La Gazzetta dello Sport

Solo Theo al top fra i nuovi Gli altri sempre in altalena

Leao involuto dopo le fiammate iniziali, Duarte spaesato, Rebic è un rebus. E gennaio si avvicina

- Di Alessandra Bocci- MILANO

Una storia prima felice, almeno per alcuni, poi mesta, insoddisfa­cente per molti. Innesti difficili, piccoli passi avanti e ampi passi indietro. Attese, lunghe attese nella maggior parte dei casi per vederli in campo. E poi? Rafael Leao ha fatto innamorare il pubblico per l’energia sprigionat­a nella brutta serata contro la Fiorentina ed è piaciuto molto a Genova. Con il cambio di guida tecnica sembrava destinato a esplodere, invece si è afflosciat­o. «Ha grandi potenziali­tà, da lui mi aspetto di più», il commento asciutto di Stefano Pioli dopo la sconfitta con la Lazio. Il portoghese ha sfilato ciondolant­e in zona mista, ha firmato qualche autografo, concesso un paio di

poi è sparito nella notte.

Alti e bassi

Leo Duarte aveva giocato una buona partita contro la Spal, facendo il terzino destro e anche il centrale. Contro la Lazio, molti errori. Ma i più deludenti domenica sera a San Siro sono stati proprio Rafael Leao e Ante Rebic, mai utilizzato da titolare e incapace di incidere quando è entrato in campo dopo l’infortunio di Castillejo. Ecco, il Castillejo ripescato. Messo sul mercato in estate, come Suso e Kessie, e destinato invece a brillare più dei nuovi acquisti, almeno per un paio di notti. Ora Castillejo è fuori dai giochi, infortunat­o, come Suso. La Juve si avvicina, una corazzata contro una goletta. Il Milan dovrà chiedere risposte ai nuovi acquisti, a quei novanta milioni spesi in estate. Non sarà facile per nessuno.

Theo va di corsa

Al momento, l’unico all’altezza delle aspettativ­e è Theo Hernandez, che aveva cominciato benissimo in precampion­ato e poi si era fermato per un problema alla caviglia. Sul terzino ex Madrid il Milan ha investito venti milioni, che al momento sembrano spesi benissimo. Da quando è tornato fisicament­e disponibil­e, Theo non ha sbagliato una partita. A volte brillantis­simo, a volte meno appariscen­te, ha comunque ormai catalizzat­o l’attenzione dei tifosi del Milan, che amano il suo stile di gioco coraggioso. Non si può dire che sia da manuale in fase difensiva, il che trattandos­i di un terzino non è difetto di poco conto, ma Theo può crescere. Definito indiscipli­nato da Giampaolo, ha convinto Pioli nonostante le pecche in difesa. Probabilme­nte una questione di atteggiame­nto, che il 22enne francese non ha mai sbagliato. Un errore che viene imputato invece a Rafael Leao, l’acquisto più costoso dell’estate scorsa.

Confusione

Nessuno discute sul suo futuro, ma Leao al momento appare un giocatore in confusione. San Siro non è un posto come gli altri e la maglia del Milan pesa, a maggior ragione in un momento buio. Come ha detto l’ex c.t. brasiliano Dunga di Paquetà, se avesse trovato una squadra pronta sarebbe un altro giocatore. Forse. «Tutti si aspettano che risolva i problemi del Milan. Deve ancora crescere e capire in che posizione può esprimersi al meglio». Paquetà è arrivato a gennaio, con un investimen­to di 38 milioni, e nonostante i mesi di vantaggio su Rafa Leao non è ancora riuscito a esprimersi. Gli acquisti estivi del Milan non stanno dando il rendimento sperato, ma c’è anche il recente passato a pesare sul bilancio. Paquetà e Piatek, anche lui arrivato nel gennaio scorso, rappresent­ano investimen­ti importanti. Piatek ha dato un contributo importante nei primi mesi, poi è cominciata una fase di involuzion­e non ancora conclusa. E Paquetà sembra ancora incompiuto, proprio come Rafael Leao.

Errori gratuiti

Nel Milan si sbagliano troppi passaggi, anche elementari, segno di una certa insicurezz­a. Pesa probabilme­nte la mancanza di un giocatore leader, ma vista la situazione economica del club non è detto che si possa trovare a dicembre. Fonti vicine alla proprietà riferiscon­o di una volontà di spendere per cercare di cambiare la rotta, però il budget non sarà illimitato e probabilme­nte dipenderà dalla posizione in classifica del Milan da qui a gennaio. Svanita l’opzione Ibrahimovi­c, restano aperte altre piste. Anche perché fra i dirigenti dell’area tecnica c’è chi pensa che la prima necessità sia un rinforzo in difesa. Altro reparto al quale servono scelte ed esperienza.

Spiragli

L’attacco latita, il centrocamp­o sembra aver trovato nuovi protagonis­ti. Anche Bennacer ha avuto alti e bassi, ma sta trovando il suo spazio in questo Milan senza pace. Lavora, studia, è un perfezioni­sta: Ismael ha bisogno di tempo, ma le sue quotazioni sono in risalita. Come quelle di Rade Krunic, che ha dovuto aspettare a lungo, poi è stato impiegato da titolare e contro la Lazio è stato il migliore in campo. Anche lui probabilme­nte come gli altri dovrà passare fasi negative, ma almeno il percorso è iniziato. Però sarà lungo, come quello di questo Milan alla ricerca di se stesso.

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ANSA Dirigenti Paolo Maldini, 51 anni, d.t. del Milan, e Zvone Boban, 51, Cfo

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