PUGNI, VIP E TATUAGGI COSÍ KING SCARDINA PORTA NEL FUTURO IL PUGILATO ITALIANO
Generazione Scardina. La boxe italiana scopre e s’innamora di «King Toretto», un campione che fa rima... con mattatore. Oltre le corde del ring c’è un popolo che grazie a Daniele si riappropria di uno sport capace di fare tendenza soprattutto nella sua capitale, Milano, nel suo tempio ritrovato come il Palalido pieno di tremila appassionati, grazie agli organizzatori (i fratelli Cherchi che seguono le orme del padre) ai nuovi interpreti (giovani pro’ che si stanno costruendo silenziosamente una carriera lusinghiera). Un movimento, sostiene Scardina,«che io sto spingendo». Daniele è un leader sul ring e fuori, una calamita anche per il gossip: solo lui avrebbe potuto radunare in una volta sul parterre cantanti, attori, artisti e calciatori, non solo gli abituali frequentatori delle classiche riunioni di pugilato. Dopo un anno di appuntamenti diventati consuetudine Scardina ha sublimato e contemplato tutto questo venerdì sera dominando con una grande prova (e nonostante il dolore a una mano) il belga Achergui per difendere il mondialino Ibf dei supermedi. È stata questa la risposta migliore a quanti si chiedono giustamente se Daniele sia davvero un potenziale campione del mondo del futuro. A 27 anni e con un record imbattuto di 18 vittorie, Scardina continua a fortificarsi perché riesce a coniugare due mondi: quello italiano che sta risvegliandosi con la generazione di ragazzi e ragazze attratti dalla boxe e sempre più numerosi nelle palestre; e quello americano che non fa mai sconti: Daniele, infatti, per diventare il pugile più popolare d’Italia si allena a Miami, e torna in Italia solo per combattere. Su di lui scommette il promoter inglese di Anthony Joshua, Eddie Hearn, e Dazn ormai ne sta facendo un’icona del ring. A Scardina non manca nulla per lasciare il segno. E dopo aver chiamato attorno a sé la generazione futuro, nel 2020 ha tutti i numeri per incrementare questa popolarità a suon di risultati passando per match ancora più difficili. Con quel modo di parlare messianico, con il corpo pieno di tatuaggi, che raccontano una vita e una sfida particolari, il campione preferito dai trapper sta portando fuori dall’oblio la boxe. La generazione futuro è in buone mani: a King Toretto non mancano davvero il coraggio, la fantasia e l’umiltà. Per lasciare il segno.