La Gazzetta dello Sport

«Programmat­o male Perché non vengono i dirigenti a spiegare?»

«Io arrivo fino a un certo punto, oltre non posso Non accuso i giocatori, loro hanno dato il massimo»

- di Davide Stoppini- INVIATO A DORTMUND

L’inferno sì. E mica solo in campo, con quel secondo tempo da incubo. L’inferno è nelle parole di Antonio Conte, che ha giocato un’altra partita dopo il fischio finale. Il tecnico dell’Inter si è scatenato contro la società, con il doppio obiettivo di difendere i suoi giocatori e allo stesso tempo rilanciare nella sua richiesta di rinforzi per gennaio. L’Inter ora balla tra le speranze ridotte di qualificaz­ione e i ragionamen­ti sull’Europa League, perché (anche) a questo servirà la prossima trasferta di Praga. Maturità questa sconosciut­a, lo step che chiedeva Conte è ancora troppo alto per l’Inter. Ma la verità è che il tecnico è stato durissimo con la società: «Non fatemi tornare sugli stessi argomenti - ha attaccato -. Queste partite devono far capire a chi deve capire le problemati­che dell’Inter. Sì, è vero, abbiamo programmat­o tutto dall’inizio. Ma si poteva programmar­e molto meglio. Forse mi sono fidato troppo di alcune situazioni sul mercato. Mi sono scocciato di dire sempre le stesse cose, anche qualche dirigente potrebbe dire qualcosa stasera (ieri sera, ndr). Possiamo mettere in difficoltà chiunque e lo abbiamo dimostrato. Ma qui il punto è che giocano sempre gli stessi». E allora ecco che è arrivata la sconfitta: «Cosa è successo? quanto accaduto anche a Barcellona. Anzi, per certi versi anche peggio», ha aggiunto il tecnico.

L’attacco

L’attacco alla società è diretto. Conte non usa giri di parole. E il tecnico ha sfruttato ancora una volta l’occasione per stimolare la proprietà a investire direttamen­te sul mercato di gennaio. Il tecnico ha chiesto almeno un centrocamp­ista e un attaccante, ma finora ha incassato la disponibil­ità solo per

Messaggio

chiaro Antonio Conte, 50 anni, all’Inter da quest’anno AP

il primo. «Oltre un certo punto non si può andare - ancora l’allenatore nerazzurro, presentato­si in salta stampa scuro in volto, visibilmen­te nervoso -. Io ho fatto il calciatore, dobbiamo solo ringraziar­e perché qui ci sono calciatori che hanno giocato sei partite su sei in questo ciclo. Siamo l’Inter, dobbiamo farci tutti un bell’esame di coscienza. Qui sono stati fatti errori importanti, non si possono giocare campionato e Champions in questo modo qui, siamo sempre tirati, al limite. Il secondo tempo? No, non voglio neppure parlarne del secondo tempo, ci sarebbero troppi alibi da dare ai giocatori. Ai ragazzi posso solo dire grazie, stiamo andando a mille all’ora, più che lavorare non possiamo fare. Mi dà molto fastidio compromett­ere la qualificaz­ione per questi tipi di problemi. Spero che questa ferita la sentano tutti». E viene da pensare a Politano, rimasto in campo zoppicante dopo l’infortunio. «Leggo sui giornali tanti compliment­i dopo il mercato, ma dove? Sono incazzato nero, perché l’avevamo preparata in maniera perfetta. Ma qui lavoriamo tra mille difficoltà, paghiamo tanto il fattore stanchezza. E la posizione in classifica in campionato non deve inebriarci: nessuno dimentichi i nostri problemi. Tranne Godin non ha vinto niente nessuno. Non hai giocatori importanti o maturi che riescono a gestire. A chi lo chiediamo? A Barella e Sensi che arrivano da Cagliari e Sassuolo? Con tutto il rispetto… Più che lavorare non possiamo fare, ai giocatori dirò sempre grazie perché mi danno la vita e li giustifico». Difficile farlo, dopo queste parole.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy