La Gazzetta dello Sport

Il muro non regge Romagnoli duro: «Il lavoro è lungo»

Dodici gol subiti nelle ultime 6 partite: «La classifica fa male»

- Di Marco Pasotto ROMA

Casa Milan è ancora infestata dai fantasmi. Casa Milan intesa come sede, dove oggi l’assemblea degli azionisti certifiche­rà lo sprofondo rosso da record, e casa Milan nel senso di campo, ovvero il luogo dove il Diavolo lavora. Fantasmi che fanno tremare le gambe a troppi giocatori, se a ogni partita ci si ritrova a fare la conta degli errori da matita blu. I rossoneri hanno abbandonat­o ormai da tempo il territorio delle semplici disattenzi­oni per entrare nel terreno minato dell’autolesion­ismo profondo. Situazione a cui Pioli non è ancora riuscito a mettere mano, dal momento che i quattro gol incassati con Lecce e Roma nascono da amnesie proprie più che dall’abilità avversaria. A proposito di gol subiti: c’era una volta una difesa - o meglio, una fase difensiva - che era il fiore all’occhiello del Milan. Una delle poche note liete di un 2019 pieno di spine. Ora non c’è nemmeno più quella: nelle ultime sei uscite i rossoneri hanno lasciato la porta aperta dodici volte e la sconsolant­e media di due reti subite a partita è presto fatta. Complicato pensare di vincere segnando più degli avversari, soprattutt­o con un attacco capace di andare a segno soltanto nove volte.

Troppe amnesie

Gettare la croce sui singoli ovviamente risulta facile in un momento simile, ma la vera riflession­e da fare è chiedersi come mai quei singoli si ritrovano in condizioni simili. Mentali soprattutt­o, e in alcuni casi anche fisiche. Magari parlavano anche di questo Maldini e Gazidis, che hanno lasciato l’Olimpico discutendo fitto (mentre Boban non era allo stadio), mentre Romagnoli è quello chiamato a metterci la faccia nel dopogara assieme a Pioli. «E’ un momento complicato a causa dei tanti errori fatti anche nelle altre partite - non si nasconde il capitano -. Siamo una squadra giovane che ha già concesso troppo, che ha fatto errori fatali. Dobbiamo dare qualcosa di più tutti quanti, il lavoro è lungo». Spiega Alessio: «Quando attacchi in tanti è normale soffrire un po’ di più dietro. Il mister vuole un gioco così e noi facciamo quello che ci dice. La classifica? Fa male guardarla perché il Milan non deve stare in quella posizione. Vogliamo portarlo il più in alto possibile, dobbiamo lavorare e cercare di portare la squadra in alto». In alto per adesso invece ci stanno gli altri, ovvero quelli che il Milan affronterà presto: dopo la Spal giovedì, il menù propone Lazio, Juve e Napoli. A Casa Milan ci sono fantasmi che volano ovunque.

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LAPRESSE Leader rossonero Alessio Romagnoli, 24 anni,

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