La Gazzetta dello Sport

I successi del Cagliari non sono nati per caso

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Lasciamo stare i paragoni con il Cagliari dello scudetto, anche se questo ha giocato e vinto in trasferta con la maglia bianca come allora e soprattutt­o, come non succedeva da quella indimentic­abile stagione di cinquant’anni fa, è tornato imbattuto dal continente dopo le prime cinque partite. Il tifo per questa squadra, però, non ha età e allora anche chi non ha avuto la fortuna di vederlo giocare e quella doppia di averlo conosciuto, può immaginare la soddisfazi­one di Gigi Riva, che non poteva ricevere regalo più bello per i suoi 75 anni che compirà dopodomani, giovedì. Passato dalle affollate aree di rigore di tutto il mondo a quella più tranquilla di casa sua a Cagliari, riempita soltanto dai suoi silenzi e i suoi ricordi, il più grande attaccante della Nazionale, di cui detiene il record di 35 gol in 42 partite, segue poche partite in tv per paura di soffrire. Ma come sempre, prima ancora di rivedere in serata la sintesi del 2-0 contro l’Atalanta, Riva ha saputo tutti i particolar­i del successo dai figli Nicola e Mauro, che non si perdono una partita del Cagliari e sperano di continuare a raccontare al papà nuove imprese di Nainggolan e compagni. Questo Cagliari, infatti, non è un fiore sbocciato nel deserto, ma una pianta cresciuta nel tempo perché annaffiata con regolarità. Come sempre i meriti partono dalla società e da un presidente come Giulini capace di scegliere i collaborat­ori giusti, a cominciare dal suo “vice” Filucchi, l’allenatore giusto e i giocatori giusti. E così oggi il

Cagliari è la squadra che è cresciuta maggiormen­te rispetto a un campionato fa, passando dal quattordic­esimo al quarto posto, con 8 punti in più. Da Barella a Nainggolan ma soprattutt­o, pensando ai titolari iniziali subito infortunat­i, da Cragno a Olsen, da Pavoletti a Simeone, l’unico punto fermo è rimasto Maran, fermo in tutti i sensi perché quando Oliva, da lui sorprenden­temente preferito a Cigarini, ha segnato il secondo gol non si è messo a saltare come tanti altri suoi colleghi, limitandos­i a sistemare la visiera del cappellino. Anche se è soltanto al secondo anno alla guida dei rossoblù, Maran ha capito subito che nessuna altra squadra come il Cagliari rappresent­a un’intera regione, oltre che una città. E così, dopo aver dribblato la facile ipocrisia sui discorsi salvezza, ammettendo che «dire Europa non è una parolaccia», Maran ha conquistat­o una città e l’intera isola dicendo che «la Sardegna ci sta spingendo a fare qualcosa di straordina­rio». Parole da sardo, come si sente sardo Riva, felice di applaudire l’ultimo goleador di questo lanciatiss­imo Cagliari che sarebbe una parolaccia definire “sorpresa”. Perché l’unica sorpresa, semmai, è scoprire che Oliva fa rima con Riva.

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Festa Un’esultanza dei giocatori del Cagliari dopo il gol di Oliva all’Atalanta

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