La Gazzetta dello Sport

Conte «Metto sempre quelli, non sono tranquillo Esposito non basta»

Antonio invoca il mercato: «Tutti danno il 200%, ma le noie fisiche ci sono. Si cresca pure fuori dal campo»

- Di Carlo Angioni MILANO

Il mancato sorpasso alla Juve passa in secondo piano, la preoccupaz­ione di Antonio Conte è un’altra ed è bella grossa. L’Inter è corta, soprattutt­o oggi: l’allenatore accende l’allarme rosso e chiede aiuto alla società. Gennaio è ancora lontano per rinforzare e allungare la squadra, ma il mirino dell’allenatore è già puntato e il club dovrà fare qualcosa: «È la terza partita che facciamo in 6 giorni e stanno giocando praticamen­te sempre gli stessi per via di alcuni problemi fisici – dice Conte –. Non sono sereno, non sono tranquillo. Se pensiamo che Esposito sia la panacea di tutti i mali c’è qualcosa di sbagliato: noi siamo l’Inter, non carichiamo­lo troppo di responsabi­lità. Anche se stiamo andando bene, quando sento certi discorsi mi si drizzano i peli, non possiamo metterci le mani davanti agli occhi. Noi non ci possiamo accontenta­re: la A e la Champions sono dure, dobbiamo cercare di primeggiar­e o di combattere».

Percorso di crescita

Conte si agita tutta la partita, si prende un’ammonizion­e, critica duramente i suoi per il primo tempo («Anche dopo il gol ho detto loro “non mi sta piacendo nulla, non stiamo giocando da squadra”»). Poi, nella pancia di San Siro, dopo il 2-2, tutta la sua tensione si «scarica» con le parole. Antonio l’ha sempre detto che all’Inter manca la profondità della rosa. E ora, con SensiD’Ambrosio-Sanchez-Vecino ai box, e quindi con problemi di numeri in tutti i reparti, il caso diventa ancora più grosso: «Non faccio una critica alla società – continua – ma dobbiamo tutti essere bravi per cercare di migliorare. Stiamo iniziando un percorso di crescita, ma questa crescita ci deve essere non soltanto in campo: la preoccupaz­ione avanza, si aggiungono problemi lungo il percorso, dovremo fare grande attenzione. L’anno prossimo servirà fare tesoro di quanto sta succedendo per non rifare gli stessi errori. Dobbiamo fare delle riflession­i su come fare meglio in futuro, per il bene dell’Inter. Adesso, intanto, dobbiamo sperare che le cose vadano sempre bene e farci un segno della croce».

Buon profeta

Il Parma, insomma, fa tornare a galla la preoccupaz­ione di Antonio. «La partita contro i gialloblù sarà più insidiosa di quella col Borussia», aveva detto mezzora dopo la vittoriona Champions di mercoledì. E ci ha visto lungo Conte. Perché l’amico

D’Aversa non gli ha fatto lo scherzetto come era successo un anno fa quando in panchina c’era Spalletti, ma il pareggio nerazzurro (il primo in Serie A) è una risposta che non scalfisce la capolista Juve. Maurizio Sarri, da Lecce, la città di Antonio, prima del possibile sorpasso sembrava non preoccupar­si: «Guardare la classifica adesso sarebbe inutile e dannoso». Anche Beppe Marotta a una manciata di minuti dalla partita del Meazza aveva preferito abbassare la pressione: «Dobbiamo guardare dentro di noi». La risposta di Conte dopo il 2-2 è molto simile: «Un’occasione mancata? Non dobbiamo guardare gli altri, ma solo noi stessi. Il primo tempo forse è stato il peggiore della mia gestione: il Parma è stato bravo, ma noi li abbiamo facilitati, basta guardare i due gol. Nel secondo tempo, però, li abbiamo messi in un angolo creando tanto, rischiando: la prestazion­e mi è piaciuta molto e alla fine meritavamo di vincere». Poi, però, Conte torna sulla coperta corta e sul mercato estivo che non fa tornare i conti: «Mi riesce difficile dire qualcosa ai miei: De Vrij aveva un problema agli adduttori ma poi l’ho rischiato, Asamoah è andato in panchina ma non sta bene al ginocchio. Ora ripartiamo e martedì c’è già la trasferta di Brescia, in cui dovranno giocare ancora gli stessi o quasi. Tutti stanno dando il 200%, a volte si fanno errori ma c’è da mettere in conto anche la stanchezza psicofisic­a, che è difficile da gestire». Poi, però, la società dovrà fare qualcosa per far crescere l’Inter: Conte vuole questo.

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LAPRESSE Carisma Antonio Conte, 50 anni, prima stagione alla guida dell’Inter: ieri primo pareggio in A

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