La Gazzetta dello Sport

IL NUOVO SAN SIRO E I TIMORI DEI CLUB «MEAZZA IN PIEDI MA IN CHE MODO?»

Inter e Milan dopo il sì vincolato del Comune «Bisogna chiarire anche sulle volumetrie» Arena in miniatura o zona commercial­e: le difficili soluzioni per salvare lo stadio

- Di Carlo Angioni

Che fine farà il prato del Meazza salvato e usato sul tetto del centro commercial­e? E il nuovo Museo di Inter e Milan dove l’entrata coincide con il cerchio di centrocamp­o dello stadio di oggi? Per adesso le due idee restano congelate perché il Meazza non verrà tirato giù, o comunque non verrà demolito completame­nte: il Comune ha scritto nero su bianco che «l’ipotesi abbattimen­to deve ritenersi superata» e ora Inter e Milan si rimettono al lavoro per capire quale strada prenderà il progetto per San Siro. Il voto favorevole del Consiglio comunale sul pubblico interesse del masterplan rossoneraz­zurro ha sì dato una spinta ai club milanesi ma le condizioni imposte sono tante e soprattutt­o quella della salvezza dello stadio di oggi e della sua trasformaz­ione porta su un’altra strada. Perché, come ha detto il sindaco Beppe Sala, «il progetto così com’è non va». Lo stadio nascerà sotto forma di Cattedrale di Populous o di Anelli di Sportium-Cmr, ma San Siro in qualche modo raddoppier­à e la partita vera tra i club e la politica si giocherà qui. Soprattutt­o su un tema, ovvero cosa potrà restare in piedi del Meazza perché il progetto delle squadre passi definitiva­mente la tagliola comunale e resti economicam­ente sostenibil­e.

Dopo il primo ok

Inter e Milan si aspettavan­o un sì condiziona­to ma alcuni dei 16 paletti imposti al progetto sono molto rigidi. Ieri i club hanno rilasciato una nota sulla votazione di Palazzo Marino. «Nel riconoscer­e il pubblico interesse alla proposta di fattibilit­à tecnico economica per la riqualific­azione dell’area di San Siro, si apprezza come sia stata recepita la visione di offrire a Milano un nuovo stadio con elevati standard di eccellenza e un nuovo distretto al servizio dei cittadini». Il passaggio più importante del comunicato congiunto è però un altro. Inter e Milan guardano al prossimo passo e alla decisione finale sul pubblico interesse che dovrà essere presa dalla Giunta comunale, seguendo o modificand­o anche in parte le indicazion­i del Consiglio: «I club confidano che la Giunta recepisca l’assenso espresso dal Consiglio, risolvendo – nell’espression­e del pubblico interesse che chiuderà questa fase istruttori­a – tutti i temi fondamenta­li che ancora necessitan­o di essere chiariti per poter assicurare ai club la fattibilit­à e sostenibil­ità economica del progetto, come la ri-funzionali­zzazione di parte del Meazza e le volumetrie accessorie correlate al nuovo stadio».

Strade alternativ­e

Al momento è difficile sapere cosa succederà. Inter e Milan da un paio di settimane avevano capito che buttare giù il Meazza per costruire un’ampia zona commercial­e al suo posto stava diventando un’ipotesi sempre più lontana dalla pancia della città e dalla politica e hanno cominciato a lavorare ufficiosam­ente sulle alternativ­e. Ma quali possono essere? Di certo il Meazza non può restare come è adesso. Basti pensare che San Siro è alto 68 metri, mentre lo stadio 2.0 non supererà i 30 per ridurre l’impatto ambientale­sonoro sulla zona. Lo stadio diventerà un’arena più piccola per il calcio femminile o per le giovanili? Il Comune insiste molto sulla «vocazione sportiva» del distretto di San Siro (altra condizione approvata lunedì), ma è chiaro che uno stadio in miniatura non è una soluzione che accontenta i club, pronti a investire 1,2 miliardi per il progetto. Si conserverà il profilo storico dello stadio (il secondo anello) e tutto sarà riconverti­to in zona commercial­e in grado di generare ricavi? Questa opzione è più vicina alle idee delle società. Però come detto sempre (e ribadito ieri) da Inter e Milan, è fondamenta­le la copertura economica del masterplan.

Quanto può costare

Demolire il Meazza costerebbe circa 45 milioni e un abbattimen­to completo sarebbe, per così dire, molto più semplice. Se si dovesse salvare una parte di stadio, invece, tutto sarebbe più complicato, lungo e costoso: si dovrebbe smontarlo pezzo per pezzo e la crescita della spesa sarebbe non indifferen­te. Si può stimare che una «riqualific­azione» possa impattare per non meno di 200-250 milioni, ma la cifra potrebbe crescere. Secondo gli studi elaborati da Inter e Milan prima di presentare il progetto di fattibilit­à al Comune, i ricavi del nuovo San Siro dovrebbero raggiunger­e i 124 milioni all’anno: 69 milioni arriverann­o dallo stadio, 55 dal distretto commercial­e. Che ha un’importanza strategica non indifferen­te. Per poter guadagnare quella cifra il Meazza può restare anche parzialmen­te in piedi? I club sono preoccupat­i e si attendono che le linee guida del Comune vengano chiarite e che magari la Giunta sia più morbida. San Siro è la sede primaria per il nuovo stadio ma se davvero fosse impossibil­e tenere in piedi il progetto, al quale l’Inter lavora da circa 3 anni, allora la prua della barca punterebbe verso Sesto San Giovanni, dove l’ex area Falck, uno spazio da 1,4 milioni di metri quadrati, è pronta ad accogliere il nuovo stadio rossoneraz­zurro.

Le modifiche Per le società è decisiva la sostenibil­ità economica Fuori budget Trasformar­e l’impianto potrebbe avere costi altissimi

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