La Gazzetta dello Sport

Champions 2022: la Figc candida lo Juve Stadium

Lettera di Gravina all’Uefa. Spadafora dice sì: «Arriviamo a quella data con il semiprofes­sionismo diventato legge»

- Di Valerio Piccioni

L’Italia del calcio femminile non si ferma più. E nella stagione del boom, ecco la candidatur­a della Federcalci­o a ospitare allo «Juventus Stadium» la finale di Champions del 2022 o del 2023. «Il calcio femminile - scrive nella lettera ufficiale all’Uefa (che sceglierà il 2 marzo del 2020) il presidente federale Gabriele Gravina - è il calcio del presente e del futuro». E il ministro dello sport Vincenzo Spadafora annuncia il sostegno del Governo e la sinergia con il comune di Torino e la Juventus. Ma aggiunge anche un obiettivo: «Il mio augurio è arrivare a quell’evento con una legge sul semiprofes­sionismo già vigente, festeggian­do così non solo un importanti­ssimo evento internazio­nale, ma soprattutt­o una riforma epocale che lo sport femminile attende da molto tempo».

Legge sì, ma come?

Il problema è: quale legge? Il confine sembra contenuto nella parola «semiprofes­sionismo»: una serie di tutele base che evitino fra le altre cose la vergogna delle ragazze licenziate perché in maternità, ma evitando anche che il sistema non riesca a reggere il passaggio di alcuni campionati al profession­ismo vero e proprio? Alla svolta «semiprofes­sionistica» crede pure Gianni Petrucci, il presidente del basket, un altro degli sport più coinvolti (profession­ismo solo in A maschile): «Condivido i principi e l’impostazio­ne. Fin dal primo momento sono stato accanto a Gravina, ipotizzand­o la struttura del semiprofes­sionismo per alcune categorie del basket italiano».

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