Dybala, ottobre da 10 Ma ci sono 2 problemi: De Ligt e Bernardeschi
Paulo e un mese nel segno di Sivori Falli di mano: l’olandese da aiutare Il trequartista nel mirino dei social
Paulo s’è sbloccato e non si ferma più: 4 reti in 523 minuti, una in meno di CR7
Il calcio non lo annoia mai. Paulo Dybala aveva smaltito l’adrenalina per la doppietta alla Lokomotiv davanti alla tv, gustandosi il superclasico argentino Boca-River. Domenica invece dopo le fatiche di Lecce ha fatto il tifo per le JWomen ed esultato a distanza per la Supercoppa vinta con la Fiorentina. Qualche bisticcio con gli immancabili haters, che sui social lo hanno accusato di essere un simulatore («Visto che siete in tanti a preoccuparvi della mia caviglia, vi invito personalmente a vederla quando volete. Abbracci a tutti», ha replicato ironico su Twitter) ma niente che possa incrinare la sua serenità, raggiunta finalmente dopo un’estate di incertezze e timori. Il presente di Paulo è pura Joya, perché l’argentino sta attraversando il suo momento migliore dall’arrivo di Cristiano Ronaldo. Lo racconta la semplicità con cui gli riescono le cose più difficili, segnale inequivocabile di grande stabilità mentale, e lo dicono i numeri di una stagione che ha imboccato la strada giusta.
Decisivo
Dybala a Lecce ha segnato il quarto gol tra campionato e Champions. Due in Europa, due in A, conditi da due assist (uno per competizione). Cifre non banali se comparate con il tempo trascorso nel rettangolo verde: Paulo ha giocato in tutto 523 minuti, solo Cristiano Ronaldo ha segnato di più tra i bianconeri (5 centri in totale) ma con un totale di 900 minuti in campo. Il
diez è undicesimo nell’elenco degli uomini più utilizzati da Maurizio Sarri, anche Higuain è stato in campo di più (760 minuti) facendo una rete in meno. In pratica Dybala ogni 87 minuti (quindi più o meno ogni partita) ha partecipato a un’azione da gol o ne ha realizzato uno.
Ottobre da top
I primi due mesi e mezzo della nuova stagione sono stati un crescendo rossiniano: le 4 marcature sono arrivate negli ultimi 4 match, 3 dei quali giocati da titolare, e solo nell’unico da subentrato (9 minuti nel finale col Bologna) non ha festeggiato. Paulo con la doppietta ai russi ha raggiunto quota 13 in Champions League: con la divisa bianconera solo Del Piero, Trezeguet, Platini e Inzaghi hanno fatto meglio.
Nel segno di Sivori
Dybala poco più di un anno fa fece tre gol in Coppa contro lo
Young Boys, entrando nel ristretto club dei triplettisti in Champions nel giorno del compleanno di Omar Sivori, giocatore amatissimo da papà Adolfo e per il quale Paulo ha una particolare idolatria: mettersi sulle spalle la maglia numero 10 del
mito argentino è diventato un sogno dal giorno in cui la vide esposta al J Museum. Dybala come Sivori è arrivato alla Juventus a 21 anni e non gli dispiacerebbe raggiungere le 8 stagioni di fila a Torino, come il connazionale. Paulo nei colpi lo ricorda, Omar viziava il pubblico con il sinistro malandrino e Dybala fa lo stesso, usandolo a volte come un’arpa, altre come un’arma. La Joya nella Juventus ha numeri da big: 192 presenze e 82 gol, manca un’inezia per sfondare il tetto dei 200 gettoni in bianconero.
Rimpianti e magie
Il dieci è il marchio dei sublimi, una suggestione di bellezza, la certificazione che nel calcio esiste la magia. Dybala ha vissuto di picchi e tonfi, ma non ha mai smesso di amare la Juventus, anche quando sembrava destinato ad andare via per questioni di bilancio, e di credere in se stesso. A Lecce, senza Cristiano Ronaldo e con Pjanic costretto a uscire per infortunio (problema all’adduttore della coscia destra, oggi farà gli esami, oltre alla gara di mercoledì contro il Genoa rischia anche il derby di sabato prossimo), ha portato la Juventus in vantaggio dal dischetto, poi raggiunta da Mancosu sempre su rigore. Senza l’intervento eroico di Gabriel avrebbe fatto un’altra doppietta e questa è l’unica ombra in mezza a tanta gioia: Paulo è un perfezionista e da se stesso pretende sempre di più. Ora che ha ricominciato a fidarsi di lui, Dybala vuole essere sempre all’altezza della sua Signora.
Incontentabile È in un momento di gran serenità, a Lecce voleva la doppietta