In Texas è il giorno di Hamilton Può vincere il sesto Mondiale
Hamilton in ombra: solo quinto, dietro a Verstappen e Leclerc costretto a correre con un motore vecchio. L’inglese punta a chiudere i giochi per il sesto Mondiale
Ebravo Bottas! Tutti ad aspettare le Ferrari, Hamilton e Verstappen ed ecco saltar fuori il finlandese della Mercedes. Che a Austin conquista la quinta pole position stagionale, undicesima della carriera, giro veloce al primo tentativo del Q3 intoccabile. Non riuscirà a togliere il Mondiale a Hamilton, non scherziamo. Ma ieri Valtteri si è tolto un’altra soddisfazione, la lunga serie di pole della Ferrari che era iniziata a Spa e si è fermata a 6 consecutive: Sebastian Vettel si è arreso per soli 12 millesimi e oggi comunque sarà della partita. La prima fila al Circuito delle Americhe non è qualcosa di banale perché tutti i sette GP disputati su questo tracciato sono stati vinti da uno dei due piloti là davanti, tre volte da chi è scattato primo e quattro volte da chi è partito secondo. Vettel è rimasto soddisfatto dalla sua SF90: «La macchina è migliorata rispetto a venerdì e quindi credo che abbiamo buone possibilità per la gara. È stato più bravo Valtteri per la pole, forse avrei potuto limare qualcosa al mio tempo, ma la posizione è buona». Se però qualcuno che può oggi interrompere la tradizione dei vincitori della prima fila, quello è certamente Max Verstappen, ieri terzo e pronto a dare battaglia: «In gara siamo più forti e quest’anno siamo andati meglio anche in qualifica, quindi abbiamo buone speranze, essere tra i primi tre al via è qualcosa di molto positivo».
In partita
Spera di essere della partita anche Charles Leclerc, ieri quarto, in una giornata per lui complicata. Il monegasco aveva spento la sua Ferrari col motore fumante dopo 16 minuti delle libere 3 del mattino e i meccanici sono stati costretti a smontare tutto alla ricerca del problema. Per via di una perdispezzando ta d’olio, gli hanno montato una power unit usata per evitare penalizzazioni, ma in qualifica Charles non è apparso brillantissimo. Come nemmeno, stranamente, Lewis Hamilton, solo quinto. Oggi l’inglese verosimilmente si prenderà il piazzamento tra i primi 8 che gli garantirà il sesto titolo Mondiale della carriera, ma ieri è stato piuttosto anonimo. Nel secondo tentativo del Q3 Lewis ha addirittura abbandonato il giro. Non da lui, ma oggi di sicuro farà di tutto per guadagnarsi un festeggiamento da protagonista.
Schermaglie Red Bull
Che il duello in pista tra Ferrari e Red Bull sia serrato lo si è anc’è che capito dalle schermaglie a distanza sulla potenza del motore delle SF90, che a Milton Keynes non mandano giù. A Helmut Marko, consulente del team, che ha parlato di una curva di potenza della power
unit rossa da analizzare, il team principal Mattia Binotto ha replicato secco: «Sono voci che danno fastidio perché in passato per reagire a chi aveva più potenza ci siamo messi a lavorare di più, non li abbiamo accusati di barare. Altre squadre al momento sono più veloci di noi in curva, ma non li incolpiamo, sarebbe meglio si concentrassero sul migliorare la loro auto. Siamo tranquilli, la Fia ci controlla in ogni singola gara, speriamo a questo punto chiariscano a tutti che
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ciò che abbiamo è legale».
Lavori in pista
Intanto gli organizzatori hanno raccolto il lamento di piloti e team a proposito dei dossi che venerdì e ieri hanno fatto saltellare non poco le monoposto, soprattutto in approccio di curva 1 e curva 9. Il timore di possibili danni sulle monoposto ha spinto a un intervento di emergenza nelle due zone indicate, dove l’asfalto è stato livellato alla meglio per renderlo più liscio. Anche se qualche timore resta, anche perché con le vetture piene di benzina e più vicine al suolo, nei primi giri del GP potrebbe essere una gestione complicata. E lo stesso Lewis Hamilton non è stato tenero: «Di solito i dossi sono anche caratteristici – ha detto l’inglese – ma qui sono troppo invasivi, le nostre sospensioni non sono sufficienti per assorbirli, quindi tutto si scarica sul fondo e di conseguenza sulla nostra schiena ad ogni compressione. Dopo le prove avevo mal di testa e alla schiena». Chi invece cerca di risolvere i mal di testa è certamente la Renault, che continua la sua campagna acquisti per rifondare l’ufficio tecnico. Dopo l’annuncio di Dirk de Beer a capo dell’aerodinamica, ieri il team francese ha annunciato anche l’ingaggio di Pat Fry, ex di McLaren e Ferrari.