La Gazzetta dello Sport

«Come avremmo potuto vincere? Ci serviva qualcosa di diverso»

Sebastian: «Nel finale ho provato ad avvicinarm­i, ma Lewis aveva una gran velocità» Charles: «Devo essere più deciso sulle strategie, non sono ancora al livello di Vettel»

- Di Mario Salvini INVIATO A CITTÀ DEL MESSICO

L’aveva detto, Sebastian Vettel: «Con le gomme sarà un’avventura». Lo è stata, è stato un enigma soprattutt­o interpreta­rle, comprender­e come e quanto sarebbero durato. E dunque capire quale sarebbe stata la strategia migliore. Così una delle gare più tattiche che si siano mai viste per le Ferrari è finita con un’altra doppia prima fila senza vittoria. Perché davanti Lewis Hamilton è stato una volta di più fenomenale nell’assecondar­e e a far durare le sue Pirelli meglio di tutti. «Ma è stata davvero dura tenere dietro queste Ferrari», ha concesso il vincitore agli avversari battuti. E in fondo Vettel dev’esser stato d’accordo con lui, almeno a giudicare dalla sua aria di essere in pace con se stesso e col suo secondo posto. Per 26 giri Seb ha inseguito il rivale. Sempre alla stessa distanza, attorno ai 2 secondi. In una sola tornata, la 63a, è andato sotto, a 1”9. Ma è stato un simbolo, niente più. «È stata sorprenden­te la durata delle gomme bianche», ha detto il capitano Sebastiano che ieri ha recuperato 6 punti sul suo compagno di Ferrari. Ora, nell’unica lotta che a questo punto è ancora viva, quella tutt’altro che platonica per la gerarchia in squadra, il vantaggio del debuttante sull’esperto è di 6 punti: 236 per Charles Leclerc, 230 per Vettel. «È stata una bella gara – ha proseguito il tedesco abbraccian­do Valtteri Bottas prima del podio – molto intensa. Ho faticato a tenere a bada la pressione che mi ha messo lui. E solo nella parte finale ho cercato di avvicinarm­i a Lewis che però aveva una gran velocità di crociera». Niente da rimprovera­rsi, dunque. «Forse avremmo dovuto inventarci qualcosa di diverso nella strategia», ha solo aggiunto Seb.

Charles autocritic­o

A differenza di Leclerc, partito in pole e arrivato quarto. «Sono deluso come tutti in Ferrari», ha spiegato. Senza menzionare i pesantissi­mi 4” buoni persi nel secondo pit stop, ma concentran­do piuttosto la sua disamina sul fatto di averla dovuta fare, quella seconda sosta. «Ci siamo fermati troppo presto per coprire Albon. Dopodiché nel secondo stint non andavo come avrei voluto. Ho patito il surriscald­amento di motori e freni ogni volta che mi avvicinavo a chi mi precedeva. Il fatto è che la Mercedes ha fatto un lavoro buonissimo: non ci aspettavam­o che arrivasser­o fino alla fine con le gomme dure con una sola sosta. In questo senso io ho capito che forse devo essere più deciso sulle strategie». Il Principino dev’essere rammaricat­o di non essersi imposto su una sola sosta. «Devo lavorarci, non sono ancora a livello di Seb», ha concluso. Mentre il team principal Mattia Binotto quel rammarico non ce l’ha. «Chi era dietro ha fatto una scommessa, cioè fermarsi presto e fare (ugualmente, ndr) una sola sosta. Un tipo di azzardo che fa uno quando insegue. Non puoi permettert­elo quando sei davanti. Siamo dispiaciut­i, perché non eravamo in inferiorit­à, il ritmo era buono. Dobbiamo solo capire perché nel secondo stint di Charles la gomma gli ha fatto perdere tutto quel tempo».

Non ci aspettavam­o che arrivasse fino alla fine con una sosta

Chi era dietro ha fatto una scommessa, cioè fermarsi presto

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