«De Ligt, la mano al posto sbagliato Il piede era giusto»
Il tecnico bianconero: «Una Juve solida Ramsey e Higuain hanno fatto la differenza»
Maurizio Sarri nelle ultime 72 ore era preoccupato. La sensazione è che – al di là della solita prudenza da allenatore – temesse questo Toro un po’ disperato, da ultima spiaggia. Il primo commento dopo la partita, forse non per caso, va in quella direzione: «Era una gara difficile, sporca, e abbiamo fatto una bella partita, solida. Stasera era difficile essere belli. Le condizioni erano complicate anche per il terreno di gioco, sono contento di quello che ho visto. Potevamo andare in difficoltà, sapevo che l’inizio del Toro sarebbe stato di grande intensità e poi avremmo dovuto prendere in mano la partita. Purtroppo abbiamo mancato un paio di volte la palla per andare sul 2-0». Certo, nell’eterno dilemma di calcio e stile – il fine giustifica i mezzi? – c’è da dire che la Juve del derby non può soddisfare i canoni estetici di MS. Sarri lascia una frase che, in questo senso, fa capire qualcosa: «La squadra ha agito anche con armi non nostre. E’ stato un derby bello tosto, di grande intensità». Come dire: siamo stati concreti e cinici più che creativi.
Duello con l’Inter
I singoli sono il secondo capitolo del libro. Su De Ligt: «Stasera aveva la mano al posto sbagliato nel momento sbagliato, ma per fortuna aveva anche il piede al posto giusto nel momento giusto». Sarri ha parole buone per Ramsey e Higuain, che hanno cambiato la partita: «Ramsey non ha i novanta minuti e Higuain veniva da un periodo di riposo. Hanno fatto la differenza». Il vantaggio, per lui, è girarsi e vedere una panchina con loro due, Khedira, Douglas Costa, Emre Can, Danilo, Rugani e Demiral: abbondanza da boutique. Sembra scontato pescare bene, ma il fatto che Sarri ci sia riuscito non è in discussione. L’analisi tattica, a parte i cambi, però è interessante: «La difficoltà era che Dybala e Bernardeschi venivano da un periodo di grande utilizzo. Abbiamo trovato questo compromesso con Ramsey e Higuain. Il duello con l’Inter? Già la classifica di domani sera può dire di più, magari l’Atalanta si avvicina. In fondo mancano 81 punti, è presto». Il meglio delle dichiarazioni post-partita però arriva alla domanda sul primo derby vinto in carriera. Sarri ci pensa un attimo e dice che no, non è stato il primo: «Avevo vinto tre volte Sangiovannese-Montevarchi, lo sentivo, per me era un derby serio». Poi sorride, ride, come un primo in classifica può permettersi.