La Gazzetta dello Sport

Vince sempre e solo lui Battuto anche Doohan

Agostini lo premia sul podio: «Si prenderà i miei record». Rossi 8o: «In rettilineo mi passavano tutti»

- di Paolo Ianieri

Cinque. Le vittorie consecutiv­e di Marc Marquez, che dal GP di San Marino nessuno è riuscito a scalzare dall’attico del podio. Cinquantac­inque. I trionfi che ne fanno il pilota più vincente della Honda in classe regina, Mick Doohan sorpassato e caccia alle 68 vittorie di Giacomo Agostini. Che sul podio di Phillip Island, acclamato come una star, prima consegna a Marc l’11a coppa del vincitore della stagione, poi nel retro podio lo guarda negli occhi e ridendo gli dice: «Da domattina faccio dei riti vodoo. Sei bravissimo, sei una bestia, credo che prima o poi mi porterai via i record di vittorie e Mondiali». Uno. Come il punto di svantaggio che il team Marquez vanta sulla Ducati nella classifica iridata a squadre. Team Marquez non è un refuso, ma la realtà di una stagione dominata dal campione della Honda, che porta in dote 375 dei 408 punti conquistat­i dalla Hrc, contro i soli 23 di Jorge Lorenzo, anche ieri desapareci­do. Mentre Marc portava a casa la vittoria n. 81 in carriera, Jorge chiudeva ultimo, a 1’06” dal compagno, ma anche a 22” da Hafiz Syahrin, 15° con la Ktm. Viene da chiedersi quanto a lungo lo spagnolo e il la Honda saranno disposti a rimediare queste figuracce.

Marcatura ferrea

Ha vinto da solo sul traguardo Marquez, ma fino a 3 curve dalla fine tutti erano con il fiato sospeso, pronti al gran finale con Viñales, fino a quel momento perfetto con una Yamaha ottimament­e bilanciata sui lunghi curvoni di Phillip Island, ma in deficit di potenza. Per 18 giri, mentre il resto della griglia spariva all’orizzonte, Marc ha viaggiato a un decimo da Maverick, stando attento a chiudere il gas in rettilineo, aspettando il momento buono per passare. Che è arrivato all’inizio dell’ultimo passaggio, strategia che ultimament­e ha affinato con Quartararo, sorpasso di potenza e via. «La chiave è stata restare quei primi 5 giri con Maverick, sapevo che se fossi sopravviss­uto poi me la sarei giocata. Girava 1” più veloce di tutti, era la mia sola possibilit­à» racconta Marquez. «Ho dato tutto me stesso — ha detto Viñales —, sapevo che mi avrebbe passato all’ultimo giro, ma ero pronto, mi ero preparato il terzo settore alla perfezione per attaccare nell’ultimo». Solo che il piano non ha funzionato. Dopo lo scolliname­nto della curva 9, nel portare l’attacco all’interno, Viñales è andato giù. «Non so cosa sia successo, ho scalato, la moto si è scomposta e buonanotte. Ma se non fossi caduto lì sarebbe accaduto 10 metri dopo. Non mi interessav­a finire secondo» dice. «Se fosse tornato davanti, lo avrei passato sul rettilineo» replica Marquez.

Festa Miller

Secondo Cal Crutchlow, che qui un anno fa era in ospedale dopo l’incidente del venerdì, 3° il padrone di casa Jack Miller, che in una volata a 8 ha bruciato di 50 millesimi l’altra Ducati Pramac di Francesco Bagnaia, al miglior risultato in MotoGP, Mir, un Andrea Iannone in grande spolvero con una sorprenden­te Aprilia, Dovizioso e Valentino Rossi, 8° nel suo 400° GP dopo aver condotto i primi 3 giri («Ho lottato, ma ogni giro mi passava qualcuno in rettilineo»). Fuori alla prima curva Petrucci, portato largo da Marquez al via («Mi ha toccato e mandato sullo sporco, spero di non avere problemi ai legamenti della caviglia») e tramutatos­i in un proiettile impazzito che ha travolto anche Quartararo.

 ?? AFP ?? Imbattibil­e Marc Marquez, 26 anni, con il trofeo dell’11o successo stagionale consegnato­gli da Giacomo Agostini
AFP Imbattibil­e Marc Marquez, 26 anni, con il trofeo dell’11o successo stagionale consegnato­gli da Giacomo Agostini

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