Terrore Marchisio: rapinato in casa
In cinque fanno irruzione sorprendendo l’ex Juve e la moglie. Rubati gioielli e contanti
«Marchisio, stai calmo». Claudio ha risentito questa frase rimbombargli nella testa mille e mille volte. Per un istante dev’essersi sentito dentro un film, in una di quelle scene che ti riempiono gli occhi di terrore anche quando le osservi alla tv. Invece era tutto vero, perché davanti a lui c’erano sconosciuti incappucciati in carne e ossa, con una pistola puntata dritta sul suo volto. Così è cominciata la drammatica serata, che l’ex calciatore ha vissuto assieme alla moglie Roberta nella casa di Vinovo. Paura, senso di impotenza e di violazione dell’intimità, preoccupazione per chi ti sta accanto: difficile descrivere i sentimenti che si provano durante una rapina. Mezz’ora interminabile durante la quale la coppia è stata ostaggio di una banda armata composta da cinque persone (più un sesto che ha atteso i complici in macchina), che aveva pianificato tutto nei dettagli: conosceva zona, abitazione, abitudini e orari. I rapinatori, probabilmente stranieri (anche se parlavano bene l’italiano), hanno fatto razzia e poi sono scappati, pronti a rivendere la refurtiva. Tutto si è risolto senza un graffio, per fortuna, ma difficilmente i Marchisio riusciranno a cancellare l’accaduto. L’unica consolazione è che i due figli della coppia, Leonardo e Davide, fossero entrambi fuori casa: almeno ai piccoli è stato risparmiato un trauma.
Pistole e trolley
I malviventi sono arrivati intorno alle 19.30. Per raggiungere la villa su tre piani, che si trova in un complesso residenziale a poche centinaia di metri dall’ex centro sportivo della Juventus (il club in cui Marchisio ha cominciato a giocare da bambino), sono passati dalla casa accanto, disabitata, lasciando l’auto in una zona appartata (e con un uomo di guardia). Hanno scavalcato, hanno forzato una portafinestra al piano terra e si sono trovati davanti Marchisio, che in quel momento era in cucina. Due avevano in mano una pistola, gli altri tre erano armati di cacciavite. Uno dei cinque è rimasto fuori, per controllare che non arrivasse nessuno. Cercavano la cassaforte e quando Claudio ha detto loro che non esisteva, non l’hanno presa bene. Hanno insistito, pensando inizialmente a una bugia, poi, sempre puntando la pistola, hanno portato moglie e marito al piano di sopra. Li hanno fatti sedere nella cabina armadio mentre loro svaligiavano la casa: borse, gioielli, contanti, un Rolex di grandissimo valore. I banditi hanno riempito fino all’orlo i trolley con cui erano arrivati: un bottino importante, fanno sapere i Carabinieri. Forse sarebbero rimasti ancora se il telefono di Claudio (che doveva andare al campo di calcio a prendere uno dei figli) non avesse cominciato a squillare con insistenza. Forse a quel punto hanno temuto che, non ottenendo risposta, qualcuno di famiglia (i genitori di Roberta abitano nei dintorni e a pochi passi dalla villa c’è il ristorante dei Marchisio, “Legami”) venisse a cercarli, così se ne sono andati, mettendo fine all’incubo.
Professionisti
Marchisio non aveva la vigilanza fissa, ma il complesso è circondato da telecamere. Adesso i filmati sono nelle mani dei Carabinieri, che si sono subito recati sul posto assieme alla Scientifica, per fare i rilievi del caso. Dalla dinamica è chiaro che si tratta di un colpo ben studiato e messo in atto da una banda di professionisti, che teneva d’occhio i Marchisio da tempo. Nessuno dei vicini ha visto nulla.
No discriminazioni
La rapina ha tirato fuori il peggio degli haters, che hanno invaso la rete di battute e commenti fuori luogo, in particolare legati all’attivismo dell’ex calciatore contro razzismo e discriminazione: in pratica lo accusano di difendere chi è andato a derubarlo. «Se entri nella casa di una persona per derubarla sei un delinquente. Se punti una pistola al volto di una donna sei un balordo. Se da una storia simile tutto quello che riesci a ricavarne è una battuta idiota o una discriminazione territoriale di qualsiasi tipo, sei un poveretto. A tutti gli altri un sentito grazie per la vostra vicinanza», ha scritto Marchisio su Instagram, mettendo un punto a questa brutta storia. Lui e Roberta, ora, vogliono soltanto provare a dimenticare.
L’aggressione La coppia è stata chiusa nella cabina armadio, I figli non c’erano
La polemica Bufera sui social. E l’ex mediano: «Non si usi il caso per discriminare»