La Gazzetta dello Sport

BALO ITALIANO VERO

- di Brega, Catapano, Piccioni

Il capo ultrà del Verona: «Non potrà mai essere del tutto italiano» Mario: «Vergogna» Il ministro Spadafora: «Il calcio si muova». Salvini: «Un operaio dall’Ilva vale 10 Balotelli» E Mancini pensa se portarlo in Nazionale

Buu razzisti, pallone in tribuna. In principio, fu Kevin Boateng. Sei anni fa, durante un’amichevole tra Pro Patria e Milan. Il suo gesto fece il giro del mondo. «E oggi, sei anni dopo, constato che in Italia nulla è cambiato – ha scritto ieri sul suo profilo Instagram –. Ma non molliamo, continuiam­o a combattere», ha aggiunto il centrocamp­ista di origine ghanese, oggi alla Fiorentina. D’altronde, come scrisse Karl Marx nel «18 Brumaio di Luigi Napoleone», la storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. Balotelli a Verona, i fischi, gli ululati, la rabbia di Mario, il disprezzo degli altri: un film già visto, era già successo dieci anni fa. Il 6 dicembre 2009, nello stesso stadio, avversario il Chievo, lui vestiva la maglia dell’Inter. Beccato per tutta la partita, sbottò al triplice fischio. «Ogni volta che vengo qui a Verona – disse a caldo –, mi rendo conto che questo pubblico mi fa sempre più schifo». Non lo avesse mai detto. In tanti, per non dire tutti, presero le distanze, sbeffeggia­ndolo. Il sindaco, Flavio Tosi – allora un pasdaran della Lega –, lo bollò come un «ragazzino immaturo e presuntuos­o, privo di umiltà e buon senso».

Parole agghiaccia­nti

Dieci anni dopo, la storia (ancora una volta ) dà ragione a Marx. Il problema per molti italiani non è che un ragazzo di colore riceva insulti razzisti in uno stadio, ma la sua reazione rabbiosa. Una «ribellione» inaudita. È così anche per il segretario della Lega Matteo Salvini, fino pochi mesi fa ministro dell’Interno di questo Paese, che dà del «fenomeno» a Balotelli. E fenomenale, in effetti, è anche che nell’Italia del 2019 si dia la patente di maître

à penser a Luca Castellini, esponente di punta della locale Forza Nuova e della curva veronese, pluri inquisito e sottoposto a Daspo fino al 2022. «Balotelli è italiano perché ha la cittadinan­za italiana, ma non potrà mai essere del tutto italiano», dice interpella­to da una radio locale in merito a quanto accaduto durante Verona-Brescia. E di fronte all’interrogat­ivo, che un po’ tutti si pongono, se la tifoseria veronese sia effettivam­ente razzista, Castellini risponde: «Ce l’abbiamo anche noi un negro in squadra, che ha segnato ieri, e tutta Verona gli ha battuto le mani». Aggiungend­o, tanto per completare un quadro già abbastanza inquietant­e: «Ci sono problemi a dire la parola negro? Mi viene a prendere la

Commission­e Segre perché chiamo uno negro?».

Ora basta!

Di fronte ai deliri di questo ultrà neofascist­a, il «negro» in questione, alias Mario Balotelli, è sinceramen­te spiazzato, come tutti noi del resto. «Qua amici miei non c’entra più il calcio commenta su Instagram –: state insinuando (scrive proprio così, ndr) a situazioni sociali e storiche più grandi di voi, piccoli esseri. Qua state impazzendo, svegliatev­i ignoranti, siete la rovina». Poi, rivendica: «Però quando Mario faceva e vi garantisco farà ancora gol per l’Italia, vi sta bene, vero? Le “persone” così vanno radiate dalla società, non solo dal calcio. Basta mandar giù ora. Basta lasciar stare. Basta. Basta».

A proposito, Balotelli e la Nazionale è un capitolo che potrebbe riaprirsi presto: il c.t. Roberto Mancini sta pensando

Veronesi razzisti? Ce l’abbiamo anche noi un negro in squadra, domenica ha segnato e lo abbiamo applaudito LUCA CASTELLINI Qua state impazzendo, svegliatev­i ignoranti, siete la rovina. Basta lasciar stare. Basta Torna in azzurro?

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Mario Balotelli

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