La Gazzetta dello Sport

Conte: «Inter di ferro e ora fastidiosa»

Il tecnico risponde alle polemiche ed elogia la Lu-La: «Possono fare grandi cose»

- Di Valerio Clari- INVIATO A BOLOGNA

L’impression­e è che questa la temesse particolar­mente: perché era la quinta del ciclo ravvicinat­o, perché qualche concession­e al Dortmund incombente bisognava farla, perché l’intensità del Bologna poteva essere di difficile gestione (e in una fase lo è stata). Antonio Conte la temeva, l’ha vista girare e poi se l’è ripresa, per mano del suo totem. Per questo a fine partita non è solo carico come al solito, pieno di adrenalina da sfogare, ma visibilmen­te contento. Per questo, forse, non “spazza via in corner” quando gli parlano di «vincere con l’Inter». Anzi, dialoga, triangola: «Sapevo che qui sarebbe stata dura. Ma a me piace cercare sempre qualcosa di difficile. La mia storia parla: arrivo sempre in momenti un po’ critici dei top-club e poi cerco di portarli dove meritano. Penso alla Juve e al Chelsea, spero di avere la forza di farlo anche qui».

Unghie e fastidio

De Ligt respinge il sorpasso, per ora la forza è quella di aver centrato sei vittorie su sei in trasferta, otto personali se si aggiungono le ultime due con la Juve: «I 28 punti sono arrivati tutti attraverso il lavoro e la sofferenza in campo. Per noi niente è semplice, tutto va strappato con le unghie e con i denti. Qui abbiamo dato un segnale importante, contro una squadra che ha il carattere di Sinisa. Abbiamo continuato a seguire le nostre idee e la vittoria è meritata: parlano le parate di Skorupski». Il Conte allarmato delle ultime uscite lascia il posto a una versione altrettant­o consapevol­e delle difficoltà, ma più soddisfatt­a. «Sono felice anche perché vedo che l’Inter inizia a dare un po’ più di fastidio rispetto a prima» dice riferendos­i alle polemiche sul rigore del Bologna.

Tre meriti

La partita, poi, oltre a fare massa insieme alle precedenti 8 vittorie nel cumulo dei suoi meriti, ha portato anche tre giocate “speciali” del tecnico in panchina. La crescita della coppia Lukaku-Lautaro, non solo a livello di gol ma anche di dialogo e partecipaz­ione al gioco è frutto di un lavoro insistito. La gestione dei cambi, con l’inseriment­o di Candreva, Vecino e poi Politano, ha mandato i segnali giusti alla squadra e l’ha rianimata dopo un inizio di ripresa difficile. Il rischioso lancio di Lazaro dal 1’ è stato un successo, arrivato coi tempi giusti: «Valentino finora aveva giocato pochissimo, ma adesso abbiamo un nuovo giocatore in rosa. L’abbiamo voluto tutti in estate e da oggi in avanti sarà tutta un’altra musica. Era il primo a soffrire della situazione». Sui cambi: «Abbiamo chiuso molto offensivi, e si è provato che Politano può fare l’esterno». E nel giorno di Lukaku, elogia Lautaro: «Mi è piaciuto molto, specie senza palla, stiamo lavorando sulle connession­i fra lui e Lukaku. Devono continuare così tappandosi le orecchie quando arrivano troppi elogi. Sono giovani, possono essere la coppia dell’Inter per i prossimi 8-10 anni». Ma poi Conte torna a bomba a pensare alle prossime 8-10 ore: «Appena scesi dal treno a Milano dobbiamo resettare tutto. Ci aspetta il Dortmund, non dovremo avere rimpianti». L’emergenza infortuni non è alle spalle: «Sensi? Era insensato rischiarlo, ma importante portarlo in gruppo. Bisognerà fare delle valutazion­i. D’Ambrosio ha ancora dolore quando calcia la palla. E purtroppo non basta correre. Asamoah è quello che mi preoccupa di più, ha problemi al ginocchio e dobbiamo stare attenti». Intanto, un’altra è andata. E non era una banale. Lo è mai, in fondo?

Sono contento per Lazaro: soffriva, abbiamo trovato un nuovo giocatore

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AFP Guida Antonio Conte, 50 anni, prima stagione sulla panchina dell’Inter

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