Al centro del Napoli e al centro del mondo Le big lo inseguono
Ancelotti lo schiera in campo più di ogni altro azzurro, perché sa tenere il pallino del gioco. Barça, Real e City: tutti lo vorrebbero
Al centro del mondo. Fabian Ruiz nel giro di poco più di un anno si è ritrovato catapultato da casa propria, il Betis, a Siviglia, dove ancora era «solo» un bel prospetto, a essere protagonista in Serie A, in Champions, a vincere l’Europeo Under 21 da stella nascente, fino a guadagnarsi un posto fisso nella «Roja», non proprio una rappresentativa qualsiasi. Dopo un inizio così così da trequartista, Carlo Ancelotti si è corretto subito arretrandolo in mediana e mettendolo al centro del gioco del Napoli. E i risultati sono diventati eccellenti.
Più che un regista
Definire Fabian un regista sarebbe una diminutio, perché parliamo di un atleta completo e di un giocatore che sa usare bene entrambi i piedi. Che giochi da interno o da esterno della linea di centrocampo, comunque dai piedi dell’andaluso passano il numero più alto di palloni, le giocate che poi trovano anche velocità e verticalità. Le statistiche del campionato raccontano che soltanto l’interista Brozovic (563) e lo juventino Pjanic (533) hanno completato positivamente più passaggi dello spagnolo del Napoli che è a quota 475, con una percentuale che supera il 90 per cento di precisione. Questo dimostra anche perché Fabian sia diventato – nonostante il turnover elevato a metodo – il giocatore più utilizzato da Carlo Ancelotti: 900 minuti (come Di Lorenzo) e 10 partite intere. L’unica saltata quella col Cagliari
e non c’è bisogno di ricordare come sia finita. Ecco perché è sempre più difficile per il tecnico rinunciare a un giocatore che potrà dare un contributo maggiore anche in chiave di gol, visto che ha un ottimo tiro dalla distanza e nella sua prima stagione azzurra ha realizzato 7 gol.
Il mondo
Un giocatore così è conseguenziale che sia diventato anche fra i più osservati dai più grandi europei. L’ultimo della lista il Manchester City di Pep Guardiola, che ha mandato un suo osservatore a Salisburgo. Ma sono soprattutto le grandi di Spagna, Barcellona e Real Madric, a contendersi il gioiello che adesso guida la mediana anche della nazionale. Anzi media e addetti ai lavori spagnoli hanno vissuto come una clamorosa sconfitta il fatto che Fabian sia finito in Italia, dove è indubbiamente e oggettivamente cresciuto con Carlo Ancelotti. E allora i quotidiani sportivi e non solo «fanno il tifo» perché il gioiello andaluso torni in patria, manco parlassimo della Gioconda. Comunque ci sarà da fare i conti con Aurelio De Laurentiis per nulla intenzionato di privarsi del centrocampista che ha un contratto lungo, fino al 2023, e attualmente nessuna clausola che gli consenta di rescindere l’accordo. Fabian oggi è al centro del progetto Napoli e lo diventa ogni giorno di più, perché è il giocatore che più di tutti incarna la filosofia di gioco di Ancelotti. Capacità di spostarsi di posizione, ricoprire più ruoli, senza perdere l’essenza: la ricerca di un compagno smarcato, la verticalizzazione, cambiando passo verso la porta avversaria. E lo dimostrano i numeri, perché Ruiz in campionato tocca oltre il doppio dei palloni dei suoi pariruolo, stessa percentuale raddoppiata anche per le verticalizzazioni e sta crescendo anche nella fase difensiva: oggi recupera molti più palloni della media dei centrocampisti. Difficile trovare in giro uno così. Ecco perché Fabian oggi è felicemente al centro del Napoli. E al centro del mondo.