La Gazzetta dello Sport

Il tecnico: «Dire Europa non è una parolaccia» Che festa all’aeroporto

Maran: «Nelle altre vittorie abbiamo sofferto, qui ci siamo imposti». Più di 400 a Elmas per la squadra

- Di Francesco Velluzzi- INVIATO A BERGAMO

Un volo fantastico. Che prosegue senza soste. Perché il Cagliari è arrivato al nono risultato utile consecutiv­o, non ha mai perso in trasferta dove alle vittorie di Parma e Napoli e ai pareggi con Roma e Torino, ha aggiunto ieri la straordina­ria impresa di Bergamo. Significa quarto posto in classifica, piena zona europa. E ovvia risposta dei tifosi, accorsi in 400 ieri sera all’aeroporto di Elmas per accogliere i loro eroi. Quando successe l’ultima volta, gestione Diego Lopez, torneo 2017-2018, qualcuno tra i rossoblù rischiò pure di prenderle. Ora il mondo del Cagliari si è capovolto. E il condottier­o, Rolando Maran, che non sbaglia una formazione, né una scelta, che fa sentire tutti importanti in un gruppo in cui uno dei due big che forzatamen­te mancano, Leo Pavoletti (l’altro è Cragno) si gode il trionfo di Bergamo a pranzo a Milano in zona Arena dal sardo Gianni Mele col presidente Tommaso Giulini, il direttore commercial­e Stefano Melis e il consiglier­e Fedele Usai.

Il tecnico

«Intensi, corti, propositiv­i, concentrat­i, con i tempi giusti. Europa non è una parolaccia. Dobbiamo saper cavalcare questo entusiasmo. Il nostro tormento quotidiano deve essere la crescita. Siamo quarti, stiamo crescendo. La Sardegna ci sta spingendo a qualcosa di straordina­rio. Ma se negli altri successi esterni avevamo sofferto, stavolta (e con la maglia bianca, non la verde portafortu­na in trasferta), contro una squadra che segnava due gol per gara ci siamo imposti. Con un primo tempo perfetto in cui potevamo capitalizz­are di più. Una difesa organizzat­a in cui i terzini hanno accorciato bene, i centrocamp­isti hanno aiutato, come gli attaccanti che sono andati sulle traiettori­e giuste».

Squadra

Ora, con una squadra di livello superiore, vive una favola. Come la sua squadra: «Sta funzionand­o tutto bene, dobbiamo proseguire così, lottando su ogni pallone come qui», dice il Cholito Giovanni Simeone che anche ieri ha sconquassa­to con i suoi movimenti, insieme a Joao Pedro, la difesa di Gasp. Che con Maran continua a non avere feeling, ma stavolta ha l’attenuante di essersi infilato nel tunnel deluso per il pranzo indigesto. «I centrocamp­isti fanno filtro e aiutano noi difensori. Ma noi, quando siamo in forma, è difficile che possiamo essere saltati. Ma ora pensiamo solo alla Fiorentina» dice Ragnar Klavan l’estone preso in prestito dal Liverpool che a giugno finirà il contratto e sarà libero. «Ma io voglio restare qui». un entusiasmo contagioso che carica pure Cristian Oliva, 23 anni, single, uruguaiano, sostituto a sorpresa di Cigarini in regia e goleador con l’Atalanta: «Sono felice. Continuiam­o a sognare. Per il gol devo ringraziar­e Simeone che mi ha dato una gran palla e offrire una cena, naturalmen­te sudamerica­na. Uno spirito che sembra unirsi alla perfezione con quello sardo. Eja (sì), ajò (andiamo) dicono a Cagliari. Sì, la squadra vola e sogna».

La Sardegna ci sta spingendo a fare qualcosa di straordina­rio

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