La Gazzetta dello Sport

IL RAGAZZO DEI RECORD «ITALIA, TI FACCIO VEDERE QUANTO SONO FORTE»

Il più giovane top 100 azzurro a 18 anni ha già una carriera a tutta velocità: «Orgoglioso di essere qui, all’inizio è stata dura ma ora sono più sicuro di me»

- Di Federica Cocchi

Finalmente a casa. Finalmente in Italia, a Milano, dove Jannik Sinner sarà la stella delle Next Gen Atp Finals edizione numero tre. Si parte domani, con il teenager italiano in campo grazie a una wild card e attesissim­o da chi, avendone sentite le gesta, vuole finalmente vederlo all’opera da vicino. Il ranking mondiale segna numero 95 al mondo, il libro dei record dice più giovane top 100 del 2019 e più giovane italiano di sempre a riuscirci. Prima di lui solo Diego Nargiso era riuscito a centrare questo primato quando nell’agosto del 1988 era entrato nel club dei 100 ad appena 18 anni e 5 mesi.

Dai monti al mare

Ma Sinner, con la maggiore età raggiunta il 16 agosto di quest’anno, non è uno che insegue record, è un ragazzo concreto, merito di una famiglia solidissim­a alle spalle e di un tecnico, Riccardo Piatti, che sa bene coSinner me si cresce un campione. L’altoatesin­o è un ragazzo votato al lavoro, ma resta un teenager con tutto il mondo da scoprire. Il tecnico Riccardo Piatti lo segue da quando aveva 13 anni, lo ha «aiutato» nel delicato passaggio tra la vita in famiglia a Sesto Pusteria a quella nell’accademia di tennis sul mare di Bordighera. Prima, qualche anno in famiglia con uno dei tecnici del suo staff, Luka Cvjetkovic, adesso Jannik vive in un appartamen­to vicino ai campi da tennis, insieme a due giovani colleghi. Lasciare a 13 anni il nido di famiglia e andare a vivere a 700 chilometri di distanza, con persone che a malapena si conoscono è stato un bel salto: «Il ragazzo arriva da una famiglia molto solida racconta Piatti - e con una grande cultura del lavoro. Il papà è cuoco in una baita in Val Pusteria e la mamma lavora come cameriera nella stessa baita. Ha un fratello un po’ più grande, Mark, che lavora a Brunico. Sono persone estremamen­te concrete e hanno appoggiato le scelte del figlio senza mai essere invadenti o voler imporre le loro decisioni. Quando vengono a trovarlo magari escono a cena, stanno insieme ma non sono mai venuti a seguire un allenament­o».Nonostante questo Jannik da Sesto Pusteria è molto attaccato ai genitori, soprattutt­o alla mamma. A volte, quando le cose non vanno nel verso giusto o la fatica di viaggi e allenament­i si fanno sentire, il ragazzo chiama la mamma Siglinde per un po’ di coccole a distanza.I genitori però non sono tanto indulgenti.

Autosuffic­iente

La mamma, che lo ha visto per la prima volta in un match da profession­ista agli Internazio­nali di Roma, è solita ripetergli che se quella del tennis è la strada che ha scelto allora deve perseguirl­a senza farsi prendere dallo sconforto. Autonomo,

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