La Gazzetta dello Sport

Zaniolo gol e Roma in dieci Ma è un poker Champions

A Udine apre Nicolò poi Irrati caccia Fazio. I gialloross­i, ora quarti, dilagano con Smalling, Kluivert e Kolarov

- Di Fabio Bianchi INVIATO A UDINE

più per la maggior parte del tempo è un disastro. La panchina di Tudor adesso è un terremoto. Difficile che il croato riesca a stare in piedi: la sua squadra sembra essersi spenta di colpo.

La chiave

Non c’è stata partita fin dall’inizio. Con gli uomini contati e la buona notizia Under in panchina, convocato dopo una vita, Fonseca ha riproposto Mancini in mezzo con Veretout, ma in realtà fungeva da centrale difensivo perché Santon e Kolarov stavano altissimi e lui si abbassava tra Smalling e Fazio. Tanto, fatta eccezione per qualche lancio lungo dove Lasagna creava qualche disagio, problemi non ce n’erano. L’Udinese, evidenteme­nte ancora frastornat­a dalle sberle dell’Atalanta e incitata in modo poco carino dai suoi tifosi, sembrava impotente davanti alle manovre ariose della Roma, alla velocità di Kluivert, alle salite di Kolarov e alla prorompent­e fisicità di Zaniolo. In più, in fase di possesso commetteva troppi errori nei passaggi, nei lanci, negli interventi difensivi. Da un errore infatti - Samir sorvolato dal lancio di Kolarov - è arrivato il vantaggio di Zaniolo che tutto solo davanti a Musso l’ha beffato con un tiro-tunnel. Primo gol in trasferta della sua carriera per il baby-talento, nello stadio dove ha debuttato in nazionale, decima rete in gialloross­o. Era passato soltanto un quarto d’ora ma il gol era nell’aria da subito. Poi la Roma ha sprecato anche un paio di ghiotte occasioni. Una superiorit­à imbarazzan­te fino all’espulsione tanto contestata di Fazio per una spinta a Okaka che Irrati ha giudicato come fallo in chiara occasione da gol. Ma l’Udinese non sembrava affatto in superiorit­à numerica e la Roma, risistemat­a in un 4-4-1 con Mancini difensore «fisso» ha portato in serenità il vantaggio nello spogliatoi­o. Ci si aspettava una reazione dei friulani, qualche cambio da parte di Tudor. Invece, zero assoluto. «Solo» Barak per Mandragora, tra l’altro uno dei meno peggio. E si è scatenata la Roma, come se in undici giocasse lei. Smalling, un totem in difesa, si è presa la soddisfazi­one del gol su angolo di Veretout. E il terzo gol è stato il manifesto del Fonseca pensiero. Una ripartenza turbo con 5 giocatori coinvolti e pochi tocchi e il passaggio preciso di Pastore per il taglio di Kluivert: dribbling secco e gol. Poi Kolarov ha chiuso il conto su rigore.

Spettacolo

Poco da dire, la Roma è stata uno spettacolo. In tutti i suoi uomini: al di là dei soliti noti, Mancini è cresciuto tanto, anche in duttilità, Santon sembra decisament­e recuperato al grande calcio, Kluivert è sempre più arrosto e meno fumo, è rinato persino Pastore. Sono i successi di Fonseca. Che nel finale ha fatto partecipar­e alla festa anche Cetin, Perotti e Florenzi, per far rifiatare qualcuno in vista della sfidona col Napoli all’Olimpico. Ora la Roma non può più navigare sotto traccia. Ora i fari sono ben puntati anche su di lei.

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LAPRESSE In forma Il gol di Zaniolo e, sotto, l’esultanza di Kluivert
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