La Gazzetta dello Sport

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- di Elefante, Garlando, Lusena, Malfitano

Uno scatenato Ciro Immobile, sotto gli occhi del c.t. Roberto Mancini, manda al tappeto uno sconsolato e impotente Andrea Belotti aprendo ufficialme­nte la crisi del Torino, atteso sabato dal derby: è il momento granata più delicato per Walter Mazzarri. La squadra ha incassato la quarta sconfitta esterna consecutiv­a, denunciand­o una volta di più limiti atletici e di temperamen­to. Certo, gli episodi sfortunati della ripresa, cioè la traversa di Belotti in apertura e l’espulsione di Nkoulou un minuto dopo l’ingresso in campo di Iago Falque, hanno tagliato ulteriorme­nte le gambe al Toro impegnato nella reazione invocata dai suoi tifosi. Però il primo tempo chiuso dalla Lazio col doppio vantaggio aveva confermato tutte le difficoltà emerse in quest’ultimo mese, dalla vittoria sul Milan di fine settembre; da allora appena due i punti raccolti, frutto degli 0-0 casalinghi con Napoli e Cagliari.

Poker impietoso

La Lazio di Inzaghi ha così calato sul suo terreno di gioco un poker impietoso per l’avversario ed esaltante per le mire europee di Lotito. Dare seguito al colpaccio di Firenze prima di far visita al MIlan è un’altra grossa iniezione di fiducia nei propri mezzi. la formazione di casa ha preso subito in mano il pallino del gioco sfruttando una condizione atletica eccellente laddove gli inevitabil­i innesti di forze fresche operati dallo squalifica­to Mazzarri (in tribuna con il presidente Cairo), sembravano poter produrre una opposizion­e apprezzabi­le perlomeno sul piano puramente dinamico. Squadre a specchio, con l’accorgimen­to di Lukic piazzato sulla mente laziale Cataldi, così come era accaduto in altre circostanz­e, compreso il derby di ritorno della scorsa stagione (Lukic fece gol rubando palla a Pjanic). Però mentre la Lazio si muove con armonia, il Toro fatica a trovare le giuste distanze tra i reparti.

La prodezza

L’episodio che fa saltare l’equilibrio è una straordina­ria esecuzione balistica di Francesco Acerbi che ricevuta palla sulla trequarti, visto che proprio nessuno gli si parava di fronte, ha calciato in porta da lontanissi­mo. Cogliendo di sorpresa Sirigu (rimasto di sale) e mandando il pallone quasi all’incrocio con una traiettori­a a girare che ha ricordato certe punizioni del

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