La Gazzetta dello Sport

Juric e l’amico Conte «Si è sfogato a ragione perché è un vincente»

Il Verona a casa Inter: «Antonio mi ha accolto al Chelsea». Su Balo: «Gli chiedo solo scusa»

- Di Matteo Fontana VERONA

Londra, 2017. Ivan Juric atterra nella capitale britannica e si sposta a Cobham, il centro sportivo del Chelsea. Lo aspetta Antonio Conte. Il tecnico croato è appena stato esonerato dal Genoa e ha deciso di mettere a frutto il tempo, libero suo malgrado: «Conte mi permise di seguire i suoi allenament­i, di visitare le strutture. So che non fa così con tutti. Lo stimo, lo apprezzo molto. È un vincente». Oggi, a San Siro, lo sfiderà con il Verona.

Appoggio

Ieri Conte ha precisato che la sua sfuriata dopo la sconfitta in Champions League con il Borussia Dortmund non è stata uno sfogo, ma un ragionamen­to costruttiv­o. Juric lo appoggia: «Vuole sempre puntare al massimo, questo è il motivo per cui si è espresso con quelle parole». Poi, se gli chiedono che cosa dovrebbe dire lui, consideran­do che Conte si è lamentato della completezz­a della rosa a disposizio­ne, l’uomo di Spalato è netto: «Qui a Verona è sempre stato tutto chiaro. Non ci sono mai stati dubbi, sul mercato abbiamo fatto anche più di quanto potessimo. Fin dall’inizio mi hanno precisato quelli che erano i mezzi, che cosa si era in grado di fare, che davanti c’erano sangue e sudore. Sono contento». A Milano non ci sarà Marash Kumbulla, idem Miguel Veloso. Pilastri che mancano nell’architettu­ra della squadra: «A centrocamp­o giocherà di sicuro Matteo Pessina, che mi è piaciuto molto con il Brescia, al di là del gol segnato, in difesa non ho ancora deciso chi schiererò». Con Koray Gunter che ha recuperato dall’influenza, Pawel Dawidowicz ed Alan Empereur si giocano una maglia, con il polacco in leggero vantaggio.

Giovane

Di là, il vigore atletico di Romelu Lukaku. Di qua, il talento in fiore di Eddie Salcedo. Juric non ha intenzione di cambiare, dopo la prova del millennial col Brescia, condita dalla fondamenta­le rete del vantaggio dell’Hellas: «In che posizione può giocare? Eddie è in grado di fare la prima punta, com’è stato domenica, ma anche la seconda o il trequartis­ta». Cresce veloce, Salcedo, il cui cartellino è di proprietà dell’Inter, che l’ha girato al Verona in prestito. Il suo rapporto con Juric, che lo fece debuttare nemmeno sedicenne tra i profession­isti al Genoa, è da padre a figlio. Nelle gerarchie d’attacco oggi, Baby Eddie è in testa. A rimanerne fuori, al contrario, è Samuel Di Carmine, già escluso dalla lista dei convocati per la gara con il

Brescia per quella che Juric ha definito «una questione di principio». E con l’Inter il copione non cambierà: «Vediamo per la prossima partita». Ma Juric si prende il necessario tempo per tornare sul caso Balotelli, con la stoccata polemica verso di lui da parte di Lilian Thuram, ribattuta dall’allenatore gialloblù: «Ripeto che io, dal campo, non avevo sentito alcun coro. Ho parlato con Mario, dopo, e gli ho spiegato tutto. Poi è emerso che pochissime persone si sono espresse in quella maniera inaccettab­ile, una cosa che è stata un danno per Balotelli e per noi. Quando si verificano episodi del genere bisogna solo chiedere scusa».

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GETTY Croato Ivan Juric, 44 anni, alla prima stagione sulla panchina del Verona. Ha portato l’Hellas al 9° posto, oltre ogni previsione

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