La Gazzetta dello Sport

Sirigu da Nazionale, le para (quasi) tutte

Il portiere del Torino mette in mostra il repertorio e lancia messaggi al c.t. Mancini

- Di Mario Pagliara- INVIATO A TORINO

Se ci fosse una controcope­rtina con la quale raccontare questa stracittad­ina, la meriterebb­e senza dubbio lui. Basterebbe uno sguardo di Salvatore Sirigu per descrivere il carattere di un Toro in formato derby. Volendo scegliere un’immagine, si potrebbe pescare una delle sue super parate della notte di Torino, avendo sul tavolo una lunga serie di opzioni. Guarda dritto la Juve negli occhi, e decide di sfidarli tutti. Uno a uno: da Cristiano Ronaldo a Dybala, per finire a Higuain e Ramsey nel secondo tempo. Deve arrendersi solo su De Ligt, lasciato agire incredibil­mente in solitaria nel cuore dell’area del Toro. E a quel punto, è stato naturale il gesto di rabbia e stizza, colpendo con un calcione la bottigliet­ta d’acqua posta alle spalle della sue porta. Ha sfoderato l’antologia completa del numero uno. Le ha prese in tutti i modi, modificand­o più volte il gesto tecnico e ricevendo puntualmen­te gli applausi del pubblico torinista. Con i pugni o in presa alta, a mano aperta o in uscita, in presa bassa o d’istinto, Sirigu ha chiuso tutto quello che poteva. Ha blindato per oltre un’ora di gioco la porta del Torino, alla fine grazie ai suoi interventi i granata sono rimasti in partita fino al 95’. Nonostante la sconfitta, resta lo show del portierone granata. In una notte nella quale “San Salvatore”, da tempo ormai il santo patrone di questo Toro, ha seminato miracoli per il campo.

Il top su Higuain

La sua brillante serata pone una difficoltà. Ed è quella di scegliere la sua parata più spettacola­re, il suo intervento più bello. Scelta non facile, ma la sensazione a caldo spinge ad eleggere quel volo di classe e d’istinto sulla bellissima conclusion­e di Gonzalo Higuain al 25’ del secondo tempo. Quando il derby scorreva da oltre un’ora, sessanta minuti vissuti da Sirigu sul filo dell’intensità e con il piglio da protagonis­ta. Aveva cominciato mettendoci pugni, intorno alla mezzora, opponendos­i a un tentativo velenose e calibrato di Dybala, prima di chiudere il primo tempo in un crescendo da portiere di valore assoluto. Già, perché al 45’, nel giro di sessanta secondi, Sirigu apre prima la mano in volo sul colpo di testa di Bonucci e subito dopo chiude la porta su quello che somiglia tantissimo a un rigore in movimento calciato da De Ligt.

Mancini guardami

Quando riemerge dagli spogliatoi non si fa certo distrarre dalla standing ovation che gli riservano i 26.664 spettatori del Grande Torino. A proposito, ieri sera c’è stato il record di pubblico del Toro in una partita casalinga, superato il precedente primato, i 26.558 del derby del quindici dicembre 2018. Nella ripresa, Sirigu ricomincia il lavoro dove lo aveva interrotto. Gli bastano dodici minuti per distenders­i su un diagonale basso calciato da Ronaldo. Già detto della super parata su Higuain, ma c’è anche il tempo per chiudere la saracinesc­a a Ramsey, nel finale, evitando il due a zero. La gente del Toro è ormai abituata a un Sirigu in versione primo della classe. Anche in questa prima parte negativa della stagione granata, lui è sempre stato superlativ­o. E il messaggino lanciato al c.t. Mancini non cambia. Sottovoce, anzi quasi in silenzio, questo Sirigu para tutto e sogna l’azzurro. E mette nell’album dei ricordi un’altra notte da superman.

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LAPRESSE In forma Salvatore Sirigu, 32 anni, migliore in campo ieri

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