La Gazzetta dello Sport

SIRIGU CHIUDE LA PORTA E ZAZA ACCIUFFA IL PARI CAGLIARI FORMATO EUROPA

Granata ancora opachi: la vittoria manca ormai da un mese Sardi avanti con Nandez e nel finale sfiorano la vittoria

- Di Nicola Cecere- INVIATO A TORINO

IIl Toro non riesce a tornare al successo (2-1 al Milan, un mese fa) ma perlomeno, grazie soprattutt­o alla nota ditta Sirigu&Belotti, non perde contro questo Cagliari bello e spensierat­o che prosegue la sua avventura europea in assoluta leggerezza («non guardo la classifica ma le prestazion­i in crescendo», dice un gongolante Maran). Finisce come l’anno scorso, un equo 1-1, però stavolta sono i granata a rimontare con l’unico tiro in porta della ripresa: di un rapinoso Zaza su assist del solito Belotti (24’). Per i sardi non si può parlare di vera e propria beffa ma un po’ di amarognolo sul palato rimane perché Sirigu, che sull’isola c’è nato, ha chiuso due volte a Simeone la strada del gol. E nella prima circostanz­a (gran tiro da fuori area) il portiere col suo volo a mano aperta ha tenuto in vita il tremebondo Toro della seconda parte del primo tempo. Avesse incassato lo 0-2 sarebbe sparito dal campo, probabilme­nte.

Le novità granata

Nonostante la settimana di intenso lavoro, finita con accorgimen­ti tattici e novità di formazione (il debutto di Iago dal 1’, il rilancio di Djidji, Ansaldi trequartis­ta), Mazzarri ancora una volta ha visto la sua squadra incapace di esprimersi con continuità sui livelli dell’anno scorso. Stavolta ci sono stati dieci minuti di ardore agonistico nella fase iniziale, che però hanno fruttato dei semplici “retropassa­ggi” di Iago e Baselli, poi il Cagliari ha preso in mano le operazioni. Niente di eclatante, per carità, però al 17’ e al 20’ Joao Pedro ha avuto le opportunit­à per schiodare lo 0-0 e dopo un errore in disimpegno di Ceppitelli (sceso in campo con un fastidio al piede) che ha portato l’indomito Belotti davanti alla porta (Olsen lo mura in uscita, 24’) ecco che al 40’, sugli sviluppi di un traversone lisciato da Djidji, il pallone carambola da Simeone sul destro di Nandez che sfrutta l’occasionis­sima con un diagonale inesorabil­e.

La risalita del Gallo

Si riparte tra qualche fischio della Maratona e con Zaza al posto di un Falque ancora in ritardo di condizione atletica: dopo tre mesi, lo si può comprender­e. E, naturalmen­te, va

aiutato schierando­lo: se non gioca non progredisc­e, of course. Mazzarri dopo il doppio centravant­i cambia un altro modulo quando al 60’ fa spazio anche a Verdi. Però l’esterno giunto da Napoli si trova in piena fase di ambientame­nto e vaga per il campo alla ricerca della posizione migliore: destra, centro. Di sicuro non gli manca la voglia di spaccare il mondo, ma in questa fase non riesce a incidere. Va aspettato. Pure Ansaldi, per una volta, dà di meno. L’argentino appare a disagio nella girandola di ruoli che deve interpreta­re per aiutare la rimonta. Compiuta l’operazione pareggio, il Toro ha un altro guizzo in contropied­e (fermato però da un fuorigioco retroattiv­o, cioè fischiato dopo, di Belotti) e poi torna in scena il Cagliari che cerca con incisività i tre punti. Da qui la delusione del pubblico, che si attendeva un finale da quarto d’ora granata.

Finale rossoblù

Sirigu salva ancora su Simeone (uscendogli sui piedi), poi toglie dall’angolino un tiro di Pellegrini deviato da De Silvestri e infine Pisacane sfiora l’incrocio dal limite. Dati di cronaca che testimonia­no come il Cagliari abbia provato fino in fondo a vincere. Maran nonostante le nove formazioni cambiate in nove giornate ha divulgato un copione che tutti hanno saputo imparare a memoria. Il Torino invece è in una fase di smarriment­o della convinzion­e mentale e della gagliardia agonistica, difficoltà testimonia­te dalla frenesia dei cambi di uomini e di sistemi di gioco. Ora deve sperare che i suoi elementi di maggior qualità tornino in fretta al top della condizione fisica. Intanto, però, ci sono Lazio e Juve alle porte: è il momento di legarsi tutti insieme alla fune per affrontare l’impegnativ­a scalata.

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 ?? LAPRESSE ?? L’episodio Robin Olsen, 29 anni, anticipa Simone Zaza, 28. Ma nella circostanz­a la punta granata lamenta un intervento falloso subito da Luca Pellegrini
LAPRESSE L’episodio Robin Olsen, 29 anni, anticipa Simone Zaza, 28. Ma nella circostanz­a la punta granata lamenta un intervento falloso subito da Luca Pellegrini

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