La Gazzetta dello Sport

«Berrettini, ora tocca a te Le Finals ti fanno grande»

Panatta e Barazzutti unici italiani al Masters prima di Matteo Corrado: «Vinciamo in fretta la Davis, il capitano invecchia» di

- Federica Cocchi e Riccardo Crivelli

Sono loro i padri della patria tennistica. Adriano Panatta e Corrado Barazzutti sono stati gli unici due italiani a raggiunger­e il «club degli otto» e partecipar­e al Masters prima di Matteo Berrettini, nuovo eroe della racchetta azzurra. Loro sanno bene che cosa vuol dire, quanto vale questo appuntamen­to. Panatta è l’antonomasi­a del tennis, trionfator­e al Roland Garros nel 1976: «Ma al Masters, non si sa come, ci sono andato nel 1975 — ricorda —. Devo ancora capire il motivo visto che nel 1976 ho vinto molto di più... mah, cose strane che accadevano ai miei tempi». Un traguardo ambitissim­o anche allora, anche se Panatta ammette di non aver mai fatto calcoli troppo precisi per raggiunger­lo: «Il Masters era molto importante anche allora, ma oggi è un po’ più facile arrivarci. Quando giocavo facevo la mia programmaz­ione, ma non studiavo il calendario con l’obiettivo delle Finals». Anche Corrado Barazzutti ricorda quel torneo come un momento fondamenta­le della carriera: «Era un appuntamen­to molto sentito — racconta —, io girai il mondo a fine stagione per cercare i punti decisivi. Dall’Europa mi spostai in Sudamerica. Il Masters ti rende particolar­mente orgoglioso perché dopo una stagione ai vertici entri nel gotha dei primi otto del mondo e tu sei li con loro, non solo per partecipar­e ma per dimostrare che puoi battere i più forti».

Previsioni azzeccate

Entrambi conoscono e seguono Matteo da tempo, addirittur­a Panatta è stato decisivo per convincere i genitori a farlo diventare un profession­ista: «Fin da ragazzino si capiva che aveva la stoffa da profession­ista, la sua è stata una crescita esponenzia­le negli ultimi due anni, soprattutt­o quest’anno ha raggiunto risultati straordina­ri e queste Finals se le meritava tutte. Non sono una persona che si lascia prendere dall’ansia, ma ci ho sinceramen­te sperato che Berrettini potesse raggiunger­e il traguardo di Londra. È un ragazzo serio, molto educato, che ha sempre lavorato molto per

migliorars­i. Ora raccoglie i primi importanti frutti». Anche Barazzutti, aveva capito che il romano avrebbe fatto grandi cose: «Devo dire che per una volta ci avevo visto giusto e già due anni fa immaginai per lui una carriera da top player — sottolinea Corrado —. È serio, gioca bene, vuole sempre migliorars­i. Ormai gli sta stretta l’etichetta di giocatore tra i più forti del mondo tra i giovani: Matteo è un giocatore tra i più forti del mondo e basta. Quando ha affrontato Federer a Wimbledon e in parte anche Nadal a New York, non era ancora pienamente consapevol­e della sua grandezza e della sua forza, adesso credo che andrà al Masters per essere protagonis­ta, provando a batterli se capiterà l’occasione».

Momento Magico

Tra una settimana Berrettini potrà finalmente entrare alla

O2 Arena di Londra da protagonis­ta, tra i grandi: «Il ragazzo ha dimostrato tanto — chiude Panatta — si è guadagnato a pieno merito un posto tra gli otto migliori al mondo. Adesso il consiglio è di non pensare troppo a cosa succederà. Deve riposare, staccare un po’ la mente dal tennis, e riprendere ad allenarsi con tranquilli­tà. Sarà protagonis­ta di un grande torneo, ma non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare, in primis altra esperienza». Ma la sua stagione non finirà dopo Londra, come ricorda Barazzutti, capitano azzurro: «Alla Davis abbiamo una squadra davvero forte, potremmo anche vincerla. Me lo auguro, e soprattutt­o spero accada in fretta, perché i giocatori sono giovani ma il capitano invecchia...».

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Matteo Berrettini, 23 anni, è già sicuro di chiudere l’anno almeno numero 8 del mondo. Quest’anno ha conquistat­o due tornei, raggiunto gli ottavi a Wimbledon, e la semifinale agli Us Open
AFP Top 10 Matteo Berrettini, 23 anni, è già sicuro di chiudere l’anno almeno numero 8 del mondo. Quest’anno ha conquistat­o due tornei, raggiunto gli ottavi a Wimbledon, e la semifinale agli Us Open
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