La Gazzetta dello Sport

«Mi aspettavo di più Sbagli troppo grossi per quelli che siamo»

«Rispetto al Lecce un passo indietro. Suso? Inutile parlare di singoli. Io ci credo: possiamo fare meglio»

- di Alessandra Bocci

Numeri orribili. Dieci punti in nove partite, la zona Champions lontana, più lontana a livello aritmetico della zona retrocessi­one, ma non è questo che preoccupa. Piuttosto l’incapacità del Milan di fare due passi avanti di seguito, perché appena sembra migliorato pare guardare se stesso allo specchio, spaventars­i e tornare indietro. Era successo dopo il confortant­e primo tempo con il Torino, gestione Giampaolo, è successo dopo il primo tempo giocato contro il Lecce a San Siro, esordio di Pioli, allenatore che di solito prende le squadre in corsa e lo fa bene. Di solito. Questo Milan invece è senza pace e il periodo buio continua così, con una sconfitta amara, dopo la comparsa sui media di un bilancio rossissimo e le dichiarazi­oni di pubblica impazienza del d.t. Maldini, che non vuole aspettare dieci anni per tornare in alto. Magari non ci vorranno dieci anni, ma difficilme­nte basteranno sette mesi per rivedere l’Europa dei grandi. La fase di lavoro continua. Work in progress, come si suol dire. In realtà i progressi vanno e vengono. Dopo i bagliori del WM rinnovato ecco la mollezza e la confusione di questo pomeriggio romano. «Ci siamo messi in difficoltà da soli», dice il tecnico del Milan. «Rispetto alla partita di domenica con il Lecce ho visto un passo indietro. Al di là della bravura del Lecce e della forza della Roma, non abbiamo vinto l’altra settimana e abbiamo perso questa volta per demerito nostro. Bisognava essere più determinat­i, più precisi». A volte, dice Pioli, è come se la squadra non percepisse pienamente la differenza fra vincere, perdere e pareggiare. «E invece fa tutta la differenza del mondo. Mi aspettavo di più. Abbiamo commesso errori troppo importanti per la squadra che siamo». Lavorare sulla testa? Pioli insiste piuttosto sulla tecnica. «Abbiamo sbagliato troppo, abbiamo giocato male tecnicamen­te. Contro la Roma non puoi permettert­elo».

Delusione

Erano tre successi in 21 precedenti e tali restano al ventiduesi­mo incrocio: Pioli con i gialloross­i vede le streghe, peggio gli è andata soltanto contro la Juve che non ha mai battuto e che lo attende allo Stadium il 10 novembre. In mezzo, la partita di giovedì con la Spal e poi l’incontro contro una delle sue ex squadre, la Lazio. Per risollevar­e questo Milan, dice Pioli, ci vorrà tanto lavoro. Mostra fiducia. Non infierisce su nessuno. Rifiuta il processo a Suso, che verosimilm­ente sarà ancora messo in croce via social. «Inutile andare sul singolo o su un unico reparto». Inutile parlare di un Piatek opaco, o degli errori di Kessie o dei difensori. Inutile sottolinea­re quanto sia lunga la fase di maturazion­e di Rafael Leao. Il mantra è sempre lo stesso. «Dobbiamo e possiamo fare meglio, io ci credo. Questa squadra ha qualità». Oggi, assemblea dei soci a casa Milan e a seguire, a Palazzo Marino, un consiglio comunale importante per la questione stadio. In gioco c’è il futuro del Milan, ma prima di tutto è il campo che conta. E il campo piange.

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AFP Senza vittorie Stefano Pioli, 54 anni, un pari e una sconfitta in due gare

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