Vista sull’Europa dalla casa del gol
Atalanta e Cagliari sognano in grande e il passato è una promessa di spettacolo
Venghino siori, venghino a casa Atalanta: non c’è il circo Barnum, ma è un bel luna park. E oggi si gioca anche per esportare lo spettacolo in Europa. L’Atalanta ci crede da un pezzo, deve solo capire quale Europa: «Puntiamo a restare fra le prime sei-sette della classifica», ha detto più di una volta Gasperini, che oggi è in Champions e gioca la Champions, non si pone limiti ma neppure obblighi, e più avanti si vedrà. Il Cagliari ha cominciato a crederci da un mesetto a questa parte, guardando la classifica: test come quello di oggi aiutano a fare chiarezza anche su certe prospettive.
Non c’è il rischio noia
Molto fa credere che pure stavolta lo show andrà avanti: non perché deve, ma perché con l’Atalanta può. L’avversaria, dice il passato, ha tutto per consolidare il trend: Atalanta e Cagliari non pareggiano in A da quasi sette anni (gennaio 2013). Ma l’avversaria c’entra fino ad un certo punto: quando la Dea sente più o meno aria di casa (più a Bergamo, forse meno a Reggio Emilia alla fine dello scorso campionato e a Parma nelle prime due partite di quest’anno), si sente anche profumo di gol. Per la precisione: 28 complessivi nelle ultime sei gare. Sono quasi cinque gol a partita: non c’è rischio di annoiarsi. Semmai di arrabbiarsi un po’, ma solo Gasperini: la sua squadra produce calcio e gol in quantità industriale, ma a volte lascia alle avversarie spazi e momenti per metterla comunque in difficoltà. «Vanno migliorati - ha detto ieri il tecnico - due aspetti: la fase di disimpegno e quando siamo costretti a stare un po’ più bassi, dentro l’area, dobbiamo crescere nell’attenzione, nelle marcature. Soprattutto quando siamo in tanti, perché prendiamo gol così, schierati, piuttosto che in contropiede. I dati sono chiari: subiamo qualche gol in più su gioco aereo e ne facciamo meno».
I blitz del Cagliari
E’ successo prima che si accendessero tutte le luci del parco dei divertimenti, ma la sua Atalanta ha esagerato in generosità proprio contro il Cagliari: che negli ultimi due campionati è passato a Bergamo entrambe le volte, e non è una cosa che succede a molti, e quando successe lo scorso febbraio finì che Maran mandò palesemente a quel paese Gasperini, che gli aveva negato il saluto a fine partita. Visto che, compresa la scorsa stagione, la squadra rossoblù in viaggio non perde da cinque partite, ce n’è abbastanza per giustificare la prudenza di Gasperini: «Non mi meraviglia che il Cagliari stia facendo così bene: campagna acquisti importante, club che ha voglia di crescere, squadra dinamica e se vogliamo essenziale, che sa difendere ma anche ripartire bene». Servirà «la miglior Atalanta possibile», dice il Gasp. Dunque quella che fino ad oggi ha messo in fila record assortiti: fra gli altri, quello di essere stata la prima squadra della storia della Serie A a segnare almeno due gol in tutte le prime dieci partite di campionato. In casa ne ha giocate soltanto quattro ma il totale, grazie alla grandinata sull’Udinese, fa già 14 reti. Nel 2017-2018 erano 13, ma con sei partite giocate: solo una in più, fra le tante cose che non si erano ancora mai verificate nell’era Gasperini.