il primo passo è stato mettere le chiavi del motore nerazzurro nelle sapienti mani di Beppe Marotta, diventato a.d. sport con pieni poteri. Poi, a distanza di mesi, ecco la scelta ambiziosa di riportare in Serie A l’ex c.t. azzurro: perché è vero che Spalletti ha conquistat­o la Champions per due anni di fila, ma serviva uno scossone anche in panchina. Da qui lo sforzo economico non indifferen­te (11 milioni netti a stagione) per avere Conte, il top player con cui costruire le nuove fondamenta. Nelle quali non c’è stato spazio per i giocatori più ricchi dell’ultima stagione, ovvero Icardi, Nainggolan e Perisic, tutti partiti in prestito la scorsa estate. Via i simboli, quindi, e portafogli­o generoso per l’ultimo mercato estivo: Suning ha speso 152 milioni, con Lukaku (pagato 65 milioni più 10 di bonus) acquisto più caro di sempre e nuovo uomo copertina al posto di Maurito. La rivoluzion­e tecnica è stata totale, ma anche alla scrivania il lavoro di Zhang e della dirigenza (con Marotta e l’altro a.d. Alessandro Antonello in testa) è stato da top club. Perché c’è un fatturato che guarda sempre più verso l’alto, c’è stato il cambio di sede dal Duomo alla zona dei grattaciel­i di Porta Nuova, c’è stata la decisione di puntare sullo stadio nuovo insieme con il Milan, concretizz­atasi con un progetto da 1,2 miliardi e un’arena nuova di zecca. Insomma, un anno rivoluzion­ario, senza mezze misure.

Grande responsabi­lità

«Let’s rock the world», ovvero «spacchiamo il mondo» aveva detto Steven al primo giorno di lavoro nella nuova, avvenirist­ica casa nerazzurra in viale della Liberazion­e: ecco, le premesse per mettersi sulla strada giusta ci sono tutte. Lunedì pomeriggio Zhang guiderà l’assemblea degli azionisti in un lussuoso hotel non lontano dalla sede dell’Inter e traccerà il bilancio di questi 12 mesi. Ma intanto dice: «Il nostro progetto è iniziato con l’acquisizio­ne del club da parte di Suning nel giugno 2016, con l’obiettivo di portare l’Inter al top dell’industria dello sport mondiale e di costruire un club fondato sul principio della crescita finanziari­amente sostenibil­e. I ricavi dell’Inter sono oggi più del doppio di quelli dell’ultimo bilancio prima dell’arrivo di Suning, a sottolinea­re il successo del lavoro svolto finora». Questo è quello che la famiglia Zhang ha fatto dall’estate 2016 a oggi: ha messo più di 500 milioni nelle casse del club e il fatturato (grazie agli sponsor asiatici, al botteghino sempre più ricco, ai soldi della Champions League) oggi vola a quota 375 milioni al netto delle plusvalenz­e (che valgono circa 40 milioni). Ma il presidente, che recentemen­te è entrato anche nel board dell’Eca, l’associazio­ne dei club europei presieduta da Andrea Agnelli, non è uno che si ferma a guardare solo quello che è stato fatto. «Stiamo camminando verso un futuro splendido che non avremmo potuto sognare prima – continua Steven –. Il nostro sguardo è sempre rivolto al futuro, per avere successo in campo ed essere sempre più innovativi, globali e vicini alle nuove generazion­i fuori dal campo. Guidare l’Inter significa assumersi la grande responsabi­lità di essere all’altezza della gloriosa storia di questo club e soddisfare la passione di milioni di fan in Italia e in tutto il mondo».

Le prossime mosse

La storia è gloriosa, ma anche il presente e il domani dell’Inter dovranno essere altrettant­o speciali. Come? Il compito di Zhang junior sarà quello di pianificar­e (e azzeccare) le prossime mosse. La vittoria contro il Borussia Dortmund (con Steven in tribuna al Meazza) e l’essere tornati prepotente­mente in corsa per la qualificaz­ione Champions è un buon punto di partenza: con i soldi della coppa, infatti, si possono fare investimen­ti importanti. Quelli che ci saranno nel mercato 2020, con l’obiettivo puntato su un centrocamp­ista di livello internazio­nale e giocatori «giovani e italiani» (come piace al presidente e anche a Marotta), con l’identikit che porta a Federico Chiesa, gioiello a cui l’Inter darà l’assalto. Nelle prossime settimane si capirà anche la sorte del nuovo San Siro: uno stadio moderno, capace di generare molti più profitti rispetto al Meazza, è uno dei comandamen­ti di Suning. Che proverà anche a guadagnare di più dagli sponsor. Pirelli scade nel 2021 e versa 19 milioni: l’Inter punta quota 50. E con una cifra del genere la rivoluzion­e di Zhang potrebbe andare ancora più veloce.

I grandi passi in avanti di questi anni sono merito di tutto il club

Se guidi l’Inter devi essere all’altezza della storia della società

Steven Zhang

Presidente dell’Inter

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Da Nanchino Steven Zhang, 27 anni, è il presidente dell’Inter dal 26 ottobre 2018

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