La Gazzetta dello Sport

IL MILAN VEDE LE STREGHE

ERRORI CLAMOROSI, PIOLI DELUSO LA ROMA (2-1) VICINA AL 4° POSTO CON DZEKO MASCHERATO E ZANIOLO

- di Bocci, Cecchini, Garlando, Lusena, Pasotto (Foto: l’1-0 di Dzeko)

Se i giocatori e o lo spirito sono questi, dieci anni non basteranno. Accanto a Boban e Maldini, possono anche arrivare Gullit, Van Basten e Sacchi in persona, ma non bastano. A Milanello hanno messo porte da saloon, così gli allenatori entrano ed escono più facilmente: può essere sempre colpa loro? Pioli ha dato in fretta ordine e identità tattica, ma se Kessie si perde Dzeko in area; se Calabria manda in gol Zaniolo; se Conti e Biglia fanno a gara su chi perde più palloni; se Paquetà lavora di suola, ma non crea mezza occasione; se Suso, l’eterno titolare, dribbla solo se stesso; se Leao, in piena area, con la porta in faccia, non tira, come può questo povero Diavolo venire fuori dai guai? Il buon Pioli sostiene di avere tutti «giocatori da Milan». Dissentiam­o. Donnarumma e Theo Hernandez. Poi? Analisi troppo dura? Quando la malattia è grave, la peggior medicina è la compassion­e. Meglio guardare in faccia la dura realtà: il Milan ha perso la quinta partita su nove. E’ a 3 punti dalla zona salvezza. Dopo la Spal, dovrà incrociare Lazio, Juve e Napoli. In che posizione sarà dopo queste tre Cime Coppi? Giusto chiedersel­o ed avere paura, sperando che la paura accenda finalmente un cuore finora troppo tiepido. Difficile ricordare un Milan così debole.

Roma italiana

La Roma il cuore ce l’ha messo tutto, invece. Raggiunta sull’1-1, ha impiegato quattro minuti per tornare avanti. Una frustata d’orgoglio che il Milan non ha mai avuto. Ci ha messo cuore anche per compensare le mille assenze di uomini cardine. Cuore, ma anche testa. Non c’è più la squadra che, a inizio campionato, pressava e attaccava sempre, al limite dell’incoscienz­a. Se è passata dai 10 gol segnati nelle prime quattro partite ai 2 nelle quattro successive qualcosa è accaduto. Diverte meno, ma subisce meno. La vittoria di Bologna allo scadere, con epica sofferenza all’italiana in dieci, ha illuminato Fonseca come San Paolo sulla via di Damasco. Oggi la Roma è più saggia, attende e spende al momento giusto la qualità delle stelle. La Roma ce le ha. Gigantesco Dzeko; a tratti incontenib­ile Zaniolo. Hanno segnato loro. Ma evidenzian­o anche il miglior

Pastore romano, Smalling che ormai è una colonna e il mediano Mancini, una scoperta. Fonseca è a un solo punto dalla soglia Champions.

Ordine e prudenza

Pioli conferma gli undici antiLecce ed è già un messaggio: stabilità. Stessa idea di gioco che prende riconoscib­ilità. Hernandez altissimo in fase di possesso, con Conti bloccato. Il risultato è un quadrilate­ro di costruzion­e (Biglia e Kessie dietro, Paquetà e Calhanoglu davanti) con due esterni creativi (Suso, Theo) e Leao pronto a raccoglier­e. Stabilità e ordine, cioè il brodino della convalesce­nza. Ma questo basta a garantire un buon inizio del Milan anche perché Fonseca, come detto, attende. Da questo scontro tra ordine e prudenza, vien fuori una prima mezz’ora di noia mortale. Solo Hernandez e Pa

store ci provano palla al piede. Una telefonata di Calha il primo tiro in porta (28’). Deve impegnarsi di più Donnarumma su Zaniolo. Sull’angolo conseguent­e la partita si spacca. Mancini batte tutti in cielo. Sulla sponda, Dzeko incorna sul secondo palo. Ci saranno rigorose logiche di marcatura a zona, però che di Dzeko non si occupino Romagnoli e Musacchio, ma lo svampito e più basso Kessie resta un mistero. Nella ripresa, sul 2-1, Mancini incornerà a lato il match-point, tutto solo. Una prodezza di Donnarumma evita il raddoppio, dopo un’altra palla persa da Conti che lascia il posto a Calabria a inizio ripresa.

Speranza e paura

Sembra la scossa giusta perché il ragazzo pesca sull’altra sponda Hernandez che stoppa e imbuca da campione (10’). Ma Calabria ci mette quattro minuti ad adeguarsi all’andazzo. Sul suo passaggio sbagliato, Dzeko arma Zaniolo che fredda Donnarumma e forse dedica un pensiero a Capello. La reazione nervosa riuscita alla Roma, non riesce al Milan che attacca confuso, molle e rassegnato. La Roma invece è sempre più sicura, protetta dal professor Dzeko che congela palla e si porta a spasso il Milan. Il totem di cui avrebbe tanto bisogno questo povero Diavolo impaurito. La Roma è salita a un punto dal Napoli che incrocerà tra due turni. Deve recuperare un esercito di titolari. Può sperare il meglio. Il Milan è a 3 punti dalla zona salvezza e, oltre la Spal, lo aspetta il Pordoi. Non ha santi in infermeria. Ha diritto alla paura.

Segnali positivi soltanto da Gigio e Theo Hernandez, dagli altri errori e poco cuore. Dzeko e Zaniolo fanno festa. Il calendario dei rossoneri adesso fa paura: la Spal, poi Lazio, Juve e Napoli

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A sinistra Nicolò Zaniolo, 20 anni, autore del gol vittoria. A destra Hakan Calhanoglu, 25, testa bassa
IPP/FAMA Le due facce A sinistra Nicolò Zaniolo, 20 anni, autore del gol vittoria. A destra Hakan Calhanoglu, 25, testa bassa
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