SIRIGU CHIUDE LA PORTA E ZAZA ACCIUFFA IL PARI CAGLIARI FORMATO EUROPA
Granata ancora opachi: la vittoria manca ormai da un mese Sardi avanti con Nandez e nel finale sfiorano la vittoria
IIl Toro non riesce a tornare al successo (2-1 al Milan, un mese fa) ma perlomeno, grazie soprattutto alla nota ditta Sirigu&Belotti, non perde contro questo Cagliari bello e spensierato che prosegue la sua avventura europea in assoluta leggerezza («non guardo la classifica ma le prestazioni in crescendo», dice un gongolante Maran). Finisce come l’anno scorso, un equo 1-1, però stavolta sono i granata a rimontare con l’unico tiro in porta della ripresa: di un rapinoso Zaza su assist del solito Belotti (24’). Per i sardi non si può parlare di vera e propria beffa ma un po’ di amarognolo sul palato rimane perché Sirigu, che sull’isola c’è nato, ha chiuso due volte a Simeone la strada del gol. E nella prima circostanza (gran tiro da fuori area) il portiere col suo volo a mano aperta ha tenuto in vita il tremebondo Toro della seconda parte del primo tempo. Avesse incassato lo 0-2 sarebbe sparito dal campo, probabilmente.
Le novità granata
Nonostante la settimana di intenso lavoro, finita con accorgimenti tattici e novità di formazione (il debutto di Iago dal 1’, il rilancio di Djidji, Ansaldi trequartista), Mazzarri ancora una volta ha visto la sua squadra incapace di esprimersi con continuità sui livelli dell’anno scorso. Stavolta ci sono stati dieci minuti di ardore agonistico nella fase iniziale, che però hanno fruttato dei semplici “retropassaggi” di Iago e Baselli, poi il Cagliari ha preso in mano le operazioni. Niente di eclatante, per carità, però al 17’ e al 20’ Joao Pedro ha avuto le opportunità per schiodare lo 0-0 e dopo un errore in disimpegno di Ceppitelli (sceso in campo con un fastidio al piede) che ha portato l’indomito Belotti davanti alla porta (Olsen lo mura in uscita, 24’) ecco che al 40’, sugli sviluppi di un traversone lisciato da Djidji, il pallone carambola da Simeone sul destro di Nandez che sfrutta l’occasionissima con un diagonale inesorabile.
La risalita del Gallo
Si riparte tra qualche fischio della Maratona e con Zaza al posto di un Falque ancora in ritardo di condizione atletica: dopo tre mesi, lo si può comprendere. E, naturalmente, va
aiutato schierandolo: se non gioca non progredisce, of course. Mazzarri dopo il doppio centravanti cambia un altro modulo quando al 60’ fa spazio anche a Verdi. Però l’esterno giunto da Napoli si trova in piena fase di ambientamento e vaga per il campo alla ricerca della posizione migliore: destra, centro. Di sicuro non gli manca la voglia di spaccare il mondo, ma in questa fase non riesce a incidere. Va aspettato. Pure Ansaldi, per una volta, dà di meno. L’argentino appare a disagio nella girandola di ruoli che deve interpretare per aiutare la rimonta. Compiuta l’operazione pareggio, il Toro ha un altro guizzo in contropiede (fermato però da un fuorigioco retroattivo, cioè fischiato dopo, di Belotti) e poi torna in scena il Cagliari che cerca con incisività i tre punti. Da qui la delusione del pubblico, che si attendeva un finale da quarto d’ora granata.
Finale rossoblù
Sirigu salva ancora su Simeone (uscendogli sui piedi), poi toglie dall’angolino un tiro di Pellegrini deviato da De Silvestri e infine Pisacane sfiora l’incrocio dal limite. Dati di cronaca che testimoniano come il Cagliari abbia provato fino in fondo a vincere. Maran nonostante le nove formazioni cambiate in nove giornate ha divulgato un copione che tutti hanno saputo imparare a memoria. Il Torino invece è in una fase di smarrimento della convinzione mentale e della gagliardia agonistica, difficoltà testimoniate dalla frenesia dei cambi di uomini e di sistemi di gioco. Ora deve sperare che i suoi elementi di maggior qualità tornino in fretta al top della condizione fisica. Intanto, però, ci sono Lazio e Juve alle porte: è il momento di legarsi tutti insieme alla fune per affrontare l’impegnativa scalata.