Giù le mani! Il baby olandese ha un problema Juve in soccorso
Troppi interventi scomposti in area: Matthijs non si è ancora adattato Da Paratici a Bonucci, tutti al suo fianco
Matthijs, mani in alto. E adesso confessa: cosa c’è davvero dietro a quel braccio birichino? Di mano in mano, di braccio in braccio, il mistero si è infittito: Matthijs de Ligt non riesce ancora a tenere a freno gli arti superiori in area, un po’ per inquietudine e un po’ per sfortuna. E regalare (o rischiare) rigori ai rivali non è mai una cosa consigliabile vista la prevedibile battaglia contro Conte. I tanti, troppi, falli di mano in area del biondone olandese sembrano nascondere una insicurezza di fondo: un po’ inattesa, ma di certo comprensibile per chi è appena sbarcato da un altro pianeta. De Ligt è arrivato a Torino con la fama del predestinato, del capitanobambino dotato di talento e carisma non comuni. Se non li avesse avuti, non avrebbe certo avvolto al braccio la fascia in un club dalla storia gloriosa come l’Ajax, quando aveva appena l’età per votare. Di quella baldanza, però, finora non c’è traccia: la nuova timidezza in bianconero la vedi così negli interventi a rischio penalty, ma anche in certe chiusure ingenue. In una, all’alba del match del Via Del Mare, il 20enne olandese ha recapitato un pallone nell’unico punto in cui mai avrebbe dovuto: in mezzo, sui piedi del leccese Majer pronto a sparare. E pure nelle scorribande offensive, forse, basterebbe solo stare sereni: nell’affannato assalto finale in
Salento, su un calcio d’angolo, Matthijs avrebbe potuto schiacciare comodamente di testa. Quando ad aprile con uno stacco poderoso a Torino aveva rovinato la stagione bianconera di Champions aveva tutt’altra decisione.
I tre casi
La mano e il braccio di De Ligt sono materie di discussione. Se contro l’Inter Matthijs aveva regalato lo sciagurato rigore del pari segnato da Lautaro, l’azione contro il Bologna non aveva prodotto un penalty, poi sabato ecco il nuovo fallo fischiato in casa del Lecce. Tre «casi» in tre partite, tutti più o meno simili: prima o poi i bianconeri dovevano lasciare qualcosa per strada ed è accaduto in Salento. Chi della Juve è stato interrogato sull’argomento ripete sempre che non c’è da preoccuparsi: il ragazzone costato una fortuna (85 milioni) è un predestinato. Deve stare solo tranquillo e, man mano, arriverà la sicurezza di un tempo. Sarri stravede per lui e anche Bonucci gli ha regalato carezze dopo il pari di Lecce: «Ci siamo passati tutti», ha detto il capitano. Il suo posto da titolare non è quindi in discussione, nonostante alle spalle bussino sia Demiral che Rugani: De Ligt avrà pure le mani in alto, ma non certo le spalle al muro.