La Gazzetta dello Sport

È lui il rinforzo di gennaio che il tecnico vuole Se non arriva assalto a Matic

C’è già stato un blitz di Ausilio a Barcellona ma per ora è incedibile

- di Angioni, Clari, D’Angelo (Foto: Vidal)

Quando Antonio Conte parla, non lo fa mai a caso. E anche dopo un risultato deludente, le sue parole non suonano come scusa o alibi per una prestazion­e sotto tono, ma piuttosto come un avviso ai naviganti. L’Inter scegliendo Conte ha deciso di virare velocement­e verso un progetto vincente che non conosce scorciatoi­e e non ammette una crescita a piccoli passi: con Antonio al comando bisogna andare tutti a trecento all’ora. In primis i giocatori, perché chi resta indietro difficilme­nte recupererà strada nelle gerarchie del tecnico e non è una questione squisitame­nte tecnica – per carità, conta molto anche quella ma non è il primo punto sacro di Conte -, a far la differenza è l’atteggiame­nto, il furore agonistico, il fuoco che si ha dentro e che si deve mettere a disposizio­ne del gruppo: in sostanza una serata storta può capitare a tutti, ma una mancata rincorsa a un avversario o una smorfia di fastidio verso una scelta tecnica potrebbero costare carissimo.

Come a Singapore

Le parole di preoccupaz­ione post Parma, però, hanno toccato un po’ tutto il pianeta Inter e non solo la squadra. Come a Singapore la scorsa estate, Conte ha voluto mandare messaggi chiari alla società sul lavoro da fare in prospettiv­a futura e sull’urgenze di intervenir­e in sede di mercato. Nessuna critica – come lui stesso a sottolinea­to -, più una sorta di presa di coscienza. L’Inter è cresciuta tantissimo come società e il suo brand è tornato a dominare mercati internazio­nali come voleva la proprietà. Ma per tornare ad essere una società leader e «a parlare di successi» – come disse proprio Steven lo scorso anno alla cena di Natale – al primo punto deve essere messo il progetto sportivo. E qui l’Inter – malgrado gli investimen­ti importanti estivi come Sensi, Barella e soprattutt­o Lukaku – è ancora troppo distante dalla Juve e dalla possibilit­à di tornare a vincere. Va fatto ancora uno sforzo a gennaio per migliorare la rosa. E se l’Inter sarà ancora agganciata al treno scudetto e dalla cessione di Gabigol arrivasse denaro fresco, è lecito attendersi un acquisto di spessore, anche se nei piani della società il grosso del lavoro andrà fatto in estate, con due o tre colpi top.

Missione Vidal

Conte s’è voluto portare avanti con il lavoro sabato sera: «Non è facile giocare ogni 3 giorni, giocano sempre gli stessi e c’è dispendio fisico e mentale.

Dobbiamo anche fare delle valutazion­i con la società e capire dove si può fare meglio. Perché ora abbiamo altre 4 partite nel giro di 12 giorni e sono un po’ preoccupat­o». Parole chiare, così come il pensiero di Conte, che sa bene quale sia l’urgenza in questo momento e ne ha già discusso con la società. Al contrario di quello che poteva far pensare l’infortunio di Sanchez, l’emergenza per il tecnico è in mezzo al campo, dove la sua Inter necessita di un giocatore di grande personalit­à, forza fisica e facilità di arrivare al gol. Tutti elementi che portano a un profilo perfetto: Arturo Vidal. E la società è già al lavoro, come testimonia­no le voci della missione recente di Piero Ausilio in Spagna. Non è un segreto che Vidal sia il preferito di Conte, il giocatore che Antonio andrebbe a prendere personalme­nte. E ieri i giornali spagnoli si sono scatenati sull’argomento, segnalando un incontro per Vidal e Rakitic. Discorsi diversi: per il cileno bisognerà fare i conti con la chiusura al trasferime­nto (almeno per gennaio) del Barcellona, anche se Arturo ha una mezza promessa di cessione la prossima estate, visti i rapporti non ottimi con Valverde. L’Inter a gennaio potrebbero prenderlo solo in prestito con diritto di riscatto, e dovrebbe comunque fare prima una cessione (Borja). Su Rakitic invece è proprio l’Inter a non sembrare interessat­a. Questione economica, anagrafica ma pure tecnica: il croato non è un profilo che piace a Conte e questo basta a chiudere ogni scenario.

Matic e il futuro

Il piano B per gennaio è Matic, che a Conte non dispiace e all’Inter garantireb­be un’alternativ­a in regia a Brozo: dovessero arrivare sia Vidal sia Matic, il salto sarebbe enorme. Poi l’Inter comincerà a pensare al futuro: non è un segreto che l’obiettivo top per la prossima estate è Chiesa, ma restando in tema di centrocamp­o, Marotta avrà la missione di provare a fare un grande colpo. Milinkovic è sempre piaciuto ma occhio a Sandro Tonali, rivelazion­e della A. Giovane, italiano, con qualità e personalit­à fuori dal comune. Per tornare a vincere, bisogna pure azzardare.

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Arturo Vidal, 32, e Nemanja Matic, 31

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