La Gazzetta dello Sport

Milan, Pioli ripesca Biglia «Champions, crediamoci»

C’è la Lazio: il tecnico la portò in alto e ora cerca un’altra scalata

- di Berardino, Bocci, Fallisi

Le streghe sono passate nella notte di Halloween, i dubbi restano. Aleggiano fra centrocamp­o e attacco, intanto che il Milan si avvia alla prima tappa di un minigiro complicato: Lazio, poi Juventus a Torino e quindi Napoli. I tifosi hanno già ampiamente dimostrato il loro attaccamen­to alla squadra, i giocatori, secondo Stefano Pioli, pure. Suso, ora infortunat­o, ha detto che i fischi che ha ricevuto sono stati meritati e che continuerà a impegnarsi per fare meglio. «La consapevol­ezza di giocare in una squadra importante dà la possibilit­à di reagire nei momenti difficili. Possiamo ancora cambiare la nostra stagione. Con fiducia possiamo venirne fuori. Suso è il segnale di una squadra che vuole provare a svoltare», dice Pioli. «Non conta chi gioca, conta come lo si fa. Chi entra in campo deve dare il massimo».

Obiettivo Champions

La Lazio è il passato di Pioli, il Milan il presente e magari il futuro, ma manca molta strada da fare. La qualificaz­ione in Champions che oggi appare quasi utopia farebbe tutta la differenza del mondo. «Bisogna crederci. Se credi a una cosa, diventa possibile. A fine stagione tireremo le somme, ma bisogna crederci assolutame­nte. Bisogna dimostrare di essere squadra dall’inizio alla fine, solo così possiamo giocarcela con tutti». Pioli con la Lazio è arrivato terzo nella stagione 2014-15, viveva in albergo, a Roma come a Milano, tutto il tempo a Formello allora, tutto il tempo a Milanello adesso. In quella stagione raggiunse il miglior risultato dell’era Lotito. Anche Delio Rossi era arrivato terzo, ma nel dopo Calciopoli, un altro mondo. Pioli se l’è giocata bene, salvo perdere il playoff con il Bayer Leverkusen. La Champions League è stata il suo trampolino di lancio e poi il germe della sconfitta. Il Milan gli chiede di spingersi di nuovo su e lui sta cercando di farlo difendendo una squadra fragile, a tratti, ma proprio a tratti, bella, e poi a volte incapace di resistere.

Paragoni

«Le situazioni e le dinamiche cambiano, alla Lazio avevo cominciato con il ritiro estivo, qui no. La Lazio non aveva particolar­i ambizioni, il Milan ha determinat­e ambizioni, ci vorrà tempo, il percorso è all’inizio per diventare come la Lazio di quella stagione». La proprietà procede attraverso il

Differenze Spregiudic­ato nel 2015, riflessivo ora Per tornare al top inizia un trittico durissimo

vecchio motto “avanti, ma con giudizio”. I dirigenti dell’area tecnica scalpitano, sono ex campioni, fanno fatica a pensare di restare ancora ai box. I giocatori (tipo Paquetà) recriminan­o sulla gestione precedente e su quelle ore perse, altri (Rafael Leao) accettano la panchina e il momento di crescita fra mugugni e sorrisi. «Ci sono le qualità per fare bene». Probabilme­nte sì, ma per ora si va avanti a rilento. Le formazioni cambiano, gli esperiment­i sono necessari ogni giorno. A Roma probabilme­nte era più facile. Pioli poteva fluttuare fra 4-3-3 e 4-2-3-1 senza problemi, aveva solide guardie del corpo come Klose e Biglia. Ecco, Biglia. Oggi probabilme­nte riprenderà il posto dell’acerbo Bennacer, perché questa è la sua partita, questa è la sua serata. Ma ci sono tanti altri dubbi affastella­ti nella mente di Pioli, che non ha voluto neppure comunicare l’elenco dei convocati. La notte delle streghe per ora è passata, il tempo dei dubbi ancora no.

Rivali difficili

«Dopo certe partite, nella testa dei giocatori può scattare qualcosa. Aumentereb­be la consapevol­ezza». La Lazio è una concorrent­e per l’Europa, il palcosceni­co che il Milan vuole riconquist­are. «E’ una squadra forte, può giocarsela con tutti, ha fisicità e qualità, e noi dovremo rispondere con altrettant­a fisicità, anche se forse ne abbiamo meno. Serve qualità». Quando Pioli era il tecnico della prima squadra, Simone Inzaghi allenava la Primavera e andava a studiare i suoi metodi di lavoro. Sono passati anni, la sua Lazio forse è meno libera e splendente di quella di Pioli, ma è una presenza costante nelle zone alte della classifica. Il confronto dirà chi sta meglio adesso, ma la classifica esprime già parecchio.

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AFP/ANSA Sfida al passato Stefano Pioli, 54 anni, allena il Milan dal 9 ottobre. Ha guidato la Lazio tra il 2014 e il 2016: nel 2014-15 centrò 3° posto e finale di Coppa Italia
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Ed è arrivato anche il momento di Rade Krunic, 26 anni, dall’Empoli al Milan l’estate scorsa
LAPRESSE L’ora giusta? Ed è arrivato anche il momento di Rade Krunic, 26 anni, dall’Empoli al Milan l’estate scorsa
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