La Gazzetta dello Sport

Zaniogol «Roma, tranquilla Non mi monto la testa e voglio segnare tanto»

Quattro reti in quattro match: il via col Borussia «La 10 di Totti? Mai, perché rispetto il capitano»

- di Massimo Cecchini -

Kakà, Ronaldinho, Zaniolo. Domanda: qual è il filo conduttore che lega questi tre calciatori? Forse il più semplice e il più bello del mondo: il sogno di un ragazzo, che ogni giorno di più lievita verso i vertici. La peculiarit­à del centrocamp­ista della Roma, però, probabilme­nte sta nel fatto che, a soli vent’anni, è diventato capace di materializ­zare i propri desideri, essendo entrato in un periodo di grazia che sembra essere qualcosa di più rispetto a un semplice «magic moment», anche se la striscia di 4 gol nelle ultime 4 partite — aperta proprio contro il Borussia Moenchengl­adbach, prossimo avversario tra due giorni in Europa League — ha un sapore speciale.

Totti e il rispetto

«I miei idoli calcistici sono sempre stati Kakà e Ronaldinho — ha detto Zaniolo al sito Uefa —. Al primo mi ispiro come modo di giocare e abbiamo più o meno la stessa posizione in campo, anche se le sue qualità erano immense. Il secondo, invece, mi divertivo solo a vederlo giocare. Guardavo soprattutt­o per lui». Oggi, magari, c’è un bambino che sogna di diventare Zaniolo, che a Roma qualcuno immagina possa essere il nuovo Totti. «Penso che per qualsiasi giovane essere accostato a lui sia una grandissim­a emozione. Però devo dire che io sono Nicolò Zaniolo, devo migliorare, e tanto: di Totti ce n’è uno. Io devo continuare su questa strada. Certo, mi sento un giocatore che può dare tanto ma che deve ancora migliorare tanto. Devo essere bravo a non sedermi e a continuare a fare altri gol». E a chi gli chiede se accettereb­be il «10» di Totti, risponde sicuro: «No, non ci penserei neanche. Terrei la mia, è una forma di rispetto verso il capitano. Non proverei nemmeno a dire di sì».

Voglia di vincere

In comune, comunque, c’è di sicuro il desiderio d’interrompe­re quel sortilegio che vede la Roma senza successi dal 2008. «Quest’anno la squadra è cambiata molto, ma penso in positivo perché siamo un gruppo giovane con al fianco giocatori più esperti e forti. È il giusto mix per fare una grande annata. Ce ne sono tutti i presuppost­i, adesso tocca a noi giocare bene per risollevar­e la Roma e portarla nei posti in cui merita. Penso che questa possa essere la stagione giusta per tornare a vincere. Dipende tutto da noi, da come approcciam­o le partite, da come ci alleniamo giorno dopo giorno. Le vittorie si costruisco­no non in un giorno, ma in anni. Credo però che abbiamo tutto per poter dire la nostra».

Capello lo benedice

Nonostante sia stato — a torto — considerat­o un antipatizz­ante, ieri Fabio Capello è tornato a riempire di elogi Nicolò, spiegandos­i ancor meglio sui problemi comportame­ntali. «Io sono un ammiratore di Zaniolo — ha detto a Radio Rai — , è il più forte talento che abbiamo in Italia. Forse quando ho parlato di lui per le cose fuori dal campo, ho dimenticat­o di fare anche il nome di Kean. Io stesso, comunque, ho avuto dei giovani che si sono persi, vedi Cassano». Vero, ma adesso Zaniolo — dopo aver ricordato l’emozione provata alla comunicazi­one dell’esordio con la Roma al Bernabeu contro il Real Madrid — può dare anche consigli a ragazzi che incontrano difficoltà agli inizi. «Il principale è quello di non mollare mai e credere sempre nei propri sogni. Ma anche se non si riuscisse a realizzarl­i, la cosa più importante è aver dato tutto». Questi sono i vent’anni di Zaniolo e di un sogno che non vuole certo interrompe­rsi sul più bello. Il Borussia è avvisato: la Roma è pronta a calare ancora il suo asso. 2’59” TEMPO DI LETTURA

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