La Gazzetta dello Sport

Sarri sorriso a metà «Juve, troppi sbagli Ci manca qualcosa»

«Creiamo tantissimo, però segniamo poco Ora mettiamo cattiveria e determinaz­ione»

- Di Matteo Pierelli INVIATO A TORINO

Da buona padrona di casa la Signora, pur facendo una fatica tremenda, rimette tutto in ordine. Settima vittoria su sette nel fortino di casa (tra campionato e Champions) in questa stagione ma soprattutt­o primo posto riconquist­ato dopo una sola notte da inseguitri­ce. E pazienza se il gioco non è stato spumeggian­te, se la circolazio­ne di palla non è ancora perfetta, se anche stavolta la Juve non ha “tritato” la partita come piacerebbe a Maurizio Sarri. In un periodo in cui si gioca ogni tre giorni, quello che conta alla fine è portare a casa il pieno di punti, soprattutt­o se arrivano dopo un inaspettat­o stop come quello di Lecce. Certo, avere in squadra un giocatore come Cristiano Ronaldo fa tutta la differenza del mondo, perché anche quando non è nella sua migliore serata il portoghese fa la differenza.

Poco concreti

A Sarri, comunque sarebbe piaciuta una Juve diversa, inutile dirlo. La sua squadra ha sofferto molto nel concretizz­are, come già successo tante volte in questa stagione, e solo il rigore del suo giocatore più forte ha evitato di dover cominciare a inseguire l’Inter. «Abbiamo fatto un primo tempo un po’ sotto ritmo, eravamo un po’ incerti, consentiva­mo a loro di chiudersi troppo facilmente. Nel secondo tempo abbiamo giocato con un’intensità molto più alta e creato tanto, ma come spesso succede non abbiamo concretizz­ato molto». Nella partita di ieri si è vista anche un po’ di pigrizia. «Abbiamo perso un po’ di cattiveria agonistica, ma credo sia normale dopo otto scudetti consecutiv­i. A livello mentale ci manca qualcosa sia in fase offensiva, sia in quella difensiva, perché prendiamo ancora troppi gol».

Assenze pesanti

L’assenza di Pjanic si è fatta sentire. Alla Juve è mancato molto il suo cervello, il gioco non è stato fluido come quando c’è il bosniaco anche perché Bentancur, che ha caratteris­tiche diverse e verticaliz­za meno, ieri non ha brillato. “Abbiamo fatto circolare la palla troppo lentamente. Per Bentancour è stata una partita non semplice, aveva molti avversari vicino che sono riusciti a bloccarlo. Dovevamo fare meglio nel possesso palla, magari impostare con più convinzion­e con i difensori centrali, ma a volte questo non lo abbiamo fatto bene». Anche l’assenza di Higuain è stata pesante. Dybala spesso tornava indietro a prendersi la palla, mentre Ronaldo ha giocato molto largo. «Gonzalo è molto importante - dice ancora Sarri - perché ci dà punti di riferiment­o, crea molti spazi per i nostri inseriment­i, mentre gli altri sono attaccanti un po’ aticipi, che svariano molto. La sua assenza per noi è stato un problema». All’orizzonte c’è il ritorno a tempo pieno di Douglas Costa, che ieri ha giocato gli ultimi minuti della partita, ma l’esperienza del 4-3-1-2 non è già archiviata: «Decideremo di volta in volta» - conclude Sarri.

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GETTY La decima Maurizio Sarri, 60 anni, alla prima stagione sulla panchina bianconera: quella di ieri è stata la decima sua vittoria alla Juventus, otto in campionato e due in Champions

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