La Gazzetta dello Sport

Lewis giù il sombrero Ferrari altri rimpianti

LA MERCEDES AZZECCA LA STRATEGIA HAMILTON SUPER, TITOLO IN ARRIVO

- di Cortinovis, Perna, Salvini (Foto: Lewis Hamilton, decimo GP vinto quest’anno)

Una sosta sola per l’iridato che dà lezioni di grinta e beffa le rosse: Vettel chiude 2° su Bottas, Leclerc solo 4° dopo essere scattato in testa. Verstappen pasticcia ancora

Ha ragione Toto Wolff quando dice che la gente spesso è ingiusta con Lewis Hamilton e che «ci si renderà davvero conto della grandezza di questo campione solo quando avrà smesso». Ieri il cinque volte iridato ha compiuto un altro capolavoro, battendo Ferrari e Red Bull su una pista in cui la sua Mercedes era data per sfavorita, e resistendo per metà gara alla pressione di un Sebastian Vettel che poteva contare su gomme più fresche dell’inglese, essendosi fermato per cambiare 14 giri dopo il rivale. In teoria Lewis a quel punto era senza scampo e il sorpasso della rossa sembrava inevitabil­e pensando al finale della gara. Invece no. Hamilton, come molte altre volte, è andato oltre i numeri e la logica. È riuscito a gestire gli pneumatici usurati da maestro e ha mantenere il suo vantaggio su Seb intorno ai due secondi fino al traguardo. Un gigante.

Classe immensa

Per tutto il tempo c’è stato un continuo scambio di messaggi fra Hamilton e gli ingegneri al suo muretto, dove Marcus Dudley sostituiva il fido Pete Bonnington, alle prese con esami medici in Gran Bretagna. «Forse ci siamo fermati troppo presto», ha detto Lewis dopo il pit stop al 23° giro. «No, stai tranquillo, potremo dettare il ritmo davanti», gli rispondeva­no. «Ma c’è tanta strada da fare con queste gomme», ha ribattuto Hamilton. E il team: «Sappiamo che è dura, ma secondo i nostri calcoli puoi farcela». Già, facile a dirsi. Però è servito tutto il talento e la classe immensa dell’inglese per metterlo in pratica, senza ricorrere a una seconda sosta. È così arrivata la vittoria numero 100 per la Mercedes, che ha già blindato il Mondiale costruttor­i in Giappone e aspetta di incoronare Lewis ad Austin, il quale con 83 vittorie è ormai vicino al record assoluto (91) di Michael Schumacher. «Uno dei più bei trionfi della mia carriera», l’ha definito Hamilton.

Che battaglia

Non sono certo mancati i brividi per Lewis. Dal duello ruota a ruota con Max Verstappen nella curva 1-2, con l’olandese della Red Bull che ha avuto la peggio finendo nell’erba, alla battaglia a distanza contro Seb. Ha avuto l’abilità di salvarsi da un testacoda, quando Max lo ha toccato nel tentativo di mettersi in scia alle due rosse dopo il via, e da lì ha proseguito con il fondo della Mercedes danneggiat­o, riuscendo a compiere un’impresa. Mentre Verstappen ha concluso nel peggior modo un fine settimana già macchiato dalla pole cancellata per avere ignorato le bandiere gialle nell’incidente di Valtteri Bottas ed essersi giustifica­to in maniera maldestra. «Sapevo che Max prima o poi mi sarebbe venuto addosso come un siluro e questa volta lo ha fatto – racconta Hamilton –. È stata una gara durissima, con una partenza folle, in cui Vettel mi ha quasi buttato fuori pista. Ero combattuto. Pensavo al campionato, ma volevo vincere. Non mi dispiace che il titolo non sia ancora arrivato. A me piace vivere la gara e questa volevo conquistar­la da un po’».

Occasione persa

La Ferrari, che partiva in prima fila con Leclerc e Vettel, si è vista invece scappare un’altra grande occasione come a Sochi e a Suzuka. Non è bastato ai ferraristi scattare davanti a tutti. Charles è stato penalizzat­o dalla strategia a due soste e da una gestione non impeccabil­e delle gomme, senza riuscire a rimontare oltre il quarto posto, dopo avere perso 4” di troppo nel secondo pit stop a causa del dado di una ruota. Mentre Seb, spiazzato dalla sosta anticipata di Hamilton, ha risposto “no” quando dal team gli hanno chiesto di fermarsi ai box subito dopo Lewis e ha proseguito per avere gomme più fresche nel finale. La Mercedes però, con quella mossa, ha preso la testa della gara e a nulla sono valsi gli attacchi di Seb contro il ritmo delle Frecce d’argento, capaci di avvicinars­i anche con un Bottas a cui è passato in fretta il mal di testa dopo il grande botto di sabato. Il campionato non è ancora chiuso, ma è solo una formalità per Hamilton, che domenica negli Usa può conquistar­e il sesto titolo se farà almeno quattro punti più del compagno: sarà sufficient­e un ottavo posto. Ma, quando si parla di Lewis, contano più le emozioni che le statistich­e.

Festa vicina Se Valtteri non vince domenica a Austin, l’inglese centra il 6° titolo

Quota 100 Per la scuderia iridata si tratta del centesimo successo in F.1

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