La Gazzetta dello Sport

DJORDJEVIC-VIRTUS SVOLTA IN 4 MOSSE TEODOSIC, GIOCO FIDUCIA E CARISMA

- di Dan Peterson

La Virtus Bologna è al primo posto in Serie A, imbattuta, 7-0, dopo altrettant­e giornate. Qualcuno forse cerca il perché di questa situazione, visto che la Virtus, da lungo tempo, non guardava tutti dall’alto in basso. Il motivo per tutto questo porta un nome solo: Aleksandar “Sasha” Djordjevic, Allenatore con l’A maiuscola. Lui ha già conosciuto la vetta “della collina” come giocatore, avendo disputato finali-scudetto con Partizan Belgrado, Fortitudo Bologna, Barcellona, Real Madrid, Olimpia Milano. E anche finali europee con Partizan, Olimpia, Barcellona. Non parliamo poi della bacheca piena di medaglie vinte con la Jugoslavia: Olimpiade, Mondiale, Europeo. Come allenatore, non ha perso il vizio. Con la Serbia: argento olimpico, argento mondiale, argento europeo. Con la Virtus Bologna ha già vinto la Champions, l’anno scorso. Ma il suo capolavoro è Milos Teodosic, genio-artistalea­der-killer come pochi. Ovvio, è stato preso da Djordjevic, il suo coach con la Serbia! E vi dico che Teodosic non sarebbe arrivato alla Virtus senza il carisma di Sasha che, conoscendo l’ambiente, sapeva che il tifoso bolognese vuole lo spettacolo oltre il risultato. Ma sarebbe ingiusto e sbagliato citare solo il talento, pure notevole, di Djordjevic come mago del “reclutamen­to”. Questa squadra gioca con una semplicità notevole. Bada al sodo: difesa, contropied­e, circolazio­ne della palla. Amen. C’è di più. Ho sempre detto che un grande coach deve “amare” la propria squadra! Che Djordjevic “ami” i suoi è palpabile, una cosa che si vede da lontano. Basta seguire un suo colloquio con uno che entra o esce. Basta sentire un suo time-out. Non è mai negativo. Oh, esigente, sì. Ma il suo giocatore va in campo sapendo che il suo allenatore crede in lui. Ho detto tutto! Ora la domanda che si fanno tutti: la Virtus potrebbe fare la finale-scudetto con l’AX Milano? Alt. Prima, entrambe le squadre dovranno faticare tanto, Milano col doppio impegno Europa-Italia; Bologna deve fare i conti in Italia con gente che non scherza, come Sassari, Venezia, Brindisi, più le varie “mine vaganti” come Brescia, Cantù e, naturalmen­te, la Fortitudo. Quindi, amici sportivi, rifacciamo questo discorso a febbraio. Come dicono a Bulagna, «Bisogna ancora mangiare molte tagliatell­e».

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