La Gazzetta dello Sport

Magia da match-winner «Obbligati a provarci Noi leoni fino alla fine»

«Avevamo un po’ d’ansia perché col pari saremmo stati secondi. Ma abbiamo creato molto e meritato»

- di Fabiana Della Valle

La vetta Il portoghese è arrivato a 29 reti nell’anno solare

Alzi la mano chi, al quinto di recupero del secondo tempo di Juve-Genoa, avrebbe dato un bel voto a Cristiano Ronaldo. Un minuto dopo CR7 è diventato il matchwinne­r, procurando­si e segnando il rigore decisivo. I campioni sono così, mai darli per spacciati: danno il meglio quando sono con l’acqua alla gola, riescono a sorprender­ti anche nelle serate in cui hanno la luna storta. Quando il Genoa pensava di essere riuscito a fare lo scherzetto alla Signora, Ronaldo ha tirato fuori dalla tasca della divisa bianconera il solito dolcetto. Martedì sera Leo Messi aveva segnato su punizione, Cristiano non ha ancora sfatato il tabù dei calci da fermo con la Juve (zero gol su 28 tentativi) ma ha risposto dal dischetto, firmando il sesto gol stagionale.

Porta stregata

È il miglior marcatore della Juventus, dato che non fa notizia, è l’uomo copertina che anche in una serata più da tuta da lavoro che da paillettes tira fuori la squadra dai guai. Non segnare è una frustrazio­ne per lui, lo ha raccontato in un’intervista a

France Football dopo JuventusLo­komotiv. Stavolta, però, se non fosse arrivato quel rigore nel finale, avrebbe dovuto prendersel­a più con se stesso che con il pullman parcheggia­to davanti alla porta dagli avversari. Perché Cristiano ha avuto le sue occasioni, ma è stato meno chirurgico del consueto, sbagliando reti che altre volte avrebbe fatto bendato. Come il colpo di testa sulla pennellata in stile

Giotto di Dybala intorno alla metà del secondo tempo. Eppure in quel momento è scattato qualcosa nella testa di Ronaldo, che si è incaponito nella ricerca del gol. Ha deciso che non poteva finire così, con un pareggio che avrebbe fatto perdere la testa della classifica a Madama.

Come in Real-Juve

Ha sbuffato dopo il gol annullato per fuorigioco, ma non ha mollato. Ha preso il pallone ed è ripartito, come faceva a Funchal quando era un ragazzino e giocava con quelli più grandi e più grossi di lui. Non voleva mai perdere e crescendo non è cambiato. Ha trovato il modo di farsi buttare a terra dall’ingenuo Sanabria, poi si è sistemato il pallone sul dischetto con lo sguardo di chi sa già come finirà: palla nell’angolino e braccia larghe, per ripetere l’esultanza cancellata dalla Var. Ronaldo nei club non segnava nei minuti di recupero da Real Madrid-Juve, quarti di ritorno 2017-18. Fece gol su rigore anche in quella sera d’aprile, mentre Gigi Buffon, espulso poco prima, cercava di placare la rabbia infinita. Ieri Gigi era in campo ed è stato uno dei primi ad andare ad abbracciar­e Cristiano.

Fino alla fine

«Sono molto felice — ha detto CR7 —, è stata una partita difficile, ma la Juve deve sempre provarci fino alla fine. Siamo riusciti a vincere perché desiderava­mo farlo. Avevamo un po’ di ansia perché sapevamo di essere secondi con un pareggio e avevamo bisogno di vincere. Anche io avevo un po’ di timore, abbiamo sofferto ma abbiamo creato molto e abbiamo meritato il successo». Cristiano ora è a 29 gol nell’anno solare: da qui al 31 dicembre ne basterà uno solo per raggiunger­e le 30 marcature (o più) per 13 anni di fila. Numeri da marziano. Cristiano lo è, perché sa diventare speciale anche in una serata normale.

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Nuova maglia CR7 con la nuova maglia esibita a sorpresa ieri: è nata dalla collaboraz­ione con Adidas e col brand Palace, spicca l’arancione e il verde fluo

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