La Gazzetta dello Sport

Gol sbagliati e social spietati Federico, sei già in crisi?

Grandi critiche dopo l’errore sotto porta, nonostante il passaggio per Dybala Nei prossimi sei mesi sarà dentro o fuori

- Di Luca Bianchin

Il palo di Lecce forse vibra ancora, nella testa di Federico Bernardesc­hi. L’azione è nella memoria di tutti gli juventini: lancio di Alex Sandro, gran controllo di FB33, dribbling su Gabriel e tiro, da posizione defilata ma senza portiere. Gol? No, sdong. Il rumore del palo. I critici sui social da 36 ore si accaniscon­o citando quell’occasione e l’altra. Ripartenza Juve, Emre Can crossa basso, Federico in zona dischetto perde il momento e, quando calcia, trova Lucioni. I commenti sono le classiche esagerazio­ni di Twitter - battute, meme, video ironici e non simpatici - ma è vero che Bernardesc­hi spesso sembra fare la scelta sbagliata negli ultimi 20 metri, dove un trequartis­ta della Juventus dovrebbe fare la differenza. Come se fosse prigionier­o dei suoi pensieri.

Vita in altalena

La verità è che con Federico è sempre tutto complicato, in qualche modo precario. Quanti giocatori dominano - non decidono, dominano - un ottavo di finale contro l’Atletico Madrid senza che il mondo sappia in che ruolo giocano? Bernardesc­hi è stato mezzala ed esterno con Allegri, numero 7 e numero 10 con Sarri, e non dev’essere una vita facile, a cambiare riferiment­i ogni 15 giorni, a volte ogni 15 minuti. L’estate poi, l’estate è stata strana. La Juventus ha scelto l’allenatore perfetto per lui, poi a distanza di due mesi ha tentato di venderlo e, quando tutto si è sistemato, Sarri ha deciso (logicament­e) che di Douglas Costa non si poteva fare a meno. Dal campo alla panchina passando per Barcellona: da labirintit­e.

I prossimi mesi

L’ultima pausa nazionali aveva lanciato un segnale: gol alla Grecia e al Lichtenste­in, dopo l’esultanza con il Leverkusen e la partita molto particolar­e con l’Inter, deludente in fase offensiva, molto apprezzata da Sarri in fase difensiva per il lavoro su Brozovic. Poi niente, di nuovo un mix di buone giocate - la palla di sabato per Dybala è un’autostrada per il gol - e quella sensazione di giocatore fuori sincro, sfiduciato, generoso in tutti i sensi ma mai decisivo, mai incisivo sotto porta. Sì, ma allora? Allora i prossimi sei mesi saranno i più importanti. Bernardesc­hi continuerà ad avere minuti, perché Ramsey non sta bene e ora nemmeno Pjanic, ma lui e la Juve dovranno usare questo tempo per capire dove gioca, quanto vale, se Federico può essere un pezzo di una delle migliori squadre al mondo. Altrimenti via, meglio cambiare, ritrovare la libertà di Firenze, vivere senza un rumore di palo nella testa.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy